Dialogo

A dialogue on the light of the Moon between Astro and Logia.

Vertical Tabs

Reader
<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<?xml-model href="http://www.tei-c.org/release/xml/tei/custom/schema/relaxng/tei_all.rng" type="application/xml" schematypens="http://relaxng.org/ns/structure/1.0"?>
<?xml-model href="http://www.tei-c.org/release/xml/tei/custom/schema/relaxng/tei_all.rng" type="application/xml"
	schematypens="http://purl.oclc.org/dsdl/schematron"?>
<TEI xmlns="http://www.tei-c.org/ns/1.0">
   <teiHeader>
      <fileDesc>
         <titleStmt>
            <title>Ulisse Albergotti's Dialogo (1613): A Basic TEI Edition</title>
            <author>Galileo’s Library Digitization Project</author>
            <respStmt>
               <name>Galileo’s Library Digitization Project</name>
            </respStmt>
	    <respStmt>
		<name>Ingrid Horton</name>
		<resp>OCR Cleaning</resp>
	    </respStmt>
            <respStmt>
		<name>Bram Hollis</name>
		<resp>XML Creation</resp>
	    </respStmt>
         </titleStmt>
         <publicationStmt>
            <publisher>
                <orgName>the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)</orgName>
            </publisher>
            <address>
              <addrLine>360 Huntington Avenue</addrLine>
              <addrLine>Northeastern University</addrLine>
              <addrLine>Boston, MA 02115</addrLine>
            </address>
            <availability>
                <licence>Creative Commons BY-NC-SA</licence>
            </availability>
         </publicationStmt>
         <notesStmt>
            <note>Based on the copy digitized by Google in partnership with the Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze</note>
         </notesStmt>
	<sourceDesc>
            <bibl>
               <title>Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETINO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO, E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici, e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole, nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione della Luna fra noi, &amp; egli Interlocutori Astro, e Logia. IN VITERBO, Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III. Con licenza de’ Superiori.</title>
               <author>Albergotti, Ulisse</author>
               <pubPlace>Viterbo</pubPlace>
               <publisher>Discepolo, Girolamo</publisher>
               <date>1613</date>. 
            </bibl>
         </sourceDesc>
      </fileDesc>
      <encodingDesc>
         <projectDesc>
            <p>This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).</p>
         </projectDesc>
         <samplingDecl>
            <p>This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.</p>
         </samplingDecl>
         <editorialDecl>
            <correction>
               <p>Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.</p>
            </correction>
            <normalization>
               <p>The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.</p>
            </normalization>
            <quotation>
               <p></p>
            </quotation>
            <hyphenation>
               <p>Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").</p>
            </hyphenation>
            <segmentation>
               <p>Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.</p>
            </segmentation>
         </editorialDecl>
      </encodingDesc>
      <profileDesc>
         <textDesc>
            <derivation type="original"></derivation>
         </textDesc>
      </profileDesc>
   </teiHeader>
<titlePage>
 <docTitle><titlePart type ="main">Dialogo
	<lb/>DI FR. VLISSE ALBERGOTTI
	<lb/>ARRETINO CAVALIERE
	<lb/>GIEROSOLIMITANO,
	<lb/>E COMMENDATORE DI S. PIETRO
	<lb/>ALLA MAGIONE DI SIENA.
	<lb/>Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici,
	<lb/>e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole,
	<lb/>nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi
	<lb/>doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione 
	<lb/>della Luna fra noi, &amp; egli . 
	<lb/>Interlocutori Astro , e Logia.</titlePart>
	<lb/><docImprint>IN VITERBO,
	<lb/>Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III.
	<lb/>Con licenza de’ Superiori </docImprint></docTitle>
</titlePage>
<text>
<body>
<pb n= "3"/>
<lb/>ALL’ILL. ET REVER.
<lb/>SIG. MIO COLENDlSSIMO
<lb/>IL SIG. CARD. VERALLO.
<p>SE è solito, Illustriss. e Reuerendiss. mio  Signore, che le cose nuoue apportiono al Mondo in un tempo istesso merauiglia, e diletto, son più che sicuro, che questa poca fatica mia, quale hora gli dedico, si come gli dedicai me stesso per servitore la prima volta, che io apersi gli occhi alla grandezza del magnanimo animo suo, e sua gentilezza, se non sarà guidicata una pazzia espressa, che maggiormente sopra ogni altra, che per il passato hanno desto nella mente de gli huomini queste alterationi, essa, quanto più si possa pensare, sia per tenerle viue, prima per esser questa openione contro la commune, e poi per le qualità dell’autore; per ciò la pongo sotto la protettione di V. S. Illustrissima, acciò ella gli sia saldissimo scudo da i mal dicenti, e contro quelli, che senza ragione gli opporrunuo. Difendila dunque V. S. Illustrissima quando, e quanto gli paia di ragione, e non altrimenti, contro le viperine lingue de gli irragioneuoli, il che facendo difenderà un suo servitore <pb n= "4"/> mal trattato à torto, che altra non sarà, che diffendere se stessa; e con ciò facendoli humilmente riverenza gli bacio le sacrate mani, sperando una mattina (prestandomi Iddio tanto di vita) di hauermi per ciò ad inchinare molto più, sedendo ella in supremo Trono, come credo, che per gl’infiniti meriti suoi habbi determinato Iddio, qual prego che le dia ogni felicità. Di Siena il dì xi. di Nouembre 1612.</p>
<lb/>Di V.S. Illustriss. e Reverendiss.
<lb/>Servitore affettionatiss.
<lb/>Fr. Vlisse Albergotti.
<pb n= "5"/>
<lb/>Ai guiditiosi, e discreti Lettori.
<p>SON più che certo, che venendo questo mio breue, e naturali discorso sopra gli accidenti della Luna, e sua forza in mano di professori di Filosofia, Matematica, Astrologia, &amp; altri: essendo alla maggior parte, anzi a tutti già radicata nella mente loro vna mala radice di impressione, e di ostinatione, piantatali da Aristotile, e da altri suoi seguaci, e molto più a certi, che vestiti di presuntione di sapere, vestimento , e dolce all’oppio de gl'ignoranti, vedendo da chi esca, non considerando, che anco gli huomnini di spada hanno molte volte il giuditio loro più intero, e sano, e purgato di essi, ancora che fossero di gran dottrina; del che ne fanno fede il diuin Platone con Alessandro Magno, e con Marco Aurelio della Filosofia, Tolomeo con il Re Alfonso dell’Astrologia, Cesare dell’arte oratoria, Giustiniano delle leggi, il Re Dauid della Poesia, e S. Paolo della sopra natural Filosofia, &amp; altri infiniti gran Capitani, e valorosi soldati, sì Ebrei, come Greci, e Latini, e d’altre nationi, che saria longo il nomarli, quali sono stati padri delle scientie, si metteranno a ridere, leggendo il primo foglio appena con quella mala impressione, hauendo nell’animo loro fermato il punto, che non possi stare, e che non sia se non come tiene Aristotile, e i suoi seguaci, nè di voler credere altrimenti, ancor che gli fosse provata falsa l'opinione di quelli dal Fattore di quelle, stando ostinati come i Pittagorici, non dando ragione alcuna dell’opinione loro, se non che l’ha detto Aristotile, parendoli vergogna di aderire all’opinione d’vno, che non vidde mai quasi a i giorni suoi libri di Filosofia, Matematica, &amp; Astrologia, come ostinati, sprezzandolo, lo ributtaranno, non volendo nè considerare, nè sapere se non l’opinione di lui, tenendolo non solo per quel <pb n= "6"/> dotto, che egli fu, ma ancora l'andatanno osseruando maggiormente che l'istesso Dio, poi che vorranno più tosto, che esso sia bugiardo, che egli in ciò si sia potuto ingannare, &amp; habbi errato, come nel discorso si vedrà; ma se questi tali, da nomarli più tosto stolti, che dotti, si spogliassero la veste della prosuntione di sapere, &amp; essere, considerando, che molt'altri possino sapere molto più, che non seppe il lor maestro, e se bene egli tiene nella Filosofia il primo luogo, che egli fu huomo, composto di quattro Elementi, come ogni altro, e che non seppe tanto, che molto più, come si è detto di sopra, non possi sapere qualcheduno, e che  non era Dio, poi che si mostra da molti con palpabili ragioni, in molte cose non hauer detta, nè conosciuta la verità, &amp; essersi ingannato, come ha fatto in questa ; come anco, che più certo studio è la speculatione, con la sottigliezza dell‘ingegno, qual vede con l'occhio del corpo, e della mente, quello che è in verità, &amp; in effetto ; che lo studio de i dotti, e l’opinioni di quelli, poi che il testimonio di vdito non proua, nè fa fede , l'andariano meglio considerando , e non lo sprezzariano, hauendo consideratione primieramente, che l’Autore in prouare questa sua salda opinione non è andato per argomenti logicali, nè per ragioni sosistiche, stiracchiate, e sottili tanto, che da se si scauezzino, ma con semplici, e pura , &amp; naturale filosofia salda, e sincera , e con viuaci, e palpabili ragioni fa chiare le cause, &amp; effetti del lume, raggi, e corso della Luna, cratte dalla vigilanza, osseruanza, e speculatione. Nè si marauigli alcuno, che egli non habbi osservato bel ordine di dire ornato, e che in essa non si trouino allegationi, poi che l‘vna l’ha causato il non sapere, e l’altra il non potere; perche essendo il trattato contro l’opinion commune, non ha trouato compagni, se non la Scrittura Sacra, alla quale, come più salda filosofia di tutte, dettata, e scritta dalla bocca, e mano di Dio, si è accostato, nè da essa intende partirsi, soggiungendo, che si contenta che quella, appresso a i <pb n= "7"/> Lettori, che tengono il contrario, sia di nessuna autorità, e valore, poi che crede, che vi saranno alcuni professori di diabolica filosofia, quali concorrendo con Auerroe, e con molti altri scientiati ignoranti, non credendo, che Dio habbi fatto cosa alcuna, non l’accetteranno, però prega questi, che messe da parte quelle salde sacre allegationi, vadino  bene considerando l'altro naturali , e con pure, e semplici , salde , e non sofistiche ragioni gli contradichino , alla censura de i quali, cioè de gli huomini di giuditio , e di ragione, e che senza presumersi in verità sappino, l’Autore si sottomette, non negando &amp; in parte, e forse anco in tutto essersi potuto ingannare, il che se non confessasse, non manco de gli altri prosontuosi si vestiria la pelle dell’Asino; ma niega bene , che a molti gonfi di superbia vana, quali ad ogni parola vanno dicendo, noi altri Filosofi , non considerando, che l'esser Filosofo non consiste in quel penitus , penitus , quale anco si dà ad infiniti bufali, simili forsi ad essi, sia lecito darli emenda, a i quali egli si offerisce mostrare con ragioni, che essi hanno più del temerario , che del, saputo, e che non tocca a loro a darli dell’ignorante per la testa poi che come ciechi non possono scorgere il vero, e se sono Dottori, che meglio staria la laurea che gli fu data, all'Asino, che ad essi. E' sicuro anco, che non mancherà vn'altra spetie di maligni de trattori, che diranno , si conosce bene, che l’Autore è ignorante, e che non è profession sua il trattare di Filosofia, e che molto meglio haueria fatto a scriuere della sua, se ne sà ; alli quali si potrà da lui con ragione rispondere , che molto maggiormente in quella , come della maledicentia professori, quanto in altra senza ragione, come è solito di quelli, lo lacerariano, poi che essi , senza ragione, in quella di che fanno professione, e glie ne pare sapere, gli contradicono, tanto più in consequenza in quella, che non è loro , contro ragione si metteriano a lacerarlo , poi che l’ignoranza non ste mai senza l’inuidia , nè l’inuidia  senza la maledicentia , quali in vltimo sempre generano <pb n= "8"/> cose contro, &amp; in tormento di quelli stessi. Nè sono anco per mancar di quelli , che vedendo questo discorso scritto in lingua volgare, con derisione sono per dire, questo è vn Dottore adottorato in Matematica, Astrologia , e Filosofia volgare ; a i quali da lui se gli potrà con verità rispondere, poi che altra ragione non hanno dal canto loro, ch’è meglio esser mezo Dottore in volgare, che intero Asino in latino, come saranno questi tali , con mosti altri ; poi che con questo detto loro vorranno intendere, che non si possi dire cosa buona, vera, e salda se non si scriue in lingua latina , non considerando questi sciocchi susurroni, che se tutte le scientie hauessero hauto a scriuersi nella più perfetta lingua di tutte, che nessuna saria scritta nella latina, approuando anco essi, forse che nel bello scriuere latino, e nella facondia di quello consista la scientia , e sapere , e che chi non sà dire in quella , non possi sapere niente , nè scriuere cosa buona ; non considerando questi poueri di spirito, che questo scriuere , e parlar latino non è stato introdotto , e mantenuto per altro fra la gente volgare , se non per tirannia, &amp; auaritia ; prima, perche chi non ha commodo di imparare latino, e che è di spirito eleuato, ancora che non sappi leggere a pena volgare, non possa contradir all’opere loro, non le intendendo. L’altra, è stata introdotta ne i tribunali , oue si discutono le leggi, nel medesimo idioma scritte, per far solo bottega, e mercantia sopra le liti, e cause de gli huomini volgari , il che non haueriano fatto , se le cause si trattassero in lingua volgare , ma non già perche quella sia di necessità al viuere nostro in parte alcuna, nè facci più, ò manco l'huomo eleuato di ingegno, poiche si vede manifesto che saranno infinitissimi, che di lingua, &amp; espressione latina agguagliaranno Cesare , e Cicerone , con tutto questo, non hauendo altro in loro , sono simili alle bestie, poiche sono i più stolidi, &amp; inetti animali in tutto il resto, che siano al mondo, imperò frenino questi tali, se possono, ò se lo sanno fare, alquanto la lingua della detrattione, <pb n= "9"/> &amp; se vinti dal fatto di sapere non si degnano seggere , ne sentire parlar volgare, come cose lontano dalle incomparabili scientie loro ,  stiamo sempre con pedanti, e lo faccino prima da alcuno di quelli traslatare in lingua Cioeromana, e cosi poi con honor loro si potranno mettere a darli vna passata, perche l’Autore, se bene anco egli l’haueria potuto, e saputo fare, se non in quella, almeno in maccaronian a, si è compiaciuto di questa, acciò i latini insieme con i volgari, quali stima non manco di giuditio intero, possino dire liberamente sopra di ciò, l'openione loro, e riprenderlo, approuarlo, come gli detta la ragione, o bestialità di ciascheduno;  che nè per detto di questsi, nè di quelli la verità mutara luogo ;  e forse l’Autore potria esser fatto capace d’hauere errato da vn semplice, con ragioni semplici, e naturali , che da vno soffistico , e cauilloso con suoi sillogismi logicali, quali a gli huomini , che non si sono esercitati in quelli , come l'Autore, fanno parere il bianco nero, e gli fanno lasciare la via della verità per quella della bugia, non considerando , che meglio è essere contro la commune, che contro la ragione, non hauendo quelli fermato ben il punto , come presume hauer fatto l' Autore, non intendendo mutare openione per argomenti tali ; ma si bene per ragioni salde, e naturali. Crederà bene , che da qualche bello spirito si potrà con qualche apparente ragione contradire a qualche parte ; ma se questi tali andaranno adunando tutte insieme l’altre contradittioni prodotte, troueranno, e conosceranno , senza altre repliche sue , la vanità delle sottigliezze loro . Nè vi mancheranno anco di quelli, sentendo che questa nuoua openione non è solo contro quella d’Aristotile , ma anco contro la commune, ostinatamente presisteranno nell'error loro ; ma questo poco importa , poi che non è articolo di fede. Legga adunque il benigno, e giuditioso Lettore con sana mente il presente breue discorso , e se troua in qualche parte, o in tutte, che l'Autore habbi errato, lo scusi , della quale non è in parte indegno , poi che non si deue vergognare <pb n= "10"/> egli d’essere, se non in altro, stato compagno di tanti illustri, e diuini scrittori, quali con tutta chiarezza de gl’ingegni loro non han potuto fuggire questo scoglio dell'errore, quali tanto più lo fan degno di scusa , facendosi comparatione dalli studij, professioni, &amp; opere loro, alla diuersa professione di quello, quale l'ha tenuto , e tiene occupato in fatiche, e trauagli corporali, e mentali, in tutto diuersi, e contrarij alli studij, e professione di filosofia; il che se  non vuol fare per imparare , lo faccia almeno per ridere , nè si sdegui, poi che l’ascoltare ancora i pazzi, non è segno se non di prudenza, e scienza, atteso che anco da quelli, e da i loro detti non solo si può pigliare spasso , ma anco molte volte contemplando, e considerando imparare.</p>  
<pb n= "11"/>
<lb/>Dialogo
<lb/>DI FR. VLISSE ALBERGOTTI
<lb/>ARRETlNO CAVALIERE
<lb/>GIEROSOLIMITANO
<lb/>E COMMENDATORE DI S. PIETRO
<lb/>ALLA MAGIONE DI SIENA. 
<lb/>Interlocutori Astro, e Logia.
<sp>
	<speaker>LOGIA</speaker><p> carissima, e da me per la benignità , &amp; beneuolentia tua verso me , estremamente amata , quale amore causa in me beneuolentia superiore alla tua verso di te, e mi stringe per ben tuo, à dirti quel che molti altri per non ti dispiacere, per non esserti quei veri amici, quale io ti sono, lassano di farti noto; quale è, che io intendo, che contro l'opinione commune, facendo ridere di te quelli che intendono la pazza tua opinione, cioè, che non solo alla salda opinione de gli Astrologi, e Matematici, che più di 2000. anni sono stati, &amp; à tutti i loro seguaci che furono, e sono; ma anco à quella d’Aristotile istesso padre, maestro, e principe della vera Filosofia cerchi contradire, sforzandoti con vane ragioni di mantenere la Luna non riceuer il lume dal Sole, ma  che sia suo proprio; qual cosa non sò con che fondamento possi mantenere, e mi marauiglio, se bene io ti conosco di gran giuditio , <pb n= "12"/> come tu non riconoscendo te stessa , considerando alla tua poca scientia , a comparatione di quelli , ti sia messa, contro la salda opinione di quelli , à dire vn paradosso tale, quale fa da me, e da tutti gli amici che ti conoscono, e che ti vogliono bene, hauer di te compassione , pensando che non sij più di quel sano, e saldo giuditio , che fin hora sei stata tenuta , e che incominciando à deliriare, à fatto non impazzisca; e che oltre di questo di più ti vai opponendo à molti chiari, &amp; illustri scrittori, e rari ingegni, che sono in questi nostri tempi, quali mantengono con saldissime ragioni l' Acqua essere assai minore della Terra, e che questi due elementi siano al presente perfettamente corpi sferici, e rotondi, e che tutta la Terra sia perfettamente nel centro del Mondo; come anco à l’opinione di quelli, circa l’apparitione della Terra fuor dell’Acqua, da noi mortali habitata, volendo ancora presumere di sapere se il Mondo deue mancare , ò nò, e se due son le cause, &amp; il modo, e’l tempo del mancamento di quello, quali cose, come di sopra hò detto, fanno stupire gli amici, &amp; à gli altri danno occasione di ridere, sapendo la tua scientia: imperò ti prego, per bene, &amp; honor tuo , che vogli desistere da queste tue strauaganti opinioni, poiche contro di te hai l’opinion commune, &amp; di tutti i sauij, e dotti huomini del mondo, che sono stati, e che sono, non solo in questa, ma in tutte le professioni; però credi al tuo tanto affettionato Astro, al quale sò che porti ogni amore, perilche non ti vedi mai satia di contemplarlo, lascia , lascia andar queste tue erronee opinioni, <pb n= "13"/> quali non credo, che habbino fondamento alcuno , se non nella tua imaginatione: questo ti dico per il reciproco affetto, ch’è fra di noi, corne credo, che credi.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Astro, il tuo auertimento non mi è men grato, che mi sia il vago aspetto tuo, poich‘egli mi conferma lo scambieuole amore di te in me, quale saria bastante à farmi fare ogni gran cosa , fuor che di lasciare la via della verità, qual maggiormente amo, per quella dell’errore , nella quale, ingannata dalla fama di  tanti scrittori, ò dalla affettione, che mi porti, mi pare che mi vogli far caminare, come fino à qui sono andata anch’io, non pensando più oltre, ingannata  dall’opinione commune, insieme con li Scrittori delle cose da te sopra allegate , dalla quale pregoti à non ti voler lasciare totalmente auuiluppare l’intelletto, che chiuse l’orecchie d’ostinata impressione, pestifero dolce veleno de gl‘ignoranti, non lasci d’intendere le naturali viuaci ragioni, da me circa ciò da allegarsi, ò prodursi , quali se ben saranno contro à l’opinion commune, assai mi piace più, che sieno contro l’opinion commune, che contro la verità; e si come anco dici , che molti marauigliandosi di questo mio non più vdito pensiero, si ridono di me, io ti rispondo, che la marauiglia hà due faccie, vna bella, e l’altra brutta, vna delle quali indica sapientia quella sua alteratione, e l’altra ignorantia, secondo da che si causi , e le qualità in cui si causa; quanto al riso poi che da te si dice, che l’opinion mia causa in quelli, non dirò altro , se non che l’ignorante hà queste  parti per compagne, cioè l’ostinatione, l’inuidia, il disprezzo, <pb n= "14"/> &amp; il finto riso , perche non sapendo la ragione, si stà ostinato con l'opinione de i più, e non sapendo contradire alle salde ragioni altrui, quali  in parte fra se conosce vere, si rode d’inuidia , quale causa il disprezzo di quello, con vn per dentro di lui amaro, e velenoso riso; imperò mi contento, che questi tali approuino per paradosso queste mie nuoue, e non più vdite opinioni, poiche la verità non ha cura del detto, e del riso dell’ostinato vulgo, nel numero del quale ti prego, per il splendore dell’aspetto tuo, quale reflette in me, di fare di non essere connumerato; non stimando che Aristotile , e tutti gli altri Scrittori del mondo, che sono stati, e che al presente si trouano, non possino nell’opinioni, che hanno hauute, &amp; hanno circa il lucido della Luna , &amp; dell'altre cose dette da te, essersi ingannati, e che non si  possi trouare vn'altro, che possi addur ragioni in tutto, e per tutto contrarie alle loro, e più vere, e più salde di esse , quale è proprio natura dell’ignorante, &amp; ostinato volgo; imperò non ti marauigliare come ignorante ; ma come saggio, e desideroso d’ vdire  opinion nuoua, e vera; dimanda à me dunque le ragioni di questa mia nuoua speculatione, che come affettionata, e carissima amica ch’io ti sono, te le farò note, quale anco à me sarà di gran contento, poiche sarò certa di dirle con vno ch'è congiunto di reciproco inseparabile amore con me, che sentendole non mi adulerà, e con amore, dicendo io qualche cosa, che discordi dal vero, mi riprenderà, riprouando quelle con viuaci ragioni, non dando più credenza <pb n= "15"/> alle false sottigliezze di infiniti illustri Scrittori passati; che alle vere , e salde ragioni d ’vna , che per il grande amore che ti porta , stà sempre contemplando il tuo diuino aspetto;  ricordandoti, che gli argomenti logicali non fanno che la verità torni bugia; imperò se hai caro d’intendere queste ragioni di questo mio in fino a qui non vdito pensiero, interrogami, come hò, detto, di quelle , ch’io te le farò note ; pregandoti à contradirmi in tutto quello, che ti paresse che dissonasse dalla tua opinione, e dalla verità, che non mancarò di replicarti in quanto da me si potrà, e che mi parrà di ragione : e ti prego, che si come io alle tue salde, e vere, ti prometto di rendermi vinta, così come ositinato non vogli con soffistiche ragioni opporti alle mie piene, come io credo, di verità, ma solo replicarli con ragioni chiare, e vere di naturale Filosofia, quali habbino stabilità, e fermezza; e così potremo veder chiaro se i miei detti, ò quelli d'altri sono paradossi , per il che con le tue contradittioni verremo in cognitione della verità, perche si come l’oro si raffina, mettendolo più volte al fuoco , così quella per le molte repliche , e contradittioni. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Desiderosissimo son io d’intendere queste tue sottili contradittioni contro l'opinione di tanti grand’huomini, e ti prometto, che nel mio contradirti non  andarò con soffisticherie, ma con semplici, e naturali ragioni, come desideri, &amp; anco conoscendomi vinto, non starò ostinato, se bene saranno contro l'opinione delli maggior professori che sieno, e che sieno stati, à i quali corre tutto il mondo dietro, piacendomi accostarmi <pb n= "16"/> più alla verità, che à quelli, quando però di nella sia fatto capace, imperò dimmi, vuoi tù ch'io sia il primo à farti quesito, ò pur vuoi tu incominciare senza me, replicandoti io dipoi? vogliamo anco, che sia il primo nostro discorso sopra gli accidenti della Luna, il che à me sarà di più gusto , e sodisfattione, ò pur de gli altri, che in ordine seguono à quelli , come si è detto ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Sia di qual ti pare il principio, che poco importa,  che sia prima l’vno, che l’altro, e se tu vuoi ch’io dia principio,  à me non importa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dà ti prego principio, &amp; lo sentendo cosa, che mi  paia, che discordi dalla verità, ti andarò replicando, e contradicendo quanto io potrò, e saprò, con ragioni sincere , e naturali, senza velamento alcuno .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Io sono contenta, e con il nome di Dio, e di Maria  sempre vergine darò  principio in questo modo . Non è egli vero, che da i Matematici, Astrologi , e Filosofi , come anco da tutto il mondo , qual crede alle opinioni di quelli , che la Luna habbia il lume dal Sole quando più, e quando meno , secondo che da quello si troui più lontana , ò vicina?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questa è opinione commune non solo di quei dotti, ma anco, come hai detto, di tutto il mondo, e per  conseguenza è mia ancora, poiche à me pare, per l’alteratione di quel lucido, che si vede in essa nell’auicinarsi, &amp; allontanarsi dal Sole, che non possi essere altrimenti ; &amp; se questo non fosse vero , ella staria sempre lucida ad vn modo nel sotto entrare , &amp; accostarsi ad esso, come ancora nello scostarsi . <pb n= "17"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> A questo primieramente da me si risponde, che se fosse vero, come dicono , e tengono quelli , e come  è la commune opinione , che la Luna pigliasse il lume dal Sole , e che detto suo lume fusse causato dalla repercussione de i raggi Solari, certa cosa è, che i raggi di lei sariano assai più caldi, più pungitiui, e più potenti in terra di quelli di lui, poiche ognuno sà, che il riuerbero è molto più potente, e massime percotendo quelli in loco concauo, e conuesso, che l’istesso semplice, e puro calore, e massime essendo ella più vicina alla terra, recipiente di quelli , il che fa chiaro esser falso , essendo quelli di lei più tosto freddi, &amp; humidi , e tanto più, quanto è più lucida, e più lontana dal Sole si ritroua, &amp; à lui più opposta; e di questo ne sia l’essempio , il Sole con i suoi raggi non hauendo riverbero alcuno, nè moto del recipiente di quelli, non accende cosa alcuna da per se, ma oppostoli un corpo concauo, e lucido, &amp; anco che quello non sia lucido arde, &amp; accende l'opposto opposto à i suoi raggi reflessivi , come è chiaro per lo specchio concauo , e per altri materie simili; e però si conclude la Luna esser da per  se luminosa. Rispondi Astro se puoi  à questo, e con la tua, e con quella delli maggior Scrittori opinione. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E’ stata bella la tua ragione, ma non è buona quanto ti pare, perche se tu hauessi considerato alla vicintà  del cielo della Luna a gli Elementi dell’Acqua, e della Terra, non ti sarebbe parsa, nè ti parrebbe così efficace. <pb n= "18"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Vuoi tu forse mostrare con questo tuo detto, che l’humido, che hà la Luna in se, &amp; il freddo auenga, che tali qualità le riceua da quelli? </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Altro non voglio dire, poiche  reflettendo i raggi,  che ella riceue dal Sole in questi due Elementi, attrae con quelli quelle due qualità di freddo, e d’humido, che ella in tutti i tempi ci porge con i raggi suoi . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E se tu anco hauessi meglio considerato a gli effetti che fa il Sole con i suoi raggi, tu non m’haueresti contradetto , poiche quelli essendo caldi, e secchi,  ancorche con la loro violenza attrahino a se il freddo, e l’humido, con tutto ciò non lassano la loro qualità , così anco se quelli della Luna, quali dicono riceuerli dal Sole , essendo cosi come dicono essi , molto più doueriano conseruare quelle qualità ,  che ella riceue, essendo, come di sopra si è detto, il riuerbero più potente del caldo proprio, e maggiormente doueriano esser sentiti da noi,  e conseruari maggiormente, nella propria loro caldezza da lei; e pure il contrario palpabilmente si sente da noi: e se tu mi dicessi, che’l Sole gli contribuisce solo il lucido , e non il caldo , il che non può essere l’vno senza l'altro ; &amp; se bene questo ti concedessi, ti dimandarei, che parte attrattiua per pigliare le qualità del freddo , e dell’humido restaria alla Luna , poiche non essendo in lei calore alcuno, non potria attraere l'humido , e non hauendo quell'humore che li faccia forza, senza dubbio, <pb n= "19"/> che  se ne starà , caderà al suo centro;  e poi tu dici che piglia quelle qualità dell’humido, e del freddo dall’Acqua , e dalla Terra , &amp; io ti dimando , perche non piglia la qualità del fuoco, essendo molto più vicina à quello, se queste qualità sono distinte, come dicono i professori d'Astrologia, e gli altri loro annessi? E poi non sai tù, che vn’Elemento non può stare per longo tempo , non che per sempre, separato dal suo proprio? e quel poco che egli vi stà, vi stà per forza, e però è cosa certa che il lume humido, e freddo, che hà la Luna è suo proprio naturale, datoli dal grande Dio.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Sono state assai buone ragioni le tue in riprouare  la mia opinione , ma nondimeno io tengo , che se  per virtù diuina la Luna non fusse illuminata dal Sole, che sempre staria luminosa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> A questo per hora non voglio darti altra risposta,  poiche più oltre ti dirò la causa perche non stà sempre lucida ad vn modo , &amp; anco se  sia di necessità, quanto a noi mortali, che ella sia di tal variato lume, e perche sia, se pur ti ricordami di domandarlemi, perche altrimenti si lasserà, per la mia debile memoria, a dietro qualche dimostratione , e forse la più bella a sapere, e la più sottile,  che tutte l’altre, che sopra tal materia in questo nostro ragionamento si possa intendere, imperò se la vorrai sapere, a suo loco ricordati di dimandarlami, che non ti mancherò.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non dubitare , che io non te la ricordi, se non la  dicessi da te; ma perche, se a sorte me la scordassi, <pb n= "20"/> non la dici hora, per riparare a questo mancamento di memoria tuo, e mio, ilche potrebbe facilmente accadere, che per ciò si lasciasse a dietro .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Ti dirò, sono di molte altre cose, quali sono più à  proposito anteporle in questo ragionamento a questa parte , e però non è bene per cognitione d’vna causa tale , che prima non si concluda se la Luna pigli il lume dal Sole , ò nò : perche questa è vna speculatione tanto alta, se ben par cosa commune, che forse ognuno non la sà, e forse anco nessuno l’hà saputa fin’hora. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Gran cosa bisogna che sia, poiche tu la magnifichi tanto , e la fai così alta , e difficile .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> A me par grande , e di gran consideratione, se bene ad alcuno, che io ne hò adimandato la solutione gli è parso vna burla, &amp; ò per non hauer forse io saputo porgere il quesito , ò perche da quelli non sia stato inteso, mi hanno risposto cose generali , e fuori quasi in tutto del proposito della mia petitione, andando sopra cose generali, quali ogni fanciullo quasi le sà , se bene sono della professione , imperò a qualche occasione ricordamelo .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non mancarò ; ma io credo, Logia carissima , che certo tu t’inganni, se bene adduci ragioni, che hanno del sensato e sono assai potenti a prouare la tua intentione, quali sono causate, ò nascono più dalla viuacità dell’intelletto tuo, che da altro, perche si vede manifesto che queste tue sottigliezze , &amp; apparenti ragioni sono veramente apparenti, ma non stabili, e vere, per questo essempio. E’ posto vn <pb n= "21"/> vaso pieno d’acqua dentro ad vna stanza, qual'acqua , percotendo con i suoi raggi il Sole, causa vno splendore nell’opposta parte à quell’acqua , secondo che quei raggi la feriscono, e si và variando , e mutando quel lucido causato dal Sole , mediante il diafano di quell’acqua , si come varia la  ripercussione de i raggi Solari in quella , e per la varia percussion di essi , varia ancora il lucido causato da quelli, facendosi quando sferico, e quando ottuso, quando picciolo , e quando grande, come proprio fa la Luna mentre che, come dicono, ella riceue il lucido da i raggi Solari .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Questa tua sottile , e bella comparatione è quella à gli occhi miei, lucidissimo Astro , che fin’ hora tanti Filosofi naturali, e speculatiui ingegni hà ingannati, quali (perdonimi loro) si sono lasciati ingannare, oltre al tuo detto, ancora dal vario viaggio , e corso della Luna per il Cielo, e dall’auicinarsi più, ò meno al Sole, e da i suoi varij effetti, &amp; in particolare dal lume di lei, per non esser tanto lucido, e potente, quanto è quel del Sole, come è quello propriamente dell'essempio addotto da te, inmaginandosi che la Luna con i suoi raggi illumini noi, come fa vn corpo diafano, e lucido, atto a riceuere i raggi solari la parte oscura oppostali , come hai detto , qual cosa non solo fanno i raggi del Sole, ma anco qualsiuoglia lume, ò lucido fa il medesimo effetto di illuminare l'opposto à l’opposto al suo lume; e quanto sia falsa la tua allegata ragione , da quest’altra mia si può comprendere . <pb n= "22"/> Il Sole con i suoi raggi non fu fatto da Dio se non per necessità di noi mortali, poiche l’altre creature superiori à quello, &amp; a noi non hanno bisogno del lume di lui, e suoi effetti; hora essendo egli fatto solo per noi, certa cosa è, e da non starne in dubbio , che i raggi , effetti, &amp; operationi sue hanno termine nel centro del mondo , e non possono passare vn punto più oltre, come tutte l’altre cose per seruitio nostro ò graui , ò leggieri , ò luminose , ò oscure che sieno , per le ragioni, che in altra occasione più di sotto si diranno: e se ciò non fusse vero , tutte le cose create cascariano alla parte del Cielo , quale pare , ò è ad esse superiore; e questo lo fa manifesto, che ancorche il Sole, per quanto si tiene, sia maggior tanto della Terra, con tutto ciò  non si veggono da noi nella notte in parte alcuna del Cielo nè poco , nè assai lo splendore de i raggi suoi , il che non auuerria se essi passassero oltre il centro , &amp; arriuassero al corpo della Luna diametralmente oppostali ; &amp; se bene fra noi , &amp; il Sole ci fosse diametralmente interposta la Terra, noi gli vedremmo almanco splendere nel Cielo dalle parti laterali , come quando la sera egli è passato di poco il nostro emispero , ò come la mattina , auanti che i suoi raggi scuoprino il nostro clima; a talche non lassaria mai far notte, rispetto alla grandezza sua, alla espansione di quelli, &amp; alla picciolezza della Terra, essendo disuguaglianza di grandezza fra loro, senza che il reflesso di quelli nel conuesso del Cielo illuminariano tanto il mondo, che, come <pb n= "23"/> si è detto, non lassariano mai far notte. Hora dato questo fondamento fermo, da non starne in dubbio  in modo alcuno, vorrei sapere come può stare, che non passando quelli più oltre , essendo la Luna in oppositione con il Sole, i raggi di lui la possino arriuare, &amp; illuminare, poiche essi sono lontani, cioè l'vn corpo dall’altro quasi la metà più , ò il terzo fra doue terminano i suoi raggi, al Sole istesso : di più , come di sopra hò detto , se ella pigliasse il lume da lui, ne verrebbe in conseguenza, poiche il riuerbero è più potente dell’istesso semplice natural calore, che non potesse esser mai inuerno, poiche lei con i suoi raggi reflettiui non lassaria imprimere il freddo nell’aria; e che anche sia cosa certa, che i raggi di lui non passano oltre il centro, si vede, che quando egli si scosta dal nostro clima, che non hauendo, per la distanza sua da quello , i suoi raggi vigore di poter mouere gli humori della terra , nè risuegliarli , che gli alberi si spogliano di frutti , e  foglie , e restano senza humore , e quasi morti , e secchi ; &amp; per il contrario , quando quello si accosta, &amp; che i raggi per la sua vicinità sono potenti , e che posson muouere gli humori della Terra , quelli fanno fiori, frutti, e foglie , &amp; in vn’insante surgono l‘herbe, &amp; i fiori , che per la sua lontananza erano prima quasi morti : quali cose non si causariano, e non si mutariano, s’egli fusse con vigore  ad vn modo in ogni tempo , e postura , e se quelli  passassero il centro del mondo, &amp; arriuassero all’altra parte del Cielo oppostali. E perciò non è buona <pb n= "24"/> la tua similitudine dell’acqua, e de i raggi del Sole.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E queste non sono male ragioni, à giuditio mio; ma io ti dico bene, ch’io credo, per quanto io hò letto, che tu ti inganni, tenendo che i raggi del Sole non passino più oltre del centro, poiche gli Astrologi , e Matematici prouano con viuaci ragioni, per l’ombre della Terra , che i raggi di lui passano il cielo di Mercurio , &amp; arriuano insino a quello di Venere. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Coteste sono opinioni fantastiche, che non hanno fondamento di ragione nessuna, nè di Filosofia naturale, nè d’Astrologia, nè di Matematica; ma son più tosto folli opinioni, scritte solo per parer di dire qualche cosa di nuouo, e per empire il foglio , e per fare, per così dire, impazzir gli huomini grossi, per voler dargli ad intendere di hauer qualche ragion fondata di dire, il Sole illumini la Luna, ilche se non hauessero ritrouate, non hauerino potuto trouare ripiego per mantenere in piedi la loro pazza opinione, ancora in mente de gli huomini di poco giuditio , e sciocchi , il che si dimostrerà da me falsa per le congetture, e ragioni, che da me nel trattare de gli eclissi di lei si diranno . Ast. Hai tù altre ragioni da dire circa questa tua strauagante opinione, per la quale da gli inuidiosi detrattori sarai, credo io, lacerato , ancorche contro ragione, per quanto fin hora intendo, poiche non mi sono dispiaciute queste tue fin qui allegate ragioni. <pb n= "25"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non fu mai detrattore, e maldicente, che non fusse huomo ingiusto, nè ingiusto, che non fusse tristo, &amp; ignorante, e che non si conoscesse vinto; perche la maldicentia è la tromba de gl’ignoranti , e della malignità , e tristitia di quello che la suona , qual suono non sento ne gli huomini saggi, giusti, e di ragione.  Quanto poi alle ragioni da allegarsi da me sopra ciò sono molte,  e se queste poche allegate ti sono piaciute, queste altre ancora credo non ti dispiaceranno.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Horsu non tardar più, che io resto così marauigliato, che ti marauigliaresti, e stò con gran gusto ad ascoltarti. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Pur che la tua marauiglia non sia di quella dal viso brutto, macchiata d'ignoranza, e d’ostinatione.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Deh non tardar più, amante amatissima, poi che hò desiderio grandissimo d'intenderle.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Il desiderio altro non è, che vna conchiusione, &amp; vn fine di desiderio , quale è in viaggio, che tormenta più, quanto più si appressa à quello, per ciò hora  è comportabile da te,  poi che non ti può esser di troppo tormento per la lontananza,  essendo da dire , e fare vn pezzo per venire al fine di quello, però puoi tardare vn pezzo in cotesto picciol tormento.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p>. Deh non mi far più penare, dilettissima amante, che se più tardi, il lucido del mio volto si coprirà di nubiloso sdegno, e non lo potrai più contemplare.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Vitna dal timore del tuo protesto, così soggiungendo dico, che i raggi, e lume della Luna sieno suoi <pb n= "26"/> propris, e naturali, e non attaccati , guardisi  , che quando di verno è più opposta al Sole, e più piena di lume, tanto maggior freddi, e giacci porta , poi che con essi aggiunge freddo à freddo, &amp; nella state humidità, e rugiade ; il che non saria se li suoi raggi, e lume fussero figli di quelli del Sole; perche si come il Sole con i suoi raggi attrae i vapori del Mare, e della Terra in aere, così ella con i suoi, se non ve li attraesse, almanco ve li manterria, non comportando , che essi calassero à basso , e tanto più , quanto fusse più piena di lume, del che si vede il contrario . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questa hora non ti concedo, e vedo che vai con le tue ragioni perdendo di forze, e mancando, e credo che sempre sij per andare di male in peggio , e che quanto di buono in questo discorso doueui dire, già sia detto, e che non s’ingannino quelli , che si marauigliano, e ridono di te. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Forse non è viuace ragione l'allegata ? dì quel che  senti in contrario , perche forse mi farai con qualche tua ragione mutar proposito, e pensiero,ò sentendoti replicare ti potrei trar d'errore. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Così dico, che pur di state ne’ plenilunij, di notte fa maggior caldo, che quando ella non è luminosa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Io pensauo, che tu hauessi qualche gran ragione in contrario, ma il tuo detto è più in corroboratione del mio, che contra di quello, dicendoti, che io ti concedo , che è vero il tuo detto , come anco che sono causati da i raggi di lei , ma non di causa efficiente, ma sussequente ; poi che questo auiene <pb n= "27"/> solo quando è stato impresso totalmente l'aere di caldo da i raggi solari, ma non già prima, nè poi , cioè auanti che’l Sole habbia finito di discacciare totalmente il freddo, nè anco quando l’aere sia in parte raffreddato , ma solo in quel tempo fa efffeto tale, quale è causato da quello , cioè, che spandendo i suoi raggi freddi sopra l’aere , già da i raggi del Sole infocata, con essi lo caccia, e spinge sopra di noi mortali; e così fuggendo il caldo, com’è suo proprio, il suo contrario si ritira più sopra la terra : e questa pare à me efficacissima ragione contro la tua obiettione , in corroboratione della mia, come di sopra hò detto, e non in contraditione, come dici.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Naturale, &amp; efficacissima ragione è stata la tua contra la mia, e fin qui per ciò mi rendo vinto . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> In altro ancora , se ti vorrai mostrar ragioneuole , dirai così, imperò intendi quest’altra . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì ti prego.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se la Luna pigliasse il suo lucido, e splendore dal Sole, certa cosa è, che quando essa è in oppositione con quello, e che il Sole la guarda di retta linea, dividendo il Mondo in due parti eguali , che non si vedriano nel corpo lunare quelle ombre, essendo ella in quel tempo, più che nell’altre posture attissima à riceuere i raggi di lui in ogni parte, quali in quel tempo maggiormente vi si veggono.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Di queste ombre, che dici che maggiormente si veggono in lei, ne può esser la causa, per non esser quel corpo cosi piano, &amp; equale, come à noi pare, <pb n= "28"/> e che quei raggi in quelle parti non potessero  penetrare, nè quelle riceuerli.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Il tuo potria essere, non fa per questo contraditione alcuna alla mia allegata ragione, ouero obiettione. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non in tutto, ma hà pur anco del verisimile, ma con tutto ciò  hai tu altre ragioni da allegare, e produrre sopra à questa tua opinione ?  </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Per la Dio grazia non mancano infinite altre ragione, per difendere l’honore della mia cara, &amp; amica Proserpina, e per ciò ti dico, oltre alle allegate, si proua per quest’altra esser da se luminosa , e non pigliarlo altramente dal Sole ; che quando ella è lontana dal Sole per tre, ò quattro gradi, si scorge,  e si conosce, ancorche oscuro tutto il resto del suo orbe , e di tutta la sua circonferenza, apparendo intorno al corpo non lucido , quanto vn filo di lucido per quanto tiene l'oscurità della circonferenza oscura, quale congiunge con quella parte lucida, che dicono riceuerla dal Sole, se bene è coperta da quella oscurità , qual cosa fa manifesto , che ancora l’altra parte, quale da gli Astrologi si tiene essere oscura, per non essere scoperta, e ferita dal Sole con i suoi raggi, esser lucida, ancor che il Sole con i suoi raggi non la scuopra tutta ; &amp; in somma ò il Sole in quel tempo la scopre tutta , ò nò , se la scopre tutta, come non la illumina tutta? se non la scopre tutta, come appare quel filo di lucido tutto intorno alla sua circonferenza? Se ella adunque pigliasse il suo lume da lui , certa cosa è , <pb n= "29"/> che da noi non si potria conoscere,  e vedere, come si è detto , tutta la sua circonferenza lucida in tal tempo, e postura, come si fa per il filo, ò rigo lucido sopradetto,  chiarissimo à gl’occhi nostri; ma solo si vedria quella parte lucida, che si dice illuminarla il Sole in tal tempo, e postura. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Ancor questa mi è parsa assai buona speculatione ; ma si credere, ch’ella non possi esser buona, per l’augumento, e mancamento della luce di lei nell’allontanarsi, &amp; accostarsi à quello, qual cosa mi fa vacillare sopra questo tuo detto. Da l'altro canto non sò che mi dire, se non che, con tutto ciò, stò nella medesima credenza , per hauer quella quelle continue mutationi di luce nell’accostarsi , come di sopra hò detto, à quello, il che se non fosse, staria sempre ad un modo luminosa .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> A questo che dici , che staria sempre ad vn modo, se non fosse dal Sole illuminata, si mostrarà la maestria, e l’artifitio del grande Iddio, nel trattare della necessità del suo augumento, e mancamento, e quel che con quello egli habbia voluto operare; ma circa tali accidenti di questa sua alteratione per hora simplicemente ti risponderò in questo modo. Perche tu veda, che il suo augumento, e mancamento non può venire dall’allontanarsi, ò auicinarsi al Sole, ti dico , che se ella pigliasse il suo splendore da lui , certo è, che quando ella stà in augumento, ò mancamento di lume, che ella haueria i suoi corni eguali auuersi per retta linea al corpo solare ; come sarebbe à dire così e <pb n= "30"/>  non starebbe, come molte volte si vede nel corso suo, in quest'altra postura ò più , ò manco, guardandolo per il trauerso ,voltando li alla parte inferiore , ò superiore , secondo che ella cresce , ò manca di lume, e più, e manco, secondo che ella da lui si và scostando, ò auicinando; poiche  illuminandola il Sole, e ferendola non la potria formare in tale aspetto verso di lui, poiche sono corpi sferici, per la qual ragione da ogni naturale si deue indubitatamente tenere il lume della Luna essere suo proprio, e naturale. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io non hò osseruato puntalmente queste posture,  che dici, ma se stanno così, io non sò che mi ti rispondere ; mà dimmi, negherai tù quello, che tanti, &amp; infiniti, e graui Astrologi affermano, cioè , che anco l'altre stelle habbino il lor lume dal Sole , e particolarmente, oltre la Luna, Mercurio, e Venere?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Con questa ragion sola, se bene ve ne sono molte, ti risponderò, dicendoti, se ciò fosse vero, che la Luna pigliasse il lume dal Sole, senza dubbio si potria credere , che anco tutte l'altre lo riceuessero , e particolarmente Mercurio , e  Venere, per esser più vicine à quello, ilche è chiarissimo, che non lo pigliano, perche in essi non si veggono gli effetti , che in lei si veggono , ancorche con questo io non  concludo, che lo pigli lei ancora, e pure si oppongono, si congiungono , si guardano di trino , di quadrato, e di sestile aspetto , come fa essa con quello, e con tutto ciò in quelle non  si vede, e non si sà , che vi sia alteratione alcuna, per le loro posture, <pb n= "31"/> nè di lume, nè d’altro , ma bene stanno sempre lucide ad vn modo, oltre che se esse riceuessero il lume da lui, più lucida , e più splendente , come  auanti hò detto, a modo di dire, saria la notte del giorno , poiche esso , se bene è lucidissimo, e maggiore, come essi vogliono, saria solo, e per il contrario quelle assai più se bene illuminate, e questo lo conferma il lume della Luna, quale dicono causarsi da i raggi Solari, del quale, quando ella è piena, fa lume tale, che se bene non è quanto quello di  lui , nondimeno scaccia le tenebre della notte , in  modo tale, che si può nominare notte lucida, e  chiara, e pure si tiene da quelli, che tutti , fuor che la disgratiata Luna , habbino il suo lume proprio , datoli dal sommo Fattore . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io rispondo, che non fan tale effetto l’altre per non le arriuare i raggi del Sole con quella forza, come fa la Luna, per esser più vicina, e però non possono  hauer quel reflesso, che hà quella, nè far quel lume che fanno i raggi di lei. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> La tua non saria mala risposta, quanto al difendere che il Sole potria illuminare forse anca Mercurio,  e Venere; ma dimmi, come si sà questa cosa, che i raggi di lui arriuino al Cielo di Venere ? Ast. Questa è cosa chiarissima , e nota ad ognuno, e si tocca con mano per l’ombra dell'acqua, e della terra, quale causa la notte , il che prouano con viuaci, e palpabili ragioni tutti i Matematici, sì antichi , come moderni, e poi appare chiarissimo al senso nostro. <pb n= "32"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Tù mi fai ridere con questa loro opinione di questa ombra.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A me pare, che con questa tua risposta vo gli inferire, che quello ch’io hò detto sia vna semplicità, ò sciocchezza.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Nò; ma poco manco.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì la ragione, ò le ragioni se le sai.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se questi Matematici sottili ingegni, e tu hauessi ben considerato, non haueriano detto simili barbarismi, nè tu gli haueresti creduto, e per mostrarti il vero, dirò così, che tre cose sono di necessità à partorir l’ombra, vna delle quali che manca, non si può in modo alcuno generare, cioè il corpo, la luce, e la materia densa, e corporea, atta a riceuere quella forma di quel che si genera.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questo è verissimo. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Tu sai ancora che l’elemento dell’aere per esser corpo sottile, molle, e trasparente, non è atto a riceuere l’impressione dell’ombra, come ne se manifesto l'esperienza.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Ancora à questo consento.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Oltre di questo ti hò fatto toccar con manno, che i   raggi del Sole non passano, e non possan passare  oltre la metà del diametro della Terra.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E questo ti concedo , se bene molti non si accostano, ancorche le tue siano molto potenti ragioni .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dichino questi tali, che non consentono a questo , e che sono d'opinione contraria , le ragioni loro , che forse sentendole mutarò pensiero, ò io gli risponderò: hor basta, che da gente, che non sono <pb n= "33"/> di ordinario intelletto,  sono approuate  per buone  fin qui l’opinioni mie sopra ciò.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Adunque tu tieni, che l‘ombra della Terra , e dell’Acqua non arriuino tanto oltre, quanto dicono questi intelligenti Matematici, &amp; Astrologi?  Log. Io tengo, che non solo non arriuino tanto in sù, ma che anche non passino l’elemento dell'Acqua, anzi, per dir di più, la metà del diametro della Terra, per le ragioni, che seguitano .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dille ti prego. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Le ragioni son queste; tu sai che i corpi densi , e graui insieme con la luce, causano, e riceuono l’ombra;  e per il contrario i sottili non solamente non la causano, ma non la riceuono; hora essendo l'elemento dell’Aria sottile, e trasparente, e non atto non solo a generar l’ombra, ma nè anco a riceuerla, ne viene in conseguenza, che l’ombre, che sono causate, e generate dalla terra, e dall’acqua, mediante i raggi del Sole, non hauendo ricetto nell'aria, non passano più oltre dell’acqua , poiche l’ombra della terra, causata per i raggi Solari, e di lei, non ponno passare nell’aria, poiche, come da me si è detto di sopra, e come sai, che mancando vno de i tre supposti sopradetti, non si può causar l’ombra; hora questo non ti pare forte argomento?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì l'altra , se n’hai più da dire .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Con il sopradetto argomento hò provato, che per il diffetto del recipientie, l’opinione  di questi, che vanno seguitando l’ombre, esser falsa, &amp; hora te la prouarò per vn’altra, cioè, per il diffetto della <pb n= "34"/> luce, dicendo così. Il Sole è concorrente con il corpo a causar l’ombra, non passando (come di sopra ti si mostrò, e più di sotto anco ti farò chiaro) con i suoi raggi il centro del mondo, non può il corpo di quello fare ombra , se non fin quanto la luce lo accompagna , e non passando i suoi raggi più oltre, e mancando il corpo di luce, che l’accompagni , non può passare l'ombra più auanti; e quando anco quei suoi raggi passassero, il che non è , e che arriuassero ancora infino al cielo di Venere, e più oltre, non può, come si è detto , causai si l'ombra in modo alcuno, per non esser l aria corpo atto a riceuerla, come corpo sottile, e trasparente, e così con questa altra ragione della mancanza della luce, ti hò prouato il medesimo. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Ancora tu non hai considerato bene, per il che ti rispondo, che se bene l’aria è corpo sottile , e non atto à riceuer quell'ombra in quel corpo, sono nondimeno atte a riceuerla doue si termina l'ombra , non volendoti concedere, che il Sole non passi con i suoi raggi più oltre, che il centro del mondo, cioè quella circonferenza, che rinchiude in se il centro, e che intersega il mondo in due parti eguali.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E'gran semplicità questa de gli huomini, che si lascino leuare a cauallo , ò in aria da certe loro imaginationi, non considerando, che , ancorche l’ombra passi tant'oltre, ella in modo alcuno non si può imprimere nell’Aere, come l’esperienza ce lo dimostra, &amp; non si imprimendo in quella, tanto manco si può imprimere ne’ Cieli, come corpi più sottili, e. <pb n= "35"/> trasparenti , senza comparatione, dell’ Aria, poiche è di necessità , che essendo più superiori, sieno di materia più lieue , e più sottile , e per conseguenza manco atti a riceuerla, e cosi con questa mia ragioneuole contraditione parmi hauerti mostrato l'errore di sofistici Matematici .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E’ buona consequenza. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Oltre di questo ti dico, che se l'ombra della Terra passasse l'Aria, che quando essa à noi fa ombra, noi non vedremmo le stelle del Cielo da quella parte,  che venisse l‘ombra; ma questi sottili scrittori, senza considerare quello, che di sopra hò detto della luce, e del corpo denso atto à riceuer l’ombra, non pensando più oltre, hanno preso , come sarebbe a dire per esempio vna palla, &amp; l’hanno posta à hore tre diuerse del moto diurno del Sole, cioè al leuante, al mezo giorno, &amp; al ponente, &amp; hanno misurato in queste tre posture quanto sia la lunghezza dell’ombra, che genera quella palla mediante i raggi solari , &amp; il corpo denso opposto à i raggi solari, &amp; alla palla; e per prouare, e mostrar di dir cose, che siano fondare sopra ragioni naturali, hanno calculato quanto sia maggior il Mondo del corpo di quella palla, e così hanno detto, l’ombra di questa palla fa tant’ombra, il Mondo è tante volte maggiore di questa ; però per conseguenza l’ombra del Mondo si estende tanto : e così, non pensando più sottilmente, si sono da se stessi ingannati, e con i loro scritti hanno ingannato anco gli altri , quali, senza considerare più, sono andati dietro <pb n= "36"/> alla opinione di quelli.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A me pare , carissima amante, che da vn pezzo in qua noi , che siamo in pensiero di cercare il vero , habbiamo abbracciato l’ombra ; imperò torniamo al proposito nostro ; e però ripigliando il tuo detto, con il quale hai voluto mostrare, che i raggi del Sole non arriuino in modo, alcuno a i Cieli di Mercurio, e Venere, dicendo, che in quelli non si troua, nè conosce alcuna mancanza, e variatione di lume , e che quella luce,  che elle hanno è loro propria : al che io rispondo , che questa opinione loco potrebbe esser falsa , che il Sole arriui à quelle con i suoi  raggi, perche se le cogliesse con quelli, farebbono, e da noi si vedrebbe in loro, se non in tutto , in parte, la medesima variatione, e se bene le ragioni loro fossero false in questo, non per ciò si possono dire false in materia della Luna ; e poi ti voglio dire, che il lucido di quelle, e splendore, non è lume. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dimmi ti prego, che cosa è quella , che la notte quando l'aere è più scarico di vapori, non lucendo in parte alcuna la Luna , ci fa scorgere più chiaramente il camino, e l’altra cose, che quando è nuuolo, &amp; anco che sia quello, che in tali notti chiare causi l’ombra de i corpi nostri, ò d’altro ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io non ti saprei rispondere altro, se non che di necessità è, che sia lucido di altre stelle.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Di sopra si è detto da me, che se raggi del Sole l’arriuassero, di necessità in loro si causaria nel cangiarsi aspetto con quello qualche alteratione, che <pb n= "37"/> da noi saria in parte visibile , se non l’arriua , medesimamente è di necessità , che sia lor lume proprio, quale contribuiscono a noi chi più, e chi manco, secondo la quantità loro, mentre non è impedito il lor lucido dalla caligine de i vapori della terra, che si interpongono fra noi, &amp; esse : e per questa ragione anco non è da stare in dubbio, che il lume di lei, come dell’altre stelle, non sia suo proprio , come anco gli effetti di augumento, e mancamento, che ella hà del suo  lume . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non è mala consideratione questa tua .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Intendi quest’altra , che credo , che l’approuerai per migliore . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì, che con attention ti ascolto.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E’ certa cosa , che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, che ne i plenilunij, &amp; indubitatamente ne gli Equinottij, per l’interpositione della Terra fra essi (concedendo, per prouar falsa l'opinione di quelli ch’auiliscono la Luna , che l'ombra passi ancora nell’aere, e che arriui doue vogliono loro, tenendosi  che l’eclisse di lei sia causata dall'interpositione  della Terra fra questi due luminarij , ilche da me non si tiene) doueria patir sempre questo diffetto di lume , poiche molte volte, anzi sempre in detti plenilunij, &amp; equinottij la Luna si troua di retta linea opposta al Sole , diuidendo questo nostro basso mondo in due parti eguali la loro oppositione ; e ciò si causaria principalmente per la vicinità della Luna alla Terra , à compararione dell altre stelle , e massime essendo ella , come si <pb n= "38"/> tiene, assai minore di essa , se bene il Sole si tiene tante volte maggiore; e ciò si dice per questa ragione, cioè, che se fra due corpi di disuguale grandezza vi si interpone vn’altro di mediocre , che il picciolo, accostaro al mediocre, interposto diametralmente fra essi, da quello sarà in modo coperto, che, ancorche il maggiore sia grandissimo, senza proportione, non solo il picciolo non lo vedrà, ma nè anco egli sarà scoperto dal grandissimo: e di questo ne sia l’essempio . Il Sole nel mezo giorno stà perpendicolarmente sopra di me , e perpendicolarmente con i suoi raggi mi ferisce, in modo, che il mio corpo non fa ombra , io per difendermi, che i suoi raggi non mi percuotino piglio vn parasole , e l’interpongo fra me , &amp; esso Sole, ouero ogn'altra cosa poco più larga della mia persona , certa cosa è , che ancorche quella grandezza ch'io tengo sopra la testa, alla grandezza del Sole, e de’ suoi raggi  non vi sia proportione alcuna, con tutto ciò, perch’io lo tengo diametralmente opposto fra me, &amp; esso Sole, fo che egli con i suoi raggi non mi tocca, per stare l’interposto più vicino a me per retta linea fra me, &amp; il Sole; &amp; il simile auuerria sempre fra il Sole, e la Luna nelle loro oppositioni, ò plenilunij, per la interpositione della Terra, se la Luna pigliasse il lume dall Sole, e per il contrario mai si potria fare tal difetto nella Luna, se il Sole fosse più di essa alla Terra vicino : e questo sia l’altro essempio . Se il parasole sopradetto si potesse alzare tanto, che fosse più vicino al Sole, che a me , <pb n= "39"/> se bene egli fosse, per dir così, cento volte maggior di me , e stesse per retta linea interposto, per la differente grandezza fra il Sole, e l'ombrello, non per questo mi farebbe ombra alcuna, nè mi difenderebbe , che il Sole con i suoi raggi non mi ferisse : e per questo dico , che la Luna è da per se lucida .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Haueresti ragione se il Sole ne i plenilunij guardasse la Luna per linea totalmente retta, e diametrale .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non può stare, che due corpi sferici vno lucido , e l’altro oscuro , guardandosi di linea trasuersale , l’oscuro possa in tutte le parti riceuere il lume del  lucido, e massime essendo l’vno, e l’altro in moto circulare, qual cosa non cape a me, nè anco credo, che possa capire à qualsiuoglia , e particularmente à gli esperti d'aspetti, e pure in tutti i plenilunij si vede tutto il suo orbe lucido, e senza mancamento alcuno della sua circonferenza. Oltre di questo ti dico ; se il Sole (come tu dici, e tieni, e come tengono tutti gli Astrologi, e Matematici, che fin qui hanno scritto) illumina il corpo Lunare, perche non dà luce al suo continente, e non passa quella picciola circonferentia del suo Orbe, poiche si tiene, che ella sia oscura come esso ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A questo si risponde , che il suo continente non è atto come essa à riceuerlo , per esser di diuersa qualità, come sarebbe à dire, lo specchio , e l'ornamento .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Gran marauiglia mi pare , che sia ben sola lei fra tutte le stelle del Cielo à riceuerlo in tal modo ; <pb n= "40"/> soggiungendo, che non è verisimile, che ella , &amp; il suo continente , che la circonda, siano totalmente di diuersa qualità, cioè, che lei sia atta in tutto a riceuere il lume, &amp; il continente a non participarne niente ; tenendosi che di propria natura il contenuto, &amp; il continente siano corpi non lucidi, l’vno de’ quali da nessuno si nega , poiche oculatamente si vede, nè di quelli da me nè anco si dubita, come di quello del corpo Lunare, del quale non ne hò anco dubbio alcuno , che sia da per se lucida , per quest'altra ragione, oltre a molte altre, che li succederanno, poiche quando la Luna si scosta dal Sole , dirò così, poiche a me pare, che il corpo Lunare habbia simiglianza alla faccia humana , ella gli mostra la parte della faccia verso l'orecchio , voltando le corna alla parte à lui opposta , come sarebbe à dire così e poi quando ella è vicina al plenilunio à quattro, ò sei gradi, ella hà girato tanto la faccia, che lo guarda quasi in questo modo , ò poco manco e poi nell’istesso plenilunio si guardano totalmente in faccia, come sarebbe  à dire in questo modo, [Luna Sole] à talche si conosce per questi aspetti, e particularmente per il secondo espemplare, e figura, che se ella pigliasse il lume dal Sole, essa non si potria mostrare à lui in tal maniera, ò postura : e per quest’anco si conclude esser da per se stella luminosa .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Di questo non ti marauigliare, oltre che da me non  sono stati osseruati tali aspetti, ma se così è, tu non vieni ad essere ingannata se non dal conuesso del Cielo . <pb n= "41"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Il conuesso del Cielo in questo non può ingannare nè me, nè nessuno , poiche quello in modo alcuno può formare vna figura a gli occhi nostri di questi due luminari, come è la seconda figura dimostrata, nè anco accompagnata con il conuesso l'essere vna di loro ò più, ò meno australe , ò settentrionale, &amp; in corroboratione del sopradetto ci  è quest’altra dimostratione. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì ti prego . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, certa cosa è , che certo circolo di vapori, che in certi tempi caliginosi gli fa larga , &amp; alle volte stretta circolare corona intorno , quando essa è guardata da lui di trino, e di quadrato aspetto, i raggi di lei non causarebbono , e formarebbono egual circolo di quei vapori intorno al suo Orbe, come fanno, ma solo sariano volti a quella parte auersa per doue ella riceuesse i raggi solari, come sarebbe a dire così , e non gli farebbono intero, &amp; egual circolo, come fanno in questo modo, &amp; anco per questo si può dire essere da se luminosa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questo, che vltimamente hai detto, hò visto infinite volte, &amp; è ragione, che hà del naturale, sapendo, e vedendo il Sole guardare la Luna di linea trasuersale, &amp; i vapori esser d'egual circolo intorno ad essa, e molto mi hai fadisfatto fino a qui.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E poi, dimmi Astro amato, che significa, ò che vuol dire stella ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Splendore, ò splendente propriamente . <pb n= "42"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> La Luna non hà nome, &amp; è chiamata da noi, e tenuta per vna stella .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Communemente da tutti .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Hora se ella fusse corpo oscuro, ò riceuesse il lume dal Sole, con falso nome si adimandaria , e saria chiamata stella . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Hai tu altre ragioni per farmi capace ? Se le hai dille , che già mi vado alquanto inchinando alla parte tua , se bene hò qualche dubbio , e però stò fra il sì, &amp; il nò, d'approuare la tua opinione . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Delle ragioni ve ne sono ancora molte, senza i diuini testimonij, che le approuano, e confermano per vere, quali si produrranno in vltimo per soscrittio ne, come d'vn valido, e saldo contratto , quale fa che da gli huomini giusti, e di ragione per valido, e stabile sia approuato : senti adunque quest’altra.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì ti prego .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, è cosa da non starne in dubbio, che qualche diuersità da vna volta a l’altra di lume d'vn'anno solare si vedria in lei nel termine de i suoi corsi , nelle diuerse posture, cioè nell’essere vna volta molto più dell'altra settentrionale, &amp; australe, poiche per tal diuersità il Sole con i suoi raggi la viene diuersamente à ferire, e pur si vede esser il contrario, poiche tanta variatione mostra quando essa è meridionale, che quando è settentrionale, sì nel crescere, sì nel mancare del suo lume, essendo anco vario il corso di lei da quello del Sole , ilche si potria credere, &amp; addurre qualche ragione, che potesse stare, quando <pb n= "43"/> i corsi loro fossero eguali, &amp; è vn'absurdo a credere, che vn corpo lucido; hauendo ad illuminare vn’oscuro, e variando l’vno, e l’altro di postura non si varij nell’illuminato la proportione del lume , e questo sia l'essempio . Il Sole nell’apparire dà per retta linea in vna finestra chiusa, quale in essa ha vn buco tondo , quei raggi nell'oscurità della stanza causano vn lume tondo per retta linea; ma girando egli a poco, a poco , non guardandosi dal Sole quel foro più per retta linea , ma trasuersale , il lucido causato dentro da i raggi suoi nell’oscuro, diuenta longo, e quanto più trasuersale , tanto più perde la forma sferica, e si cangia di proportione , e per questa ragione si dice , che se ella pigliasse il lume dal Sole , doueria causarsi in lei gran differentia di lucido quando ella è totalmente settentrionale, da quando è australe, e quando è per l'eclittica; e pure in tutti i tempi, &amp; in tutte le posture il suo lume è sempre ordinato , e varia in vn modo medesimo in tutti i suoi corsi , e fa sempre i medesimi effitti di lucido in tutti li stati, che ella si troua con esso di augumento, e mancamento di lume. E per ciò si conclude esser da se luminosa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Si potrebbe dir qualche cosa da me in materia della variatione, che dici non si vedere nella Luna circa il suo lucido più vna volta, che l’altra, ma perche io hò compreso, che hai voluto dire, che non si vede tal variatione in lei da corso Lunare à l’altro, e che vano continuati sempre in vn <pb n= "44"/> modo medesimo , però non starò con vane repliche ad intertenirti;  ma attenderò a l’altre obiettioni, imperò seguita di dirmi l'altre .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dato questo real fondamento, come credo che altre volte da me si sia detto, che i raggi della Luna sieno (come in effetto la esperientia ce lo fa costare) freddi, &amp; humidi, come può stare, che quelli del Sole (come ancora l’esperientia ce lo fa manifesto) essendo caldi, e secchi, possano imprimere in essa il contrario di quelli , poiche se ella riceuesse quelli di lui , indubitatamente non solamente i raggi di lei non sariano freddi, &amp; humidi, ma si bene della qualità di quelli del dante , &amp; assai più potenti . Rispondi Astro amato se ti pare, che in qualche parte, ò in tutto i miei detti dissonino dalla verità ; non credo , che vi sia risposta, poiche altra volta hò detto tal ragione.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Seguita pure , che se non al presente , per non mi souuenir cosa in contraditione, forse in vltimo di questo nostro discorso alle_ dette tue obiettioni, &amp;  à quelle da dirsi da te ancora, se pur ne hai dell’altre, contradirò, se mi parerà farlo, con ragione, imperò io non ti replico, per non interrompere l’ordine del tuo ragionamento.  </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Di più (come l’esperientia ci dimostra) i raggi della Luna sono freddi, &amp; humidi, e quelli del Sole sono caldi, e_secchi; stando. questo, certa cosa è, che lei non può riceuer quelli da lui, poiche il riceuer la luce, primieramente è beneficio, &amp; il beneficio dal nemico mai si presume, se non à caso, e senza consenso, <pb n= "45"/> nè concorso di volontà benefattiua di quello; e fra questi due sì contrarij non si può concedere gli accidenti, e l’operationi  naturalmente esser fortuiti, nè causati casualmente contro la volontà dell’vno, e dell'altro, e però si deue tenere, che i raggi, lume, e splendor di lei siano suoi proprij. Oltre che se ella riceuesse il lume dal Sole, quello saria del colore di quello di lui, e non plumbeo com’è; e che ciò sia vero, guardisi nel lume reflessiuo d’vn specchio , ò d’acqua, ò di altro, quali sono molto più chiari di  quelli di lei, e più simili a i raggi solari. Di più io sono di contraria opinione della commune) quando io concedessi, che i raggi del Sole passassero il centro del mondo , e che l’alteratione dell'augumento , e mancamento del lume della  Luna causasse da i raggi di lui ) cioè,  che più tosto nell'accostarsi à lui egli la priue, e gli occupi il suo lume, e splendore, che nell’allontanarsi gli ne contribuisca, e dia , poiche il maggior lume occupa il minore, come si vede, non dirò di quel del Sole, à quello di vn lume nostro, ma d’vn lume picciolo, ad vn grande ;  e che sia vero, piglisi due lumi come d’vna torcia, e  d’vna candela, mentre essi stanno insieme, e vicini,  il picciolo non opera; ma quanto più s'allontana dal grande, tanto più splende, e mostra da per se il lume suo.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Buona, e bella comparatione è stata la tua, e nè anco è stato mal pensiero, se bene è contro la commune opinione. mà dimmi; se la variatione del lucido di lei non è causata dall’auicinarsi al Sole, ò <pb n= "46"/> dall’allontanarsi da quello, come credi tu che facci queste variationi ? </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non si deue alcuno marauigliare dell’augumento, ò mancamento del lume della Luna, nè anco della sua gran potentia qua giù fra noi, poiche è cosa naturale, che ogni cosa fugga il suo contrario .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Tu non mi rispondi a proposito.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non dubitare, che io con questa medesima continuatione ti dirò l’opinion mia sopra il tuo quisito,  quale caderà in ordine di quel che hora hò , principiato. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E’ cosa, come hò detto, naturale, che ogni cosa fugga, e si nasconda in qual modo, e via, che ella può, dal contrario suo;  à tal che essendo la Luna per  qualità sua &amp; fredda, &amp; humida, &amp; i raggi del Sole caldi, e secchi, quali sono in tutto nemici, e contrarij, e per ciò sono gli vni de gli altri destruttori, per questo  ella fugge, e nasconde il lume suo da i raggi di lui, acciò come più potenti non estinguino la virtù de i suoi; e per questo, mentre essa se gli auicina và nascondendo quella parte lucida, che il Sole può ferire, sotto vna parte oscura, e più densa del suo cielo, nella quale forse ella è fissa, e và scoprendo la parte lucida a noi, per operare ordinatamente in vn tempo istesso gli effetti impostili ab eterno dal Sommo Fattore in questo basso mondo , quali và mettendo in esecutione à poco à poco con i sopradetti effetti. quanto poi alla potentia sua , ella è più potente di tutti gli altri pianeti, e stelle, per <pb n= "47"/> che, come ogn’un sà, ella riceue, e passano per lei  gli influssi di tutti gli altri pianeti, e stelle, cioè  caldi, e secchi , freddi, &amp; humidi, e temperati .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Come credi, che si causi da lei queste sue variationi? </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dirò , che ella sia simile ad vn lume entro ad vna  lanterna, volgarmente detta da Ladri, quale essendo chiusa, da nessuno si vede quel lume, ma girandosi à poco à poco quella parte mobile, che le chiude il lume, si scopre alla vista, nostra, crescendo sempre, fin che la chiudenda mobile è arriuata all metà della circonferenza del corpo del tondo della lanterna; onde passata quella metà, il lume si và coprendo, e poi scoprendo dalla parte contraria oue incominciò à scoprirsi, e coprirsi il lume, che entro vi stà rinchiuso, dal quale non è ella in questa sua attione punto differente. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Veramente la tua è comparatione similissima, &amp; assai mi hai sodisfatto.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Altra ne hò in mente, ma io m’accosto con il pensier mio più alla sopradetta, quale è , che la Luna  habbia solo una parte lucida, cioè la parte dauanti , com’è quella dell’huomo, poi che, come prima hò detto, mi pare, che in rimirarla ella habbia la faccia humana, quale ha la luce sua d’auanti, se bene serue differentemente, poi che quella dell’huomo serue à se, e la di lei ad altri, &amp; è anco di figura sferica, e rotonda, come quella, la quale in quasi trenta giorni, à poco, à poco girandosi, ci scopre, e ci nasconde il lume del suo volto. <pb n= "48"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questa ancora non è mala consideratione, ma io son con te , poiche mi sodisfà più la prima , che questa; ma dimmi dilettissima amante , &amp; amata mia, tu mi sei debitrice , e poco mostri d’amarmi, poiche mostri d’esserti scordata della promessa fattami nel principio di questo nostro ragionamento.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non può in modo, nè  in tempo alcuno l'amante scordarsi delle promesse fatte al suo amato, quando è vero, e non finto amore, come il nostro , perche l’obliuione di quelle fa testimonanza certa non essere amante , imperò sia certo,  che à migliore occasione ti attenderò la promessa, e per maggior contento, e sodisfattione di quello, quale mai mi trouo satia di contemplare: imperò sia certo che quando hauerò sodisfatto con molte altre ragioni, fuor di quelle, che io dirò delle eclissi, all’animo mio, per contento tuo, opererò, che non habbi da essere mal sodisfatto di me, anzi che sij sodisfattissimo, che così è l'intento di chi ama verso l’oggeto amato. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Se io non fossi certo di questo, di nubiloso sdegno  contro di te si copririano il volte,  e le grate à te luci mie, imperò seguita il corso del ragionamento nostro con le viuaci ragioni tue. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dato , e non concesso, che i raggi del Sole illuminassero la Luna, e che altri con ragioni (ilche mi  pare impossibile, che si possa fare) mi facessero costare, che riceuendo la Lun i raggi dal Sole non potessero esser quelli di lei tanto caldi , quanto da me auanti è stato mostro douere essere, se ella riceuesse <pb n= "49"/> quelli di lui , nondimeno senza dubbio sariano in qualche grado di calidità , se non quanto hò detto; se già non mi prouassero che , ancorche gli riceuesse, potessero essere in tutto freddi, e concedendo, che quelli fossero in parte caldi, certa cosa è, che non potriano fare, come hora fanno scarichi di calidità , perche ne i gran freddi, essendo i suoi raggi caldi , ci stringerrano così l’aere freddo sopra, fatto per la lontananza del Sole, e per la longhezza della notte, per l’humido dell'acqua, e per il freddo della terra, che gelaria il mare, &amp; il tutto, se quelli hauessero in se parte della qualità de i raggi solari, e per il contrario ne i gran caldi, quando il Sole passa per il Leone,Vergine, e Libra, essendo già quel clima impresso di caldo , aggiuntoui il calore de raggi di lei (dato, com'io dico, che fossero in parte caldi) si accenderia il foco nell'aere, &amp; arderiano la Terra, accrescendo caldo à caldo ; oltre che non saria mai inuerno, perche se bene il Sole si scostasse da vn clima, i raggi di lei caldi, congiunti con quelli di lui, se bene in tal tempo debili per la lontananza, con tutto ciò, tendendo i raggi dell'vno, e dell'altro alla terra , non lassariano mai fare nè Inuerno , nè Primauera, massime passando la Luna spessissimo in vn'anno solare sopra di noi, perche causariano maggior caldo d'Inuerno, che non è hora à noi l'Agosto, per il che ne verrebbe l’aria, l'acqua , e la terra infetta .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> La tua consideratione , e le conseguentie di quella à me sodisfanno, perche se i raggi della Luna participassero <pb n= "50"/> delle qualità di quelli del Sole , conseguentemente ne succederiano gli effetti, che hai detti del freddo , e così del caldo . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Con le sopra narrate ragioni ti hò mostro i raggi della Luna in modo alcuno non potere esser caldi ; hora ti vò prouare, che non solo non possono esser caldi, ma che sono freddi, &amp; humidi; &amp; di questo ne faranno i raggi del Sole, in tutto a quelli di lei contrarij, pienissima fede; poiche il Sole nell'allontanarsi da noi l'aere nostro si và imprimendo di freddo, &amp; humido della terra, e del mare pian piano, perdendo di forza i suoi raggi à poco à poco sopra di noi, e per il poco dimorare ch'egli fa sopra di questo clima , non può risoluere , nè diseccare quei vapori freddi, &amp; humidi, di già leuati per il suo poco calore , e per ciò incomincia l’aere in qualche parte à farsi sentire frigida, quale in quella qualità và crescendo quanto più il Sole si allontana da noi, nè mai per ciò si sentono freddi grandi, &amp; eccessiui, nè mai fa nieue, e giacci, se bene il Sole è quanto esser può lontano da noi, se non per accidente di venti quali vengono da parti più Settintrionali, le quali per essere in quei tempi più lontane dal Sole , già prima è impresso quel clima di  freddo; mà quando il Sole poi torna à noi , cioè dal Capricorno, fino ad Ariete, e parte di quello , &amp; allhora, che con i suoi raggi viene à salire sopra di noi, ci fa senntire il freddo maggiore, e naturale, e vengono giacci, e neui, con venti, e senza venti . Si che se i raggi della Luna fossero caldi, per restar <pb n= "51"/> spesso sopra di noi , causariano in tali tempi per la ripercussione del suo contrario , freddi incompatibili insino alle pietre, poiche tornando dodici volte in vn'anno solare , non gli lassaria leuare sopra di noi. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non è ancor questa mala conseguentia in provare,  per il caldo del Sole, e suoi raggi, la frigidità di quelli di lei ; e mentre mi hai ragionato di questo, mi è souuenuta vna breue ragione in tuo fauore .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Hò caro, che anco tu incominci à discerner il vero . Dilla di gratia ti prego . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Mentre che hai detto, e prouato, che di necessità i raggi della Luna sono freddi, &amp; humidi, mi è caduto in mente come possi stare, che dando il Sole il lume à i raggi della Luna, che quegli istessi raggi, e lume, che ella receuve, causino contrario effetto in lui togliendo il caldo, &amp; il secco alli suoi : &amp; à  questa obiettione non mi pare, che si possi addurre sottigliezza in contrario . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> I raggi del Sole , &amp; il caldo di quelli, e il secco sono suoi proprij ; hora riceuendo la Luna il lume dal Sole, ella gli sarebbe ingrata (per la gratitudine dello splendore, e lume, che ella da lui riceuesse) priuando i raggi di lui del caldo, &amp; del secco, il che è contro natura, che i corpi superiori sieno ingrati à i loro benefattori, poiche i raggi di lei rintuzzano in parte l’orgoglio di quelli del Sole , &amp; lo raffrenano . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E' buona consequenza, poiche ne i corpi superiori, e celesti, e più purgati di questi nostri, non è verisimile, <pb n= "52"/> e non può essere, che regni vn vitio così enorme come è l’ingratitudine, con tutto questo non ti scordare della promessa , che sai.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Prima mi si scordarà di contemplare il tuo  vago aspetto ; mà prima intendi vna strana opinione de i professori di Filosofia circa questo proposito, quale già hauerai intesa, seguendoli, forse , doppo vna mia dimostratione , prima che si  venga à trattare delli eclissi della Luna, e del Sole, vedrò di sodisfare à questo più mio , che tuo desiderio , tutto in honore , e difesa di questa nostra cara , &amp; amata Cintia.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì , che con attentione ti ascolto . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dicono i professori (come hò detto) di Filosofia, che il corpo Lunare è sempre illuminato dal Sole la metà , e che quando ella è in congiuntione con il Sole, che esso la illumina di sopra, splendendo il lume, &amp; i raggi di lei verso i corpi celesti, e superiori , come quelli hauessero bisogno della luce , splendore, e freddo , &amp; humido , che da quelli potessero nascere, per generatione, ò mantenimento, ò alcuno utile loro, come fa à mantenimento di noi altri animali corruttibili; mostrando con questa loro pazza opinione, che Dio hà fatto le cose à caso, e fuor di proposito , e che egli non sia di quella immensa intelligenza, &amp; infinita prudenza, ch’egli è, non tenendo, che il detto ; Quod Deus, &amp; Natura re , sia vero .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Chi sà, che in questo non hauessero ragione , e che anco per qualche operation sua ne i corpi superiori <pb n= "53"/> Iddio non habbia fatto, ch’ella splenda ancor di sopra ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non è dubbio, che potrebbe essere, e con tutto ciò da noi non si sà, e non si può sapere; ma se noi dobbiamo attendere all’operationi, questo non può essere, perche noi mortali siamo sottoposti alla generatione, e corruttione , come al mantenimento , quanto à Dio piace, ilche fa per i mezi da lui ordinati, quali sono infiniti , come anco è vno marauigliosissimo la Luna, e potentissimo ; hora essendo  i corpi superiori à lei sottilissimi, lucidissimi, e perfettissimi, &amp; in tutte le qualità incorruttibili , &amp; eterni, che effetti si può presumere, che la luce di lei possi causare in essi? Mà io stimo pazzia di presumersi di sapere questo, come che quell’altra, con molte astre, di sapere quanto sia di grandezza questa stella, e quell’altra; dicendo, che se cadesse vna stella dal, cielo , copriria tutto il mondo ; ma à me pare, che questi tali, che gli par di stare con il capo in cielo, stieno a capo di sotto, e che essi ci habbino più vicino i piedi , che il capo, non che il ceruello, poiche volendo attendere a tali misure, &amp; a darli giudicio, pare a me, che non ne habbino niente, e che l'habbino hauuto alcuna volta tanto sottile, e penetrabile, &amp; il cranio tanto poroso , che sia esalato, e fuggitoli in cielo, e mai più vi sia tornato , hauendo trouato la sua propria fede .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Veramente che è stata gran temerità , &amp; è à voler dar giuditio di cose sì lontane da noi, e dal senso nostro ; ma torniamo al camino. Dimmi quel che <pb n= "54"/> poco auanti dicesti di dirmi, inanzi che venissi a sodisfarmi della prima promessa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Per queste naturali ragioni, &amp; offeruantie notissime non è da stare in dubbio, che il lume della Luna non sia suo proprio, come anco gli effetti di augumento, e macamento, che ella hà, datoli per priuilegio dal sommo Fattore per gouerno nostro, e per temperamento del secco de i raggi del Sole,  come di sopra si è detto, per la generatione, e corruttione, augumento, e nutrimento delle cose qua giù fra noi mortali; e che ciò sia il vero, l’esperientia ce lo fa toccare con mano: poiche nel vario corso di lei, secondo la congiutione, oppositione, &amp; aspetti di qual si voglia Pianeto, ò Stella, causa qua giù fra noi effetti marauigliosi, non solo ne i corpi animati, e ne i uegetabili, ma anco ne gli inanimati, come legni , pietre, e metalli, &amp; in ogni altra cosa creata; ma più chiararmente si scorgono gli effetti suoi marauigliosi,  ad ognuno notissimi , ne gli animali acquatili, e coperti d’osso, quali mostrano in tutto esser della natura di lei, e de i raggi suoi, poiche quando quella è sotto i raggi del Sole, perche l'humido de i suoi viene da quelli di lui impedito, questi animali, quasi mancandoli il latte loro naturale, datoli da i raggi di lei, come sua madre, e nutrice, si rasciugano, e quasi del tutto si riducono a niente; mà per il contrario, come scostandosi da quelli può contribuirli il nutrimento del latte dell’humido suo, tosto si ingrassano , si riempiono, e si rauiuano, e tanto più quanto essa <pb n= "55"/> è da quelli lontana; il simile si vede nell’herbe, quali essendo seminate quando ella si scosta dal Sole, e che và scoprendo il suo lume, per il grande humido, e nutrimento, che il seme riceue da i raggi di lei, subito l’herba nasce con tanto vigore, che  porta all’vscire il nuouo seme seco , come anco in molte altre cose, che sarebbe lungo à dirle ; e se fra l’altre stelle vna naturalmente è dell’altra più lucida , che occorre dubitare, che la Luna, come in ciò più priuilegiata di lume doppo il Sole, non habbia hauto il suo lume proprio , essendoli dato dal sommo Fattore, come a l altre, più, ò manco, secondo il placido suo?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E’ cosa notissima la potentia sua sopra queste cose mortali, per gli essempi da te prodotti.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Questo ti hò detto per mostrarti , che contribuendoli i suoi raggi il Sole, non potria far tali effetti, e si vede chiaro ,  che il Sole più tosto causa priuatione nella Luna, quanto alla qualità de i raggi di lei, che gli contribuisca nè luce, nè chiarezza , nè virtù , nè potentia alcuna, il che essendo è segno manifesto , che quello ch'ella hà è suo proprio .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Viue, e salde ragioni sono al debile intelletto mio le tue, e belle, e chiare dimostrationi, per dimostrare la Luna esser da se luminosa, e non posso non approuare ogni cosa per buona : nondimeno mi resta vna confusione nella mente, che non mi acqueta l’animo perfettamente, se bene io non saprei a che mi contradire con ragione, e questo che mi genera tal confusione , altro non è, che l’opinione <pb n= "56"/> commune (come t’hò tante volte detto) pensando, che in modo alcuno tanti grand’huomini si siano potuti ingannare ; e l’altra, che se il Sole non illuminasse la Luna, ella staria come fanno l'altre stelle sempre ad vn modo .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> La confusione della mente è causata da due cose , cioè dalla non del tutto ignorantia, e dalla instabilità di quelli, quali in vn tempo istesso (per non esser capaci di ragione salda) approuano due ragioni contrarie, senza saperne reprouare nessuna ; quanto all’opinione commune , non si doueria in alcun modo attendere, poiche questa l’hà causata l’ignorantia del volgo nell’approuare per buona , e per salda l’opinione d’vn solo, essendoli parse buone , e sottili le sue speculationi , senza considerare più oltre, nè voler cercar più sottilmente se quelle sono diffettiue in parte alcuna, poiche il nome, e la fama d’vno scrittore fa ancora tener per vero la bugia, come in molte cose è chiaro fin hora, &amp; in altre con il tempo sarà .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questo non può stare , perche gli huomini che hanno approuato queste tali opinioni non sono huomini dentro al numero del volgo, come dici .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> T'inganni, poiche infiniti, che per hauere hauuto l’applauso del volgo , hanno hauuto nome di sapienti, e valenti huomini, sono stati in verità tutto l’opposito in molte cose, à il quali nel principio tutto il mondo gli è corso dietro, ammirandoli come oracoli, e che sia vero, noi vediamo , che l’opinioni di quelli da più sottili intelletti di essi, in <pb n= "57"/> processo di tempo sono state mostre false, quali prima haueuano generata la commune opinione :  e così come per vno fu causata tale opinione , per vn’altro, con più salde ragioni si leua, si toglie, e si scancella à gli huomini non ostinati, e senza ragione, e capaci di quella,  quali se bene hanno nome di dotti, si deuono nondimeno mettere questi huomini dalla commune , fra gli huomini communi .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Lasciamo andar questo, dimmi, che risponderai all'altra, cioè, se la Luna è da se luminosa, perche non luce sempre ad vn modo, come fa il Sole, e l’altre stelle ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Appunto sei caduto in proposito, tirandomi à pagarti la promessa, che nel principio del nostro ragionamento ti feci, della quale sono stato tanto stimolato da te, &amp; à punto questo tuo quesito è secondo il desiderio mio, poi che poche ragioni ci restano, fuor che nel trattare de gli Eclissi in defesa dell’honore della mia diletta Proserpina, senza il sigillo , &amp; autenticatione delle allegationi sacre; e per rispondere ad esse, cioè, perche la Luna non luce sempre ad vn modo, come l’altre stelle, dico, perche è piacciuto cosi al grande Iddio.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> La tua è vna semplice, sauia, santa, e salda risposta, e la causa non la sapresti dire, poi che Iddio non fa niente senza, &amp; c. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> La causa, e le cause te le dirò, alle quali, se vuoi conoscere chiaramente per quelle la Luna esser senza dubbio da se luminosa, sta attento, che sentirai assai bella speculatione, verissima, &amp; alta, <pb n= "58"/> se bene à i buoni speculatori le cause doueriano essere notissime, e manifestissime ; per farle anco note à in huomini ordinarij, le dichiarerò in questo modo . Iddio sapienza infinita, &amp; opisice perfettissimo, hauendo creato il Mondo tutto , nel centro del quale gli piacque porre la Terra , mettendola, se non tutta, vna parte in mezo l’acque , volendo che ella fosse da gli animali habitata, acciò in essa si potessero mantenere , e nutrirsi insieme con l’herbe, e con gl'alberi, e le piante per seruitio di quelli, creò il Sole, acciò con i suoi raggi lucidissimi , caldissimi, sottilissimi, potentissimi di qualità, che in potentia non si può dar maggiore, illuminasse, riscaldasse, mouesse, &amp; attraesse , dandoli sopra essa, più che sopra tutti gli altri’Elementi il dominio, per purgarla, per esser quella più nel centro, e più atta à riceuerli , per essere in tutte le qualità à lui contraria, essendo oscura, fredda, grossa, &amp; immobile, e gli costituì il corso suo di trecento sessantacinque giorni, &amp; hore , acciò  in questo spatio si mouesse sopra il circuito de gli Elementi, quando più vicino, e più sopra ad vna parte , e quando all'altra , e quando più lontano , acciò, secondo la vicinità, e lontananza, potesse in tutte le parti nutrire , e mantenere tutte le cose create ; e perche vidde queste qualità del Sole essere in supremo grado, per il che non ne saria con potuto seguire l’intento suo della procreatione, e conseruatione per le potente di lui, con le quali haueria distrutto la parte à lui opposta, se non gli hauesse <pb n= "59"/> posto qualche temperamento ; fece la Luna di lume variabile, e veloce più di tutte l’altre Stelle, con i suoi raggi freddi, &amp; humidi, &amp; in tutto contrarij à quelli del Sole ; mà non  già in tutto eguali in potentia, rispetto all’humido , &amp; freddo dell’acqua, e della terra, oue doueano terminarsi i loro effetti, atteso che essendo i raggi di lei vguali in potentia à quelli del Sole, congiunti con essi l'humido, &amp; il freddo dell'acqua , e della terra , haueriano annihilato il caldo , &amp; il secco del Sole : e non manco con giusta ragione, e causa gli costitui il corso suo, con il quale douesse circuire gli Elementi in circa trenta giorni , quale se non hauesse ordinato così veloce, non ne saria potuto seguire il suo intento, per la ragione che più da basso si dirà, stando il mondo in tal modo, non perche à Iddio si possa imporre necessità alcuna, perche à lui non mancauano, nè gli mancano per farlo in altra maniera, se bene non poteua ordinarlo meglio ; mà le cause , che lo spinsero à fare la Luna, di lume, e di corso variabile, furono le sotto scritte, cioè. S’egli hauesse fatto la Luna, che sempre stesse piena di lume, e splendesse sempre ad vn modo i suoi raggi sopra di noi, come il Sole, nel tempo ch'egli è stato perpendicolare sopra di noi , e che incomincia , tornando per il medesimo corso ad inchinarsi , facendosi più meridionale, à scostarsi da noi, come sarebbe à dire , quando al clima nostro entra in Cancro, in Leone, &amp; in Vergine, e parte della Libra , e che già l’aere è impresso di caldo, ella in <pb n= "60"/> modo tale con i suoi raggi &amp; freddi, &amp; humidi restringeria il già impresso caldo nell’aere sopra di noi , non lo lassando salire, cacciato dal freddo, &amp; humido notturno della terra, e dell’acqua, che abbruciaria, &amp; annichilaria in tutto le parti à quelli sottoposte ; però fece il sommo Fattore, che la Luna à poco à poco ritirasse i suoi raggi , e lume, dando  in tal modo spatio, &amp; adito, che il caldo, &amp; il secco, cacciati dall'humido dell’acqua, e della terra saglino in aere, e che quelli respirino dal gran caldo, e si rinfreschino, e possino resistere à i raggi suoi il seguente giorno , il che non haueria potuto fare  se in aere hauesse trouato , ò trouasse sempre la resistenza de i raggi freddi, &amp; humidi di lei . E per il contrario, se d’inuerno (quando il Sole è staro più lontano, che poi ritorna ad esser più Australe, tornando sopra di noi , cioè quando entra in Capricorno, Acquario, e Pesce, e parte di Ariete, che già  l’aere è impressa di freddo) ella fusse sempre piena di lume, aggiungeria tanto freddo à freddo, &amp; humido à humido, causati dalla frigidità della terra , e dall’humidità del mare, per la lontananza del Sole, e per la debolezza de i raggi suoi, che tornando egli sopra con i suoi potentissimi raggi, che non solo non potria discacciare il freddo , nè riscaldar l’aere, per operare gli effetti, che hora fa in questo basso mondo; mà metteria così gran gelo sopra di noi , stringendoci con essi l’aere freddissimo sopra, che ridurria ogni cosa in vn gelo, e distruggeria tutti i viuenti ;  nè anco potria, per il poco spatio, <pb n= "61"/> che stà sopra di noi, discacciare il freddo , che à noi fosse stato sopportabile, &amp; all’herbe, &amp; alle piante. Però il sommo Fattore volse, &amp; ordinò, che non stesse se non vn poco spatio piena di lume, e che non spandesse sempre tutti i suoi raggi sopra di noi , acciò nell’inuerno non aggiungesse freddo à freddo, e nell'estate caldo à caldo , e che i raggi del Sole, in quel tempo deboli, hauessero quel potere  di non lassare opprimere il tutto dal gielo , se ben fosse lontano con i suoi raggi. Per queste viue ragioni si dice, che il lume di lei è suo proprio , e non accattato .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Bello, &amp; insuperabile, anzi inequiparabile artifitio del grandissimo Iddio, e bellissima , e sottilissima consideratione è stata la tua, nè mai più vdita , nè letta da me, con la quale conosco la tua opinione esser verissima, e sono sforzato à prouare la Luna (come tu dici) essere da se luminosa. Mà dimmi, come hai tu fatto ad hauere così sottili considerationi?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Tu sai benissimo , che il grande Iddio è desideroso di vera gloria , e che non può comportare, che eternamente le miracolose attioni sue stiano occulte, e non siano con vera lode esaltate, e magnificate , per le quali esaltationi , e lodi di quelle, ne viene esaltato (se sia lecito dirsi) e magnificato, &amp; per esse conosciuto perfettissimo da noi altri mortali ; imperò mette alle volte in mente d’vn semplice simili sottili speculationi , hauendole tenute molto tempo ascose à gli huomini dotti: &amp; <pb n= "62"/> però non ti marauigliare, perche anch'io son huomo mal composto di quattro elementi , come infiniti illustri, e chiari ingegni. Mà attendi di nuouo al fine di questo, che ti marauigli, poiche non è  di manco consideratione questo , che hora son per soggiungerti, che quello, che ti hò detto circa la variatione del lume , e corso della Luna .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì ti prego.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Oltre il sopradetto, ordinò questo irreprensibile Artefice, che la Luna fusse più di tutte l’altre Stelle di veloce corso, facendola dodici volte più veloce del Sole , acciò potesse con i suoi raggi freddi , &amp; humidi, temperare in ogni clima, &amp; ogni stagione, sì nell'Inuerno, come nell'Estate, tanto d' Autunno , quanto d’Inuerno il freddo , &amp; il caldo , il secco , e l’humido, che nell’aere per la lontananza, ò vicinità del Sole, vengono impressi nell'aere , il  che non haueria potuto fare se ella hauesse tardato più , ò manco à fare il corso suo , di quello che fa , hauendo à prouedere ad ogni clima della terra , e se il corso suo fosse anco stato alquanto più longo, l'haueria fatto , ma non perfettamente, come fa in ogni parte, e tempo , e quanto più lungo fusse stato, tanto più imperfettamente l'haueria fatto; e se fosse stato quanto quello del Sole, non l’haueria fatto in modo alcuno, come di sopra si è detto , in nessun clima, quelle sue operationi , perche il caldo, &amp; il freddo, l’humido, &amp; il secco, quali à tempo con il suo lume, quando poco, e quando molto, insieme con il suo veloce corso tempra in ogni regione <pb n= "63"/> queste quattro qualità, cioè, quando il Sole è vicino , e perpendicolare in vn clima , e quando lo guarda per linea transuersale , &amp; è lontano , e quando in vn'altro , piglieriano quelle quattro qualità sr gran dominio sopra la terra, e nell’aere, che lei con i raggi suoi non potria , insieme con l'aiuto del caldo del Sole, temperare in modo alcuno nel modo sopradetto, con i quali dà, e toglie à noi l'humido, &amp; il freddo, il caldo , &amp; il secco , con il suo augumento, e mancamento, come di sopra si è detto, più, ò manco, secondo che poco, ò assai si troua luminosa, e più perpendicolare, e trasuersale, e lontana , con il qual lume, e moto variabile , nel tempo d’vn’anno solare, tiene, che da alcuna di queste qualità non sia distrutto l’vniuerso. E con questo fine mi trouo disciolto dell’obligo, che teco hauea della promessa poco prima fattati, nella quale se hai inteso cosa alcuna di buono, e che ti sia piaciuta danne gratie à Iddio, che habbi in ciò amministrato, e mossa la mia lingua, e mio giuditio , &amp; intelletto: e se cose insipide, e senza ragione, e fondamento, danne colpa à me , &amp; alla ignorantia , e temerità mia, hauendo voluto far coniettura, e penetrare cose così sottili, per fare apparire l’immensa grandezza, sapientia, &amp; artificio del grande Iddio, circa il gouerno, e mantenimento delle cose qua giù create , per le quali si viene in cognitione di lui .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io grandemente ti ringratio, e cognosco per quello che hai detto, ch'io non sono amato da te di finto <pb n= "64"/> amore, poiche non resti mai di contemplarmi, compiacendoti della vaghezza , del variabile aspetto mio, e sono così contento, &amp; appagato, che più non ti potrei dire . Mà dimmi, habbiamo noi posto fine al ragionamento nostro ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Quanto alla promessa sì; ma non già quanto al difendere l'honore della mia amata Luna , poiche , oltre alle sacre allegationi, quali (come hò detto ) porremo in vltimo, forse ci saranno molte altre in difesa sua, quali si proueranno essere salde per il difetto suo di lei, e per quello del Sole, per le oppositioni, e congiuntioni, che ordinariamente ogni trenta giorni seguono fra questi due luminarij , quali non saranno di poca consideratione, in prouare la Luna esser da se luminosa .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io sono restato tanto sodisfatto di queste vltime tue speculationi da te narratemi , per prouare, che fosse di necessità, che la Luna non stesse sempre di luce ad vn modo, e che fosse di sì veloce corso, che io stò con grande attentione, e desiderio d’intendere quello, che hai da dire circa gli Eclissi del Sole, e di essa; imperò quanto prima , con le ragioni tue adempisci il desiderio mio, se puoi ; mà io dubito, che in questo tu ti sij per confondere , poiche non si può in modo alcuno negare, che gli Eclissi del Sole non siano causati dall'interpositione della Luna fra il Sole , e la nostra virtù visiua ; e che per il contrario quelle della Luna non si causino dalla interpositione della Terra fra lei, &amp; il Sole, perche queste cose patono tanto al senso nostro , <pb n= "65"/> come anco alla vista, che  non possono hauere contraditione alcuna, se non soffistica, e strauagante.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Chi sà, potrebbe essere, che tu dicessi il vero, &amp; anco ti potresti ingannare; con tutto ciò, non ti dispiaccia d’intendere il parere, e detto mio, perche il sordo non imparò mai linguaggio. Mà tu nella  tua propositione hai fatto prima mentione delli Eclissi del Sole, e poi di quelli della Luna; &amp; io , se ti contenti, voglio trattarti prima di quelli di lei, non per altro , se non per mia sodisfattione, e per principiare da lei, come à noi più vicina .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Tratta di quello, che più ti torna comodo, che è il douere ; mà non sò fra me medesimo pensare come tu possi negare, che gl’Eclissi della Luna non sia no causati dall'interpositione della Terra fra lei,  &amp; il Sole: io per me stò ammirato, &amp; con attentione, e desiderio grande stò aspettando questa tua contraditione.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Poteui dire pure queste tue contraditioni , poiche saranno più d’vna. Io ti hò mostro con ragioni, prima , che la Luna non riceue in modo alcuno il lume dal Sole, per ilche ne viene in conseguentia, che gl’Eclissi della Luna non hanno che fare con esso, con tutto questo, per prouare con più ragioni, che in modo alcuno il Sole non illumina la Luna , te lo voglio far constare ancor per gli Eclissi di lei. E prima, se gl’Eclissi della Luna si causassero dall’interpositione della terra fra lei , &amp; il Sole, certa cosa è, che tali oscurità nel corpo lunare non incominciariano dalla parte superiore, ò laterale, come spesso <pb n= "66"/> fa, e come da gli osseruanti si può molte volte chiaramente vedere; mà si bene cominciariano, dall inferiore, nè tale oscurità nel cagionarsi saria piana in  essa, ma in modo di mezo cerchio, quando ella è vicina à finirsi d'oscurare, à simiglianza di quando ella è lontana quattro, sei gradi dal Sole, essendo, in tal modo il suo lume cornuto , voltando quelli alla  terra, poiohe da nessuno si nega, che l'interposto sia rotondo, e sferico; e se non fosse perfettamente rotondo, in quella parte, ch'egli hauesse di mancamento, ò d’accrescimento , si vedriano impressi nel  chiaro di lei , secondo l'alteratione dell'interposto fra loro; e per questo si dice, e si fa manifesto la Luna essere da se luminosa, e andarlo mendicando da altri, come gli antichi, e moderni, scrittori Astrologi affermano . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Quanto all’incominciare di tal difetto, da me non è stato osseruato, che se è come dici, mi pare, che  anco in questo, habbi ragione; mà quanto à quello poi dell'alteratione, dell’ombra in lei, secondo il mancamento, ò accrescimento dell’interposto , ti dico, che per le distantie non si potriano conoscere, nè causare in lei le alterationi, che dici, nè da potere essere viste da noi , poiche non sono cose sensibili, in modo di dire, per la lontananza fra di loro, e massime alla debolezza della vista nostra .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p>Ti con cedo, che in questo habbi ragione ; mà non è per questo che la ragione dell’incominciamento, e principio di tal difetto non sia efficacissima ; ma stà ad ascoltare quest’altra, che conoscerai chiaro, <pb n= "67"/> e manifesto, che il diffetto della Luna non può causarsi dall’interpositione della Terra fra questi due corpi lucidi, il che si vede chiaro, che molte volte il detto diffetto si causa nel principio della notte, nel qual tempo di vn hora, e meza, ò poco più, manco, il Sole è passato il nostro Emispero, e la Luna si troua quasi nel superiore mezo Cielo, a tal che si dice, che è cosa da non credere, e che non possi stare, per l’impossibiltà sua, che essendo il corpo solare, come è commune opinione, tante volte maggior della terra, non essendo egli, come si è detto, arriuato di gran pezza all’inferior mezo Cielo, &amp; ella esser quasi nel mezo superiore, che il corpo della terra possi in modo alcuno impedire la  visione fra loro in parte alcuna,  come anco per la differentia grande del Sole à quella della Luna , e della terra. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non ti marauigliare di questo, poi che se considerarai alla  vicinità della Luna alla terra , &amp; alla sua piccolezza, vedrai, che non è impossibile , quello di  che ti marauilgli, se bene il Sole è tante volte maggiore di ambi due.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Io direi, che dicessi bene, quando che, come io ti ho detto, ambi dui non fossero laterali, cioè, ò Australi, ò  Settentrionali, insieme, che vno non fosse Australe, e l’altro Settentrionale, e che l’vno, e l’altro fossero opposti nell’inferiore, e superior mezo Cielo, che in tal modo farei buono il tuo detto, ma in altro non lo concedo  ragioneuolmente, nè niuno di sano giuditio te lo concederà, <pb n= "68"/> poi che la terra non può far l'effetto dell para Sole per auanti prodotto in fauor mio contro di questo, perche questi due luminari non sono diametralmente opposti nella postura sopradetta.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Non sono bene con l'animo quieto, circa il tuo detto, se bene è salda ragione la tua, alla quale non ho replica. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Forse quelle, che si diranno ancor da me insieme con questa, ti appagaranno più, ò forse ti metteranno in maggior confusione, non di meno attendi, poi che l'ascoltare non nuoce all'huomo forte,  o ben fondato.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Dì. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Oltre al sopradetto, in confermatione dell’opinion mia, si vede, quando la Luna per l'Eclisse si oscura tutta, non si oscurato di modo , che da noi non si veda chiaramente tutto il corpo di essa , e da noi non si, scorga qualche poco di luce in lei , e particolarmente nella sua circonferenza .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A questo rispondo : credo che benissimo sappi, che la luce è di due sorti, cioè primaria, e secondaria , ò per meglio dire succedente.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Sì sì, ti ho inteso quasi, quello che tu vuoi dire con questa primaria, e secondaria luce, questo (il che fra detto con sopportatione) è vn trouato da questi Astrologi, quali non sapendo come potessero fare apparire, che i loro barbarismi hauessero appresso i semplici professori di Astrologia qualche fondamento, &amp; apparentia di verità , e non fossero senza quelli, come in effetto sono , trouarono <pb n= "69"/> questa luce primaria, e secondaria , volendo mantenere con essa, che il corpo della Luna, ancorche sia nell'eclisse, si_possa da noi vedere per la secondaria luce de i raggi del Sole ,  dando questo esempio, che, si come entrando in vn'loco oscuro, i raggi di lui fanno due effetti, cioè illuminando la parte prima, che essi percotono, e con il riuerbero poi di quelli, la parte opposta à quella, che essi percuotono, di luce secondaria, e succedente; non vuoi tu dir così?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Questo appunto è quello, che io haueuo in pensiero di dire. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Hor questa, da queste a mie susseguenti ragioni, quanto sia falsa si comprende. O il corpo lunare è oscuro, ò non; e s'egli è, non può vedersi da gli occhi  nostri di giorno, se non oscuro, perche l’oscuro nell’oscuro, la vista nostra non lo può dominare, se non lo percuotono i raggi del Sole, per l’oppositione della terra; se non è oscuro , come chiaro si vede, quando è nell’Eclisse, non la ferendo i raggi di lui, chiaro segno è , che il lucido di lei non viene da ferirla il Sole: e poi, come può stare la reflessione secondaria nel corpo Lunare de i raggi son recipienti da lei tempo dell’Eclisse, attesoche il reflesso si fa nell’ opposto à quello, che è ferito da quelli di luce primaria, poiche in lei, come, dall’essempio, che danno i professori, della luce che entra io stanza per vna finestra, vogliono, che quella sia per riuerbero, ò reflesso de i raggi istessi del Sole, affermando prima, che i raggi di <pb n= "70"/> lui non hanno termine non solo nel cielo della Luna, mà che passano anco fino à quel di Venere ; si che concedendosi il reflesso di quelli nella Luna; si doueria solo vedere dalli corpi superiori à lei , e non dalli inferiori, poiche non è possibile, che il reflesso refletta nella parte in tutto contraria , &amp; opposta alli raggi, qual non percuotono , per esserli , come dicono essi, interposta la terra; per il che, se i raggi entrano in vna stanza, il reflesso è di dentro , e non in quella di fuori; e per ciò è impossibile quanto al reflesso, che sia vera tal propositione, ò ragione di luce secondaria , ò succedente in lei. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> E pur si vede, che entrando i raggi del Sole in vna stanza, doue ne sia vn’altra appresso, che sia oscura, hauendo solo vna finestra aperta in mezo fra essa , e quella, che percuotono entro i raggi del Sole, che anco quella doue non entrano, essere al quanto da quelli illuminata.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Lo concedo; ma dico bene, che non è già  illuminata di luce secondaria la parte volta verso il Sole, cioè la parte  di mezzo , che confina fra le due stanze, che dici (come liò detto) di secondaria, a talche passando i raggi del Sole, &amp; hauendo i termini nell’habitacolo di Venere, non può causare tal luce in lei, poiche i secondarij gli riceue lei, per così dire, nelle spalle, ò nella collottola, oue non possono esser visti da noi.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A me pare, che habbi ragione; ma dimmi; hai tu altro che dire sopra ciò?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Di più ti sogguingo, che alle volte la Luna quando <pb n= "71"/> è nell’Eclissi, non pare oscurata, ma che habbi  solo auanti vn velo non molto denso, &amp; alle volte par d'vn colore, &amp; alle volte d’vn'altro; il che auerria tal diuersità, se gli eclissi venissero dal non corla i raggi del Sole, e dall’interpositione della Terra fra loro; ma sempre in tal tempo staria di vn color medesimo, e sempre oscura ad vn modo; e se venisse da tale interpositione , resteria in modo oscura, che da noi non si potria scorgere oue ella fosse, come da noi non si scorge quella parte non lucida, quando da noi si vede parte della lucido di lei, quale si dice non corla i raggi del Sole; se già non mi si facesse constare, ch’ella da se pigli simili colori; il che, come hò detto, non si può prouare, ch’ella sia di quel colore,  che si mostra in quel tempo attesso che alcuna vera ragione non l’accompagna, poiche affermano che in quella parte oue  è tenebrosa, in quel tempo il Sole con i raggi suoi che la coglie, à tal che in consequentia ne verria, che ella fosse di quel colore, anzi di quei colori, per dir meglio, il che non può stare, poi che è diuerso vna volta dall’altra . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> La diuersità di tal colore può forse venire da i vapori della terra , che si interpongono fra la nostra vista, e la Luna, e per ciò ce la facci parere diuerso.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Io crederei, che la tua ragione fusse vera, se in altro tempo ancora alle volte si vedesse differente, ma il vederla tale solo in quel tempo de gli Eclissi, mi fa non consentire a quella, insieme con il vedere, in tempo di tali diffetti l’aere scarco d’ogni vapore, e lucidissimo , e chiaro . <pb n= "72"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p>  Quello, ch’io hò detto, l’hò messo in dubbio, poiche non sò il tempo della tua osseruantia, circa ciò, se  sia stato in tempo chiaro, ò caliginoso; mà hai tu più viue ragioni da produrre, in difesa della riputatione della tua cara amica?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Ve ne sono molt’altre, quali , insieme  con antedette, faranno chiaro circa ciò, la immensa prouidenza di Dio , e la preminenza di lei sopra le cose mortali, e transitorie, poiche senza i uarij cambiamenti di lei , come più auanti si è detto, ogni cosa creata non saria creata, &amp; le create, se si fermasse la sua variatione, si ridurriano in niente.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Seguita ti prego.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Soggiungo così , che dall’osseruantia si può conoscere se l’opinion di quelli, che tengono,  che la Luna riceua il lucido dal Sole, sia falsa , ò nò. Gli Eclissi della Luna le più volte si fanno ne gli Equinottij, ò à quelli vicino, come più volte si è detto, secondo la ragion mathematica; hora in tal tempo, quando sono i plenilunij , l'vno, e l'altro luminare vanno per vn medesimo corso , cioè, nè più meridionali, nè più settentrionali; à talche io vorrei, che da te mi fusse detto come è, e come può stare, che andando i due Pianeti egualmente da leuante à ponente per il moto diurno, e per il loro da ponente à _leuante, li detti Eclissi si comincino da tramontana andando verso mezogiorno; si che io non sò come si possino causare dall'interpositione della Terra .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Stando cosi, non credo, che possin produr ragione verisimile, se già non prouassero , che la Terra si mouesse. <pb n= "73"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Per questo da me insieme con le sopradette ragioni, si tiene la Luna esser da se luminosa, e che quando patisce tal diffetto passi (come mi pare altre volte hauer detto) per vna parte del Zodiaco, ò d’altro, ò se gl’interponga qualche altra cosa, ò qualche altra sfera, che sia più bassa di lei, quale non sia di velocità, e di moto in tutto simile al suo, e che habbi qualche parte più densa, &amp; oscura, ma non tanto, che possi proibire à gl’occhi nostri in tutto, che, ancorche coperta da quella, non sia scorta da noi, per la quale per il variabile, e veloce suo corso passi dentro allo spatio, che il Sole fa il suo, vna, ò due volte, attingendo quella parte tenebrosa, quando più, e quando manco, quale trauersi anco il Sole alle volte, ma non cosi spesso come essa, nè tanto, per esser elgi forse tanto maggior di detta parte oscura, e per fare più di dodici volte il corso suo più tardo di essa.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Per intender solo queste tue infinite sottigliezze, le quali hanno hauto del verisimile assai, sono andato con contraditioni intertenendoti, ma hora, che io veggio che sei già al fine di queste tue ragioni, &amp; hauer poco da dire, ti voglio constringere con le seguenti à confessare l’error tuo, alle quali non si può in modo alcuno contradire, nè oppore cosa alcuna, poi che questa non consiste in opinioni filosofiche, ma nella nostra virtù visiua, quale ti fa vedere, e toccar con mano come tu sia in manifesto errore.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dì, ti prego, che conforme à quello che io t’ho detto di sopra, sentendo cosa di ragione, andarò mutando <pb n= "74"/> il mio pensiero in meglio,  che tale è stato sempre l’animo mio, imperò non tardare di adempire questo mio desiderio, acciò essendo in errore, posi l’arme della temerità mia, rendendomi vinto.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Da quella viuace ragione confermata dall’osseruanza, si fa chiaro, che la Luna causa l’esclisse del Sole, e che insieme lei sia corpo oscuro, e che habbi il suo lucido dal Sole, dico, che nel diffetto del lume di lui, da noi per certe acuitioni di vista, come sarebbe à dire, il forare vna carta con vno spilletto, ò simile, quale la difende da i potenti raggi solari, occultamente si vede, quando il corpo lunare sott’entra, e s’interpone fra noi, &amp; il Sole, per retta linea, come anco quando parte; si che à questo non vi è sottigliezza, che vi arriui.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Rispondo, che se da i riguardanti nell’incominciare, e nel finir tali eclissi si potesse osseruare gli effetti, e moti loro in tal tempo, come si possono quelli della Luna semplicemente, conosceriano che le medesime ragioni, prodotte poco auanti, serviriano anco à prouare in questo falsa, circa ciò, l’opinione loro, senza dimandarli, che sappino, che quello che si oppone fra il Sole, e noi, sia il corpo della Luna.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> La vista nostra il vede chiaramente, oltre il testimonio dell’osseruanza de’ calculi, quali pongono in quel tempo douere esser la Luna in congiuntione con il Sole, quali conuengono in tale accidente di mancanza di lume.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Voglio , à modo di dire , concederti che sia quello  che dici, con tutto ciò, non si proua falsa l’opinione <pb n= "75"/> da me allegata, poi che può essere, che la Luna sia corpo denso, e che vna parte di lei, cioè la superiore sia oscura, e che quella, che à noi si mostra sia lucida, e che per ciò ne l’opporseli causi in lui tal diffetto, se bene sono cose dette in aria, &amp; a caso, poi che l’affermare, che quella sia la Luna, ò altra materia, è pazzia.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Che dirai tu, circa il sopra detto, del testimonio de i calcoli, e de i corsi loro?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Quanto al calculo de i Matematici si dice, che egli in ciò non fa testimonianza alcuna, che il Sole si oscuri più per l’oppositione della Luna, che di altra materia densa, poi che à quelli non si deue attendere, atteso che quelli che dicono essi è vna osseruanza, come più volte ho detto, d’infiniti anni à dietro, dalla quale non possono essere inganati, poi che i corpi superiori non possono mutare ordine per alcun riuolgimento di essi, e per questo sono saldi, e fermi, &amp; è stata facile l’osseruanza de i moti loro, che lo causi quella congiuntione di quelli dui luminari, e che quello che s’interpone, e ci toglie la vista de i raggi del Sole sia il corpo lunare è temerità il dirlo, per vigore di calcoli, e più di virtu visiua, poi che da noi, non lo comportando la debolezza della vista nostra, non si può per alcun modo vedere. E per queste ragione è debile ragione la tua, e non ha fondamenti stabili: e poi se da noi nell’altre congiuntioni con il Sole non si vede, come si vede allora, per osseruantie che  dici . Di più, se quello che si oppone auanti al Sole <pb n= "76"/> nelle sue eclissi fosse la Luna, certa cosa è, che se si interponesse fra noi, e lui, che in quel tempo noi la potremmo chiaramente vedere oscura, come dicono questi che sia, poi che ci difenderia da i raggi di lui, e pure con tutto ciò che egli si oscuri, non lo potiamo riguardare, nè scorgiamo lei. Oltre di questo, se la Luna causasse il diffetto del Sole, saria di necessità, come più volte ho detto, che ogni mese lo patisse, poi che sempre in tal spatio ti tempo si congiunge corporalmente, e perfettamente con il Sole, come ogni vno, per la diametral loro perfetta oppositione, può far consequenza di quella. E se le oppositioni, e congiuntioni di questi due luminarij non fossero sempre ad vn modo, come si vede, non preterendo mai vn punto, e in esse da vna volta all’altra vi fosse differenza, e variasse, se il lucido di lei venisse dal Sole, variaria in conseguentia ancora necessariamente in dodici corsi di lei, &amp; in dodici plenilunij da vn plenilunio all’altro, in vn’anno solare, il lucido, ò i lucidi, per dir meglio, di lei; poi che non essendo diametralmente, e corporalmente per retta linea in congiuntione, per le ragioni de i professori, essendo lontana dal Sole si vederia, &amp; in alcuno de suoi corsi in vn’anno solare non mancaria mai di lume, alle volte staria per spatio di più giorni, che hora non stà, à vedersi, come dicono essi, quando ella s’è sotto i raggi del Sole, e non si vedria, come s’è detto, tener sempre il medesimo ordine, e viaggio in tutti i suoi corsi, come fa, e che da noi si vede . <pb n= "77"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Che dunque mi darai tu ad intendere, che sia quel che fa tale effetto auanti al corpo solare ?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Quella parte, che pare à te che sia la Luna, che in tal tempo si opponga al Sole, può essere ancora quella, che che causa il diffetto della Luna, maggiore  di lei, e più piccola di lui, e per ciò essa ne viene alle volte oscurata tutta, &amp; egli non mai, e molto più di rado, quale à i riguardanti pare la  Luna ; e che questo sia vero, potranno questi osseruare, che non quello, che dicono esser la Luna esce di sorto al Sole, ò dauanti, ma si bene il Sole lasciarsi à dietro quello, che dicono esser la Luna, per il che, se fosse lei, saria il contrario, per esser quella di più veloce corso, lasciandosi à dietro il Sole; e se tali diffetti fossero causati da i moti loro proprij, come saria ordinario che fossero; ancora di dico, che le oppositioni, congiuntioni, e tutti gl’altri aspetti, e moti della stelle sono cose, che ab eterno non sono state, nè sono, nè saranno differenti vn punto, se non accidentalmente, di quello che sono, il che non si può negare, che se si negasse si terria, che i moti loro fossero à caso, il che non può stare: hora essendo ordinati, come sono, è di necessità, che se le oppositioni del Sole, e della Luna sono per diametro nel plenilunio, e che diuidono gl’elementi in due parti eguali, come chiaro si vede, si deue anco conchiudere, che nelle congiuntioni siano anco perfettamente congiunti, &amp; essendo necessariamente così, ne succederia anco che in ogni mese si causassero gl’eclissi del Sole, <pb n= "78"/> e della Luna,  come più volte ho detto di lui, per la interpositione di lei fra lui, e noi;  e quelle della Luna, per la interpositione della Terra fra lui,   e lei, il che non si vede accadere, e pure nel plenilunio la terra stà in mezo fra loro . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> In questo tu t’inganni, perche questi diffetti non accadono, se non quando l’vno, e l’altro di questi due pianeti sono per l’eclittica, ò nel capo, ò nella coda del Dragone.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se queste congiutioni , &amp; oppositioni, come ho detto, si fanno diametralmente, e corporalmente ogni mese da questi due pianeti, che importa se la Luna, &amp; il Sole siano per la  ecclittica, ò nò ? poi che si vede da noi chiaramente, che ogni plenilunio la Luna è sempre ad vn modo, non variando mai in modo alcuno, così è di necessità, che rettamente, e diametralmente la Luna si congiunga con il Sole ; e non occorre dire, questo più vna volta, che l’altra, poi che non è verisimile facendosi sempre in vn modo medesimo la loro oppositione,  formandosi il corpo lunare sempre di circolo perfettissimo, il che non accaderia se sempre non si guardassero in tal tempo per retta linea, nè il suo orbe saria di circolo lucido perfetto, pigliando ella il lume da lui per linea trasuersale. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Queste congiuntioni di questi doi pianeti, come anco de gl’altri, non si fanno mai perpendicolari, e diametrali, se non quando il Sole è per l’eclittica.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Se bene non può essere, come dici, in modo alcuno, con tutto ciò voglio far buono il tuo detto, soggiungendoti, <pb n= "79"/> che ancora che fosse nel modo, che  dici nondimeno nella loro congiuntione, con tutto ciò sempre si fariano necessariamente gl’eclissi di lui, se non à noi, senza manco in qualche altra parte lontana da noi, ò vicina, come per esempio si vede da noi chiaramente, che si leua il Sole chiaro, e l'aere scarico di nuuoli, ma non si tosto si alza sopra il nostro Emispero , che ascendendo vn vapore, causa vna nuuloa lontana da noi, quale s’interpone, non fra noi, &amp; il Sole; ma fra egli, &amp; altra parte lontana, e si vede da noi, che quella nuuola causa, in modo di dire, l'eclisse del Sole non à noi , ma à quelle parte , che stà per retta linea opposta alla nuuola, &amp; al Sole, &amp; il simile fa molte volte à noi, quando vna nuuola s'interpone di retta linea fra noi , &amp; egli, per ciò non è buona, nè salda ragione la tua , stando la Luna più bassa del Sole, e cosi per conseguentia necessariamente ne succederia in ogni congiuntione di essi,  ancorche laterali, se gli eclissi del Sole fossero causati  dall’interpositione della Luna , e quello, che da me si è detto di quelle del Sole, per l'oppositioni di lei fra noi ; così anco si  può dire di quelle della Luna, per l’interpositione della Terra fra questi due luminarij, poiche ogni mese diametralmente si oppongono,  si congiungono , diuidendo il mondo  in due parti eguali , tenendo la Terra nella loro oppositione perfettamente in mezo, come molte volte si è replicato. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Le tue ragioni mi fanno stare in dubbio, che sia come <pb n= "80"/> hò tenuto fin hora , e dall’altro  canto l’opinione, &amp; auttorità di tanti , &amp; sì grandi  huomini,  e scrittori passati non mi lassao assentire allo tue palpabili ragioni. Ma dimmi l’opinion tua sopra quello, che hora sono per domandarti ; Sei tu del medesimo parere, che sono infiniti altri, cioè, che il  Sole illumini la Luna , quando ella è in congiuntione, dalla parte superiore?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Io nego in tutto, e per tutto, che il Sole illumini  la Luna, come vuoi tù, che io risponda à questa, quale è vn’altra non minor pazzia à credere,  poiche questi tali vogliono , per conseguenza, che i corpi superiori habbino bisogno e del lume, e de gli influssi , come noi altri, il che quanto repugni alla ragion naturale, consideralo tù, e se non hanno bisogno, mostrano che Iddio quel che hà fatto l’habbia fatto in vano, e che questo Mondo sia à caso, come tiene Democrito. Questa à punto è simile à quella, che i medesimi professori dicono , che i raggi del Sole arriuino fino à Venere , e più oltre.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Forse non è vero?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dico, che se quelli arriuassero fin lì, che di necessità saria, che anco gli influssi vi arriuassero di lui; per il che vorrei sapere da te, che operino quegli influssi in vtile, ò danno loro; poiche è forza, che s’eglino arriuano, che influiscano; &amp; oltre di questo è di necessità ancora, che quelli vicendeuolmente li arriuino anco, &amp; influischino l’vn’all’altra, poiche hanno termine in quelle ; à talche questo <pb n= "81"/> basso Mondo non pigliaria influsso alcuno dalle stelle se quelli non terminano in esso , ma passano anco più auanti ne i Cieli , e luoghi oue terminano; e per questo si dice, che i raggi del Sole non passano il centro del Mondo, come dell’altre stelle.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Perche non può essere?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Perche il termine di ciascuna cosa è vn punto stabile,  i Pianeti, &amp; i Cieli sopradetti hanno moto continuo, e diuerso di longitudine, e di latitudine, e sono instabili, per ciò non possono esser termine di cosa alcuna ; à tal che ò gl’influssi, e luce delle stelle passano più auanti , ò non gli arriuano, se si terminano nel centro, si che la Luna non può hauere il lume suo dal Sole; ma chi sà, questi tali credono forsi, che sopra noi sia vn’altro Mondo , come questo oue stiamo , e che per ciò Dio habbi fatto, che il Sole illumini la Luna dalla parte superiore, à ciò dia lume à quelli superiori, e gli infondi l’humido, &amp; il freddo, come à noi; il che non è anco da credere , che sia come al nostro simile , e che questo medesimo Sole , e questa Luna lo possino illuminare ; il che si può prouare con ragioni tolte da i medesimi luminarij, come è, che mentre si volgono circolarmente intorno di noi , non possono con il medesimo corso circolare illuminare se non vna minima parte dell’altro , come  per questo esempio di questi doi punti , vno nel centro del circolo , che è per il Mondo da noi habitato,  e l’altro fuori da noi imaginato,  e per ciò non potendo hauere i corpi superiori <pb n= "82"/> bisogno del lume della Luna , nè de suoi influssi , come anco non potendo fare Iddio cosa alcuna indarno, in conseguenza ne viene, che quelli  che l’hanno detto, non sapere quello che si dicano, dicendo vna pazzia si grande, volendo mantenere con questa loro pazza opinione, che Iddio,  come s'è detto, habbi fatto queste cose à case, e che egli non sia di quella sapienza, prouidenza, &amp; intelligenza infinita, ch'egli è . Ma fermati Astro, che hora ti voglio abbattere con le tue armi ; non dici tu , che il Sole con i suoi raggi illumina la Luna? </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Così tengo, &amp; è commune opinione.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Et io , in modo di dire , te lo concedo; ma dimmi, quando la Luna si troua nell’intiero plenilunio , &amp; è opposta al Sole, credi tu, che stando in tal termine, i raggi di lui la ferischino vna volta più dell’altra per linea retta, ò trasuersale, ouero sempre in tale stato interamentere retta?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io credo , e da me si tiene , chi quando ella è nell'intiero plenilunio, che il Sole con i suoi raggi la ferisca per retta linea, di punto in bianco , anzi rettissima.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Qui à punto ti aspettauo , se essi la feriscono in tal modo, è certo, e non si può negare , che da questa rettissima linea fra l’vno, e l'altro interposta, ne viene intersegato in due parti eguali questo Mondo per il mezo; e se mi hauessi detto , che i raggi di lui la feriscono quando più , e quando manco per linea trasuersale , e che rare volte si oppongono <pb n= "83"/> diametralmente, io ti hauerei risposto , che  questo non può stare, perche quando ella fusse ferita da quelli lateralmente, ella mostrerebbe il suo orbe di circolo imperfetto,  e non perfettissimo sferico, come fa sempre in tal tempo; imperò essendo perfetto, è manifiesto, che sono opposti diametralmente, come hai detto, &amp; essendo opposti in tal modo, ne viene in conseguenza, e necessariamente, che non variando le oppositioni , nè anco varijno le congiuntioni , e che anco ogni mese corporalmente,   e diametralmente per retta linea si congiunghino, e non lateralmente più vna volta, che vn’altra; à talche congiungendosi cosi coporalmente per linea retta, ne seguiria di necessità, se il Sole illuminasse la Luna, che ogni mese egli patisse il difetto dell’Eclisse, per interpositione di lei fra noi, &amp; egli: il che non succedendo, è cosa manifesta, che gl’Eclissi del Sole non sono causati dal corpo Lunare.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Assai mi sodisfà questa tua ragione, se bene l'hai detta altre volte, pare à me, ma in altro modo, e non così piena di obiettioni.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Intendi quest’altra, Astro amatissimo, e dimmi (poiche hormai siamo giunti al fine di questo nostro ragionamento, e mi resta solo ad autenticare , e figillare questo mio contratto con le sacrosante auttorità, che vn pezzo prima ti hò detto ) oue dici tù, che questi Filosofi, Astrologi, &amp; Matematici hanno posto, che terminino i raggi, e gli effetti di queste loro Stelle, e Pianeti, cioè gli influssi loro? <pb n= "84"/> </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io non ho mai trouato alcuno, che ne habbi scritto , se non de i raggi del Sole, de i quali vi sono  alcuni , che dicono , come si è detto più volte , terminarsi nel Cielo di Venere.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E gli influssi di lui , e dell'altre stelle?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> In questo nostro basso mondo, &amp; in noi .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E poi che passano tanto inanzi, non hanno detto il fine , e che operino in quei cieli, &amp; in quelle Stelle in che essi arriuano?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Illuminano quelle , come fanno sa Luna. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E l’altre che dicono non arriuare come Sagittario, Scorpione, e Capricorno come, e da chi hanno lo splendore?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io crederò , che sia loro proprio , poiche dicono , che i raggi suoi non arriuano più oltre .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Ben furono da Dio fatte figliastre Venere , Mercurio, e la mia amata Luna, facendole andar mendicando, ma io non lo credo , che egli in ciò sia stato partiale; mà si bene, ch’egli habbi empito ogn’vna del suo splendore , chi più ,e chi manco, secondo la loro capacità, e secondo il bisogno, che vidde esser di quelle , per la bellezza, e per il gouerno di noi mortali : e per dir così, se i raggi , &amp; influssi del Sole, della Luna , e dell’altre Stelle non si fermassero nel centro del mondo, non haueriano alcun termine proprio, poiche egli è di necessità che habbino termine in vn punto fermo , e non variabile , hora circuendo questi Cieli, con queste Stelle d’intorno , e sotto, e sopra di noi, è  forza , che tutte l'opere loro, se a cosa alcuna operano, si terminino in questo centro, &amp; in noi, poiche <pb n= "85"/> non si include altri entro il lor cerchio, che da noi si sappia, e se passassero trauersando il centro da vn opposto all’altro de i  Cieli, si potria dire con verità, che non hauessero loco oue terminassero, nè termine alcuno, poiche il termine è cosa stabile, e ferma, e non mouente da loco à loco, e per questo non può essere, che i raggi del Sole arriuiano la Luna quando è in oppositione con esso,  nè ad altro Cielo, e per ciò non la può illuminare.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> A questa tua ragione io non saprei contradire, nè arguire, se non con ragioni deboli, che saria vn buttar via il fiato, &amp; il tempo, e per ciò le lascio . </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> E’ ben fatto, se non cose, che habbino del saldo, e buon fondamento; ma vn’altra cosa vorrei saper da te, se la sai, ò l’habbi trouata scritta da alcuno autore, ò professore di questa scientia, cioè, se il Sole è lucido anco dalla parte superiore, ò pur solo da quella, che volta verso noi. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Io non lo sò, nè mi ricordo d’hauerlo trouato scritto, nè detto da persona alcuna; mà che atterria questo al nostro ragionamento? lasciamolo andare, e vieni alle allegationi sacre, che auanti hai nominate.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Non saria fuor di proposito, come pensi, per confonder questi professor, che fanno tanto superiore, &amp; abondante di luce, con vilipendio dell’altre Stelle, questo loro tanto amato Apollo, poiche vogliono, ch’egli illumini tutti i corpi celesti, pigliando, oltre quella della Luna, la difesa anco dell’altre Stelle, prouando, che ogn’vna è luminosa <pb n= "86"/> da se stessa, ò fosse , ò non fosse lucido dalla parte superiore, il che facendo costare, mostrarei anco con quelle, che non illuminandole egli, aggiungerei vn’altra, anzi molte altre à queste passate, che nè anco la mia Proserpina ha da lui luce alcuna mai in tempo alcuno; ma se ti pare à proposito di passarla con silentio , poi che si stà in dubbia se egli sia lucido dalla parte superiore, sia fatto quanto ti piace.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Hora veniamo all'altre tue ragioni, quali tu dici essere autorità sacre , se bene dalli professori poco ne sarà tenuto conto. </p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Già questo, che dici, da me è stato vn pezzo auanti detto, con tutto ciò à queste, più che all’altre naturali mi attengo, contentandomi che appresso  i professori non siano, quanto al difendere la nobiltà della triforme Dea, di autorità alcuna se bene, e con ragione non se gli può in modo alcuno contradire; poi che hanno la base sopra il vecchio e nouo Testamento, quali congiunte con le auanti allegate naturali, faranno non solo à gli Hebrei, &amp; a Christiani, ma à tutte le religioni, e nationi, &amp; à tutti i Filosofi, &amp; Astrologi del mondo fede, la Luna esser da se luminosa, facendo appresso chiaro, che i primi Filosofi, confusi nel mirare la varietà della Luna, non sapendo, nè considerando gli effetti, ch’ella faceva con il suo augumento, e mancamento qua giù fra noi, nè sapendone date ragione alcuna, perche, &amp; à che effetto fosse così instabile di luce, e di corso: cadendo <pb n= "87"/> l’intelletto loro in confusione, dissero, che il Sole la illuminaua, ingannando se stessi, e gli altri con la loro opinione, e con i scritti, non comprendendo più oltre, si come anco nel vedere gli Eclissi di lei, non sapendo da che si potessero causare, diffeto, che veniuano dall’interpositione della Terra fra il Sole, e lei, e perche molte volte la vedeuano oscurarsi tutta, per ciò soggiunsero, lei esser tanto minore della Terra, e tanto del Sole, quali misure non sò doue se le trouassero, nè doue poi se le habbiano riposte, si come anco dell’altre stelle.</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Veniamo ti prego alle allegationi sacre .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, &amp; hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.</p>
<p>Log. Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, &amp; hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.</p>
<p>	Oltre di questo l’Ecclesiastico dice, Antequam tenebrescant, per il che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, come anco l’altre Stelle, saria stato superfluo il nominare la Luna, e l’altre Stelle; ma haueria detto, Antequam tenebrescat Sol, in numero singulare, per ciò dichiara non solo la Luna esser da se luminosa; mà anco tutte l’altre Stelle. Di più, nella Cantica, al capit. 6 dice il Profeta, parlando della Madre di Dio  Pulchra <pb n= "88"/> vt  Luna, e se ella fosse corpo oscuro, come poteua dire così, poiche nella oscurità non si può da i bellezza alcuna, senza molte altre autorità di Profeti, che si potriano addurre, quali per breuità le lascio, che fanno fede manifesta della luce di lei.</p>
<p>	Ancora S. Luca in conformità di questo al cap. 21. dice per bocca di Christo nostro Signore, che auanti all’vniuersal giuditio; Erunt signa in Sole Luna, &amp; Stellis, per il che se la Luna fosse corpo oscuro, saria stato superfluo il nominare la Luna, poiche nell’oscuro non si può hauere altro segno che di luce, acciò ch’egli appaia à gli occhi de i circostanti, oltre che la luce è segno d’allegrezza, doue in quel luoco si piglia à terrore, e tristitia, &amp; hauendo la luce, come dicono essi, dal Sole, essendo segni d’oscurità in esse, in consequenza ne viene oscurata essa ancora, come recipiente, come per essempio, in vna stanza vi sono molte cose, nella quale vi è vn lume, smorzato che sia quello, non solo si perde la vista di esso, ma di tutte l’altre cose non lucide, che vi sono, e per ciò per le sacre allegagationi , <pb n= "85"/> e molte altre simili , che si potriano addurre, quali sono saldissime, nè in modo da dubitarne , atteso che le prime si mostrano per bocca del Padre Eterno , nel principio del Mondo, &amp; l’altre per bocca di Christo suo vnigenito Figliuolo, Signore, e Redentore nostro, sola verità, in confirmatione di quello, che haueua fatto il Padre Eterno nella creatione del Mondo; per il che non è da stare in dubbio in modo alcuno, che la Luna non sia da per se luminosa , e che il suo lume non sia naturale , datoli da Dio .</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Ast.</speaker><p> Mi sei in ciò piaciuto; ma dell’altre cose, che sento dire di te, contro l’opinione di molti dotti, per non dire commune , che nel principio di questo nostro ragionamento ti hò detto, che ne dici?</p>
	</sp>
<sp>
	<speaker>Log.</speaker><p> Dico , che è la verità quella, ch’io voglio mantenere in piedi ; mà ti soggiungo bene, che non è ancora il tempo di mostrarleti , come questo, in iscritto, però pregoti à contentarti per hora di questo: promettendoti , se Iddio ne aiuta, e ne dà vita , e tempo , che dell'altre cose, nel principio dette da te, ti darò non men salde ragioni, che fin hora ti hò date in questo ragionamento del lucido, e lume della Luna.</p> </sp>
<lb/>Laus Deo.
<lb/>Imprimatur .
<lb/>Iulius Lauorus Vicarius Generalis.
</body>
</text>
</TEI>
Ulisse Albergotti's Dialogo (1613): A Basic TEI Edition Galileo’s Library Digitization Project Galileo’s Library Digitization Project Ingrid Horton OCR Cleaning Bram Hollis XML Creation the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)
360 Huntington Avenue Northeastern University Boston, MA 02115
Creative Commons BY-NC-SA
Based on the copy digitized by Google in partnership with the Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETINO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO, E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici, e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole, nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione della Luna fra noi, & egli Interlocutori Astro, e Logia. IN VITERBO, Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III. Con licenza de’ Superiori. Albergotti, Ulisse Viterbo Discepolo, Girolamo 1613.

This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).

This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.

Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.

The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.

Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").

Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.

Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETINO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO, E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici, e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole, nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione della Luna fra noi, & egli . Interlocutori Astro , e Logia. IN VITERBO, Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III. Con licenza de’ Superiori ALL’ILL. ET REVER. SIG. MIO COLENDlSSIMO IL SIG. CARD. VERALLO.

SE è solito, Illustriss. e Reuerendiss. mio Signore, che le cose nuoue apportiono al Mondo in un tempo istesso merauiglia, e diletto, son più che sicuro, che questa poca fatica mia, quale hora gli dedico, si come gli dedicai me stesso per servitore la prima volta, che io apersi gli occhi alla grandezza del magnanimo animo suo, e sua gentilezza, se non sarà guidicata una pazzia espressa, che maggiormente sopra ogni altra, che per il passato hanno desto nella mente de gli huomini queste alterationi, essa, quanto più si possa pensare, sia per tenerle viue, prima per esser questa openione contro la commune, e poi per le qualità dell’autore; per ciò la pongo sotto la protettione di V. S. Illustrissima, acciò ella gli sia saldissimo scudo da i mal dicenti, e contro quelli, che senza ragione gli opporrunuo. Difendila dunque V. S. Illustrissima quando, e quanto gli paia di ragione, e non altrimenti, contro le viperine lingue de gli irragioneuoli, il che facendo difenderà un suo servitore mal trattato à torto, che altra non sarà, che diffendere se stessa; e con ciò facendoli humilmente riverenza gli bacio le sacrate mani, sperando una mattina (prestandomi Iddio tanto di vita) di hauermi per ciò ad inchinare molto più, sedendo ella in supremo Trono, come credo, che per gl’infiniti meriti suoi habbi determinato Iddio, qual prego che le dia ogni felicità. Di Siena il dì xi. di Nouembre 1612.

Di V.S. Illustriss. e Reverendiss. Servitore affettionatiss. Fr. Vlisse Albergotti. Ai guiditiosi, e discreti Lettori.

SON più che certo, che venendo questo mio breue, e naturali discorso sopra gli accidenti della Luna, e sua forza in mano di professori di Filosofia, Matematica, Astrologia, & altri: essendo alla maggior parte, anzi a tutti già radicata nella mente loro vna mala radice di impressione, e di ostinatione, piantatali da Aristotile, e da altri suoi seguaci, e molto più a certi, che vestiti di presuntione di sapere, vestimento , e dolce all’oppio de gl'ignoranti, vedendo da chi esca, non considerando, che anco gli huomnini di spada hanno molte volte il giuditio loro più intero, e sano, e purgato di essi, ancora che fossero di gran dottrina; del che ne fanno fede il diuin Platone con Alessandro Magno, e con Marco Aurelio della Filosofia, Tolomeo con il Re Alfonso dell’Astrologia, Cesare dell’arte oratoria, Giustiniano delle leggi, il Re Dauid della Poesia, e S. Paolo della sopra natural Filosofia, & altri infiniti gran Capitani, e valorosi soldati, sì Ebrei, come Greci, e Latini, e d’altre nationi, che saria longo il nomarli, quali sono stati padri delle scientie, si metteranno a ridere, leggendo il primo foglio appena con quella mala impressione, hauendo nell’animo loro fermato il punto, che non possi stare, e che non sia se non come tiene Aristotile, e i suoi seguaci, nè di voler credere altrimenti, ancor che gli fosse provata falsa l'opinione di quelli dal Fattore di quelle, stando ostinati come i Pittagorici, non dando ragione alcuna dell’opinione loro, se non che l’ha detto Aristotile, parendoli vergogna di aderire all’opinione d’vno, che non vidde mai quasi a i giorni suoi libri di Filosofia, Matematica, & Astrologia, come ostinati, sprezzandolo, lo ributtaranno, non volendo nè considerare, nè sapere se non l’opinione di lui, tenendolo non solo per quel dotto, che egli fu, ma ancora l'andatanno osseruando maggiormente che l'istesso Dio, poi che vorranno più tosto, che esso sia bugiardo, che egli in ciò si sia potuto ingannare, & habbi errato, come nel discorso si vedrà; ma se questi tali, da nomarli più tosto stolti, che dotti, si spogliassero la veste della prosuntione di sapere, & essere, considerando, che molt'altri possino sapere molto più, che non seppe il lor maestro, e se bene egli tiene nella Filosofia il primo luogo, che egli fu huomo, composto di quattro Elementi, come ogni altro, e che non seppe tanto, che molto più, come si è detto di sopra, non possi sapere qualcheduno, e che non era Dio, poi che si mostra da molti con palpabili ragioni, in molte cose non hauer detta, nè conosciuta la verità, & essersi ingannato, come ha fatto in questa ; come anco, che più certo studio è la speculatione, con la sottigliezza dell‘ingegno, qual vede con l'occhio del corpo, e della mente, quello che è in verità, & in effetto ; che lo studio de i dotti, e l’opinioni di quelli, poi che il testimonio di vdito non proua, nè fa fede , l'andariano meglio considerando , e non lo sprezzariano, hauendo consideratione primieramente, che l’Autore in prouare questa sua salda opinione non è andato per argomenti logicali, nè per ragioni sosistiche, stiracchiate, e sottili tanto, che da se si scauezzino, ma con semplici, e pura , & naturale filosofia salda, e sincera , e con viuaci, e palpabili ragioni fa chiare le cause, & effetti del lume, raggi, e corso della Luna, cratte dalla vigilanza, osseruanza, e speculatione. Nè si marauigli alcuno, che egli non habbi osservato bel ordine di dire ornato, e che in essa non si trouino allegationi, poi che l‘vna l’ha causato il non sapere, e l’altra il non potere; perche essendo il trattato contro l’opinion commune, non ha trouato compagni, se non la Scrittura Sacra, alla quale, come più salda filosofia di tutte, dettata, e scritta dalla bocca, e mano di Dio, si è accostato, nè da essa intende partirsi, soggiungendo, che si contenta che quella, appresso a i Lettori, che tengono il contrario, sia di nessuna autorità, e valore, poi che crede, che vi saranno alcuni professori di diabolica filosofia, quali concorrendo con Auerroe, e con molti altri scientiati ignoranti, non credendo, che Dio habbi fatto cosa alcuna, non l’accetteranno, però prega questi, che messe da parte quelle salde sacre allegationi, vadino bene considerando l'altro naturali , e con pure, e semplici , salde , e non sofistiche ragioni gli contradichino , alla censura de i quali, cioè de gli huomini di giuditio , e di ragione, e che senza presumersi in verità sappino, l’Autore si sottomette, non negando & in parte, e forse anco in tutto essersi potuto ingannare, il che se non confessasse, non manco de gli altri prosontuosi si vestiria la pelle dell’Asino; ma niega bene , che a molti gonfi di superbia vana, quali ad ogni parola vanno dicendo, noi altri Filosofi , non considerando, che l'esser Filosofo non consiste in quel penitus , penitus , quale anco si dà ad infiniti bufali, simili forsi ad essi, sia lecito darli emenda, a i quali egli si offerisce mostrare con ragioni, che essi hanno più del temerario , che del, saputo, e che non tocca a loro a darli dell’ignorante per la testa poi che come ciechi non possono scorgere il vero, e se sono Dottori, che meglio staria la laurea che gli fu data, all'Asino, che ad essi. E' sicuro anco, che non mancherà vn'altra spetie di maligni de trattori, che diranno , si conosce bene, che l’Autore è ignorante, e che non è profession sua il trattare di Filosofia, e che molto meglio haueria fatto a scriuere della sua, se ne sà ; alli quali si potrà da lui con ragione rispondere , che molto maggiormente in quella , come della maledicentia professori, quanto in altra senza ragione, come è solito di quelli, lo lacerariano, poi che essi , senza ragione, in quella di che fanno professione, e glie ne pare sapere, gli contradicono, tanto più in consequenza in quella, che non è loro , contro ragione si metteriano a lacerarlo , poi che l’ignoranza non ste mai senza l’inuidia , nè l’inuidia senza la maledicentia , quali in vltimo sempre generano cose contro, & in tormento di quelli stessi. Nè sono anco per mancar di quelli , che vedendo questo discorso scritto in lingua volgare, con derisione sono per dire, questo è vn Dottore adottorato in Matematica, Astrologia , e Filosofia volgare ; a i quali da lui se gli potrà con verità rispondere, poi che altra ragione non hanno dal canto loro, ch’è meglio esser mezo Dottore in volgare, che intero Asino in latino, come saranno questi tali , con mosti altri ; poi che con questo detto loro vorranno intendere, che non si possi dire cosa buona, vera, e salda se non si scriue in lingua latina , non considerando questi sciocchi susurroni, che se tutte le scientie hauessero hauto a scriuersi nella più perfetta lingua di tutte, che nessuna saria scritta nella latina, approuando anco essi, forse che nel bello scriuere latino, e nella facondia di quello consista la scientia , e sapere , e che chi non sà dire in quella , non possi sapere niente , nè scriuere cosa buona ; non considerando questi poueri di spirito, che questo scriuere , e parlar latino non è stato introdotto , e mantenuto per altro fra la gente volgare , se non per tirannia, & auaritia ; prima, perche chi non ha commodo di imparare latino, e che è di spirito eleuato, ancora che non sappi leggere a pena volgare, non possa contradir all’opere loro, non le intendendo. L’altra, è stata introdotta ne i tribunali , oue si discutono le leggi, nel medesimo idioma scritte, per far solo bottega, e mercantia sopra le liti, e cause de gli huomini volgari , il che non haueriano fatto , se le cause si trattassero in lingua volgare , ma non già perche quella sia di necessità al viuere nostro in parte alcuna, nè facci più, ò manco l'huomo eleuato di ingegno, poiche si vede manifesto che saranno infinitissimi, che di lingua, & espressione latina agguagliaranno Cesare , e Cicerone , con tutto questo, non hauendo altro in loro , sono simili alle bestie, poiche sono i più stolidi, & inetti animali in tutto il resto, che siano al mondo, imperò frenino questi tali, se possono, ò se lo sanno fare, alquanto la lingua della detrattione, & se vinti dal fatto di sapere non si degnano seggere , ne sentire parlar volgare, come cose lontano dalle incomparabili scientie loro , stiamo sempre con pedanti, e lo faccino prima da alcuno di quelli traslatare in lingua Cioeromana, e cosi poi con honor loro si potranno mettere a darli vna passata, perche l’Autore, se bene anco egli l’haueria potuto, e saputo fare, se non in quella, almeno in maccaronian a, si è compiaciuto di questa, acciò i latini insieme con i volgari, quali stima non manco di giuditio intero, possino dire liberamente sopra di ciò, l'openione loro, e riprenderlo, approuarlo, come gli detta la ragione, o bestialità di ciascheduno; che nè per detto di questsi, nè di quelli la verità mutara luogo ; e forse l’Autore potria esser fatto capace d’hauere errato da vn semplice, con ragioni semplici, e naturali , che da vno soffistico , e cauilloso con suoi sillogismi logicali, quali a gli huomini , che non si sono esercitati in quelli , come l'Autore, fanno parere il bianco nero, e gli fanno lasciare la via della verità per quella della bugia, non considerando , che meglio è essere contro la commune, che contro la ragione, non hauendo quelli fermato ben il punto , come presume hauer fatto l' Autore, non intendendo mutare openione per argomenti tali ; ma si bene per ragioni salde, e naturali. Crederà bene , che da qualche bello spirito si potrà con qualche apparente ragione contradire a qualche parte ; ma se questi tali andaranno adunando tutte insieme l’altre contradittioni prodotte, troueranno, e conosceranno , senza altre repliche sue , la vanità delle sottigliezze loro . Nè vi mancheranno anco di quelli, sentendo che questa nuoua openione non è solo contro quella d’Aristotile , ma anco contro la commune, ostinatamente presisteranno nell'error loro ; ma questo poco importa , poi che non è articolo di fede. Legga adunque il benigno, e giuditioso Lettore con sana mente il presente breue discorso , e se troua in qualche parte, o in tutte, che l'Autore habbi errato, lo scusi , della quale non è in parte indegno , poi che non si deue vergognare egli d’essere, se non in altro, stato compagno di tanti illustri, e diuini scrittori, quali con tutta chiarezza de gl’ingegni loro non han potuto fuggire questo scoglio dell'errore, quali tanto più lo fan degno di scusa , facendosi comparatione dalli studij, professioni, & opere loro, alla diuersa professione di quello, quale l'ha tenuto , e tiene occupato in fatiche, e trauagli corporali, e mentali, in tutto diuersi, e contrarij alli studij, e professione di filosofia; il che se non vuol fare per imparare , lo faccia almeno per ridere , nè si sdegui, poi che l’ascoltare ancora i pazzi, non è segno se non di prudenza, e scienza, atteso che anco da quelli, e da i loro detti non solo si può pigliare spasso , ma anco molte volte contemplando, e considerando imparare.

Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETlNO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Interlocutori Astro, e Logia. LOGIA

carissima, e da me per la benignità , & beneuolentia tua verso me , estremamente amata , quale amore causa in me beneuolentia superiore alla tua verso di te, e mi stringe per ben tuo, à dirti quel che molti altri per non ti dispiacere, per non esserti quei veri amici, quale io ti sono, lassano di farti noto; quale è, che io intendo, che contro l'opinione commune, facendo ridere di te quelli che intendono la pazza tua opinione, cioè, che non solo alla salda opinione de gli Astrologi, e Matematici, che più di 2000. anni sono stati, & à tutti i loro seguaci che furono, e sono; ma anco à quella d’Aristotile istesso padre, maestro, e principe della vera Filosofia cerchi contradire, sforzandoti con vane ragioni di mantenere la Luna non riceuer il lume dal Sole, ma che sia suo proprio; qual cosa non sò con che fondamento possi mantenere, e mi marauiglio, se bene io ti conosco di gran giuditio , come tu non riconoscendo te stessa , considerando alla tua poca scientia , a comparatione di quelli , ti sia messa, contro la salda opinione di quelli , à dire vn paradosso tale, quale fa da me, e da tutti gli amici che ti conoscono, e che ti vogliono bene, hauer di te compassione , pensando che non sij più di quel sano, e saldo giuditio , che fin hora sei stata tenuta , e che incominciando à deliriare, à fatto non impazzisca; e che oltre di questo di più ti vai opponendo à molti chiari, & illustri scrittori, e rari ingegni, che sono in questi nostri tempi, quali mantengono con saldissime ragioni l' Acqua essere assai minore della Terra, e che questi due elementi siano al presente perfettamente corpi sferici, e rotondi, e che tutta la Terra sia perfettamente nel centro del Mondo; come anco à l’opinione di quelli, circa l’apparitione della Terra fuor dell’Acqua, da noi mortali habitata, volendo ancora presumere di sapere se il Mondo deue mancare , ò nò, e se due son le cause, & il modo, e’l tempo del mancamento di quello, quali cose, come di sopra hò detto, fanno stupire gli amici, & à gli altri danno occasione di ridere, sapendo la tua scientia: imperò ti prego, per bene, & honor tuo , che vogli desistere da queste tue strauaganti opinioni, poiche contro di te hai l’opinion commune, & di tutti i sauij, e dotti huomini del mondo, che sono stati, e che sono, non solo in questa, ma in tutte le professioni; però credi al tuo tanto affettionato Astro, al quale sò che porti ogni amore, perilche non ti vedi mai satia di contemplarlo, lascia , lascia andar queste tue erronee opinioni, quali non credo, che habbino fondamento alcuno , se non nella tua imaginatione: questo ti dico per il reciproco affetto, ch’è fra di noi, corne credo, che credi.

Log.

Astro, il tuo auertimento non mi è men grato, che mi sia il vago aspetto tuo, poich‘egli mi conferma lo scambieuole amore di te in me, quale saria bastante à farmi fare ogni gran cosa , fuor che di lasciare la via della verità, qual maggiormente amo, per quella dell’errore , nella quale, ingannata dalla fama di tanti scrittori, ò dalla affettione, che mi porti, mi pare che mi vogli far caminare, come fino à qui sono andata anch’io, non pensando più oltre, ingannata dall’opinione commune, insieme con li Scrittori delle cose da te sopra allegate , dalla quale pregoti à non ti voler lasciare totalmente auuiluppare l’intelletto, che chiuse l’orecchie d’ostinata impressione, pestifero dolce veleno de gl‘ignoranti, non lasci d’intendere le naturali viuaci ragioni, da me circa ciò da allegarsi, ò prodursi , quali se ben saranno contro à l’opinion commune, assai mi piace più, che sieno contro l’opinion commune, che contro la verità; e si come anco dici , che molti marauigliandosi di questo mio non più vdito pensiero, si ridono di me, io ti rispondo, che la marauiglia hà due faccie, vna bella, e l’altra brutta, vna delle quali indica sapientia quella sua alteratione, e l’altra ignorantia, secondo da che si causi , e le qualità in cui si causa; quanto al riso poi che da te si dice, che l’opinion mia causa in quelli, non dirò altro , se non che l’ignorante hà queste parti per compagne, cioè l’ostinatione, l’inuidia, il disprezzo, & il finto riso , perche non sapendo la ragione, si stà ostinato con l'opinione de i più, e non sapendo contradire alle salde ragioni altrui, quali in parte fra se conosce vere, si rode d’inuidia , quale causa il disprezzo di quello, con vn per dentro di lui amaro, e velenoso riso; imperò mi contento, che questi tali approuino per paradosso queste mie nuoue, e non più vdite opinioni, poiche la verità non ha cura del detto, e del riso dell’ostinato vulgo, nel numero del quale ti prego, per il splendore dell’aspetto tuo, quale reflette in me, di fare di non essere connumerato; non stimando che Aristotile , e tutti gli altri Scrittori del mondo, che sono stati, e che al presente si trouano, non possino nell’opinioni, che hanno hauute, & hanno circa il lucido della Luna , & dell'altre cose dette da te, essersi ingannati, e che non si possi trouare vn'altro, che possi addur ragioni in tutto, e per tutto contrarie alle loro, e più vere, e più salde di esse , quale è proprio natura dell’ignorante, & ostinato volgo; imperò non ti marauigliare come ignorante ; ma come saggio, e desideroso d’ vdire opinion nuoua, e vera; dimanda à me dunque le ragioni di questa mia nuoua speculatione, che come affettionata, e carissima amica ch’io ti sono, te le farò note, quale anco à me sarà di gran contento, poiche sarò certa di dirle con vno ch'è congiunto di reciproco inseparabile amore con me, che sentendole non mi adulerà, e con amore, dicendo io qualche cosa, che discordi dal vero, mi riprenderà, riprouando quelle con viuaci ragioni, non dando più credenza alle false sottigliezze di infiniti illustri Scrittori passati; che alle vere , e salde ragioni d ’vna , che per il grande amore che ti porta , stà sempre contemplando il tuo diuino aspetto; ricordandoti, che gli argomenti logicali non fanno che la verità torni bugia; imperò se hai caro d’intendere queste ragioni di questo mio in fino a qui non vdito pensiero, interrogami, come hò, detto, di quelle , ch’io te le farò note ; pregandoti à contradirmi in tutto quello, che ti paresse che dissonasse dalla tua opinione, e dalla verità, che non mancarò di replicarti in quanto da me si potrà, e che mi parrà di ragione : e ti prego, che si come io alle tue salde, e vere, ti prometto di rendermi vinta, così come ositinato non vogli con soffistiche ragioni opporti alle mie piene, come io credo, di verità, ma solo replicarli con ragioni chiare, e vere di naturale Filosofia, quali habbino stabilità, e fermezza; e così potremo veder chiaro se i miei detti, ò quelli d'altri sono paradossi , per il che con le tue contradittioni verremo in cognitione della verità, perche si come l’oro si raffina, mettendolo più volte al fuoco , così quella per le molte repliche , e contradittioni.

Ast.

Desiderosissimo son io d’intendere queste tue sottili contradittioni contro l'opinione di tanti grand’huomini, e ti prometto, che nel mio contradirti non andarò con soffisticherie, ma con semplici, e naturali ragioni, come desideri, & anco conoscendomi vinto, non starò ostinato, se bene saranno contro l'opinione delli maggior professori che sieno, e che sieno stati, à i quali corre tutto il mondo dietro, piacendomi accostarmi più alla verità, che à quelli, quando però di nella sia fatto capace, imperò dimmi, vuoi tù ch'io sia il primo à farti quesito, ò pur vuoi tu incominciare senza me, replicandoti io dipoi? vogliamo anco, che sia il primo nostro discorso sopra gli accidenti della Luna, il che à me sarà di più gusto , e sodisfattione, ò pur de gli altri, che in ordine seguono à quelli , come si è detto ?

Log.

Sia di qual ti pare il principio, che poco importa, che sia prima l’vno, che l’altro, e se tu vuoi ch’io dia principio, à me non importa.

Ast.

Dà ti prego principio, & lo sentendo cosa, che mi paia, che discordi dalla verità, ti andarò replicando, e contradicendo quanto io potrò, e saprò, con ragioni sincere , e naturali, senza velamento alcuno .

Log.

Io sono contenta, e con il nome di Dio, e di Maria sempre vergine darò principio in questo modo . Non è egli vero, che da i Matematici, Astrologi , e Filosofi , come anco da tutto il mondo , qual crede alle opinioni di quelli , che la Luna habbia il lume dal Sole quando più, e quando meno , secondo che da quello si troui più lontana , ò vicina?

Ast.

Questa è opinione commune non solo di quei dotti, ma anco, come hai detto, di tutto il mondo, e per conseguenza è mia ancora, poiche à me pare, per l’alteratione di quel lucido, che si vede in essa nell’auicinarsi, & allontanarsi dal Sole, che non possi essere altrimenti ; & se questo non fosse vero , ella staria sempre lucida ad vn modo nel sotto entrare , & accostarsi ad esso, come ancora nello scostarsi .

Log.

A questo primieramente da me si risponde, che se fosse vero, come dicono , e tengono quelli , e come è la commune opinione , che la Luna pigliasse il lume dal Sole , e che detto suo lume fusse causato dalla repercussione de i raggi Solari, certa cosa è, che i raggi di lei sariano assai più caldi, più pungitiui, e più potenti in terra di quelli di lui, poiche ognuno sà, che il riuerbero è molto più potente, e massime percotendo quelli in loco concauo, e conuesso, che l’istesso semplice, e puro calore, e massime essendo ella più vicina alla terra, recipiente di quelli , il che fa chiaro esser falso , essendo quelli di lei più tosto freddi, & humidi , e tanto più, quanto è più lucida, e più lontana dal Sole si ritroua, & à lui più opposta; e di questo ne sia l’essempio , il Sole con i suoi raggi non hauendo riverbero alcuno, nè moto del recipiente di quelli, non accende cosa alcuna da per se, ma oppostoli un corpo concauo, e lucido, & anco che quello non sia lucido arde, & accende l'opposto opposto à i suoi raggi reflessivi , come è chiaro per lo specchio concauo , e per altri materie simili; e però si conclude la Luna esser da per se luminosa. Rispondi Astro se puoi à questo, e con la tua, e con quella delli maggior Scrittori opinione.

Ast.

E’ stata bella la tua ragione, ma non è buona quanto ti pare, perche se tu hauessi considerato alla vicintà del cielo della Luna a gli Elementi dell’Acqua, e della Terra, non ti sarebbe parsa, nè ti parrebbe così efficace.

Log.

Vuoi tu forse mostrare con questo tuo detto, che l’humido, che hà la Luna in se, & il freddo auenga, che tali qualità le riceua da quelli?

Ast.

Altro non voglio dire, poiche reflettendo i raggi, che ella riceue dal Sole in questi due Elementi, attrae con quelli quelle due qualità di freddo, e d’humido, che ella in tutti i tempi ci porge con i raggi suoi .

Log.

E se tu anco hauessi meglio considerato a gli effetti che fa il Sole con i suoi raggi, tu non m’haueresti contradetto , poiche quelli essendo caldi, e secchi, ancorche con la loro violenza attrahino a se il freddo, e l’humido, con tutto ciò non lassano la loro qualità , così anco se quelli della Luna, quali dicono riceuerli dal Sole , essendo cosi come dicono essi , molto più doueriano conseruare quelle qualità , che ella riceue, essendo, come di sopra si è detto, il riuerbero più potente del caldo proprio, e maggiormente doueriano esser sentiti da noi, e conseruari maggiormente, nella propria loro caldezza da lei; e pure il contrario palpabilmente si sente da noi: e se tu mi dicessi, che’l Sole gli contribuisce solo il lucido , e non il caldo , il che non può essere l’vno senza l'altro ; & se bene questo ti concedessi, ti dimandarei, che parte attrattiua per pigliare le qualità del freddo , e dell’humido restaria alla Luna , poiche non essendo in lei calore alcuno, non potria attraere l'humido , e non hauendo quell'humore che li faccia forza, senza dubbio, che se ne starà , caderà al suo centro; e poi tu dici che piglia quelle qualità dell’humido, e del freddo dall’Acqua , e dalla Terra , & io ti dimando , perche non piglia la qualità del fuoco, essendo molto più vicina à quello, se queste qualità sono distinte, come dicono i professori d'Astrologia, e gli altri loro annessi? E poi non sai tù, che vn’Elemento non può stare per longo tempo , non che per sempre, separato dal suo proprio? e quel poco che egli vi stà, vi stà per forza, e però è cosa certa che il lume humido, e freddo, che hà la Luna è suo proprio naturale, datoli dal grande Dio.

Ast.

Sono state assai buone ragioni le tue in riprouare la mia opinione , ma nondimeno io tengo , che se per virtù diuina la Luna non fusse illuminata dal Sole, che sempre staria luminosa.

Log.

A questo per hora non voglio darti altra risposta, poiche più oltre ti dirò la causa perche non stà sempre lucida ad vn modo , & anco se sia di necessità, quanto a noi mortali, che ella sia di tal variato lume, e perche sia, se pur ti ricordami di domandarlemi, perche altrimenti si lasserà, per la mia debile memoria, a dietro qualche dimostratione , e forse la più bella a sapere, e la più sottile, che tutte l’altre, che sopra tal materia in questo nostro ragionamento si possa intendere, imperò se la vorrai sapere, a suo loco ricordati di dimandarlami, che non ti mancherò.

Ast.

Non dubitare , che io non te la ricordi, se non la dicessi da te; ma perche, se a sorte me la scordassi, non la dici hora, per riparare a questo mancamento di memoria tuo, e mio, ilche potrebbe facilmente accadere, che per ciò si lasciasse a dietro .

Log.

Ti dirò, sono di molte altre cose, quali sono più à proposito anteporle in questo ragionamento a questa parte , e però non è bene per cognitione d’vna causa tale , che prima non si concluda se la Luna pigli il lume dal Sole , ò nò : perche questa è vna speculatione tanto alta, se ben par cosa commune, che forse ognuno non la sà, e forse anco nessuno l’hà saputa fin’hora.

Ast.

Gran cosa bisogna che sia, poiche tu la magnifichi tanto , e la fai così alta , e difficile .

Log.

A me par grande , e di gran consideratione, se bene ad alcuno, che io ne hò adimandato la solutione gli è parso vna burla, & ò per non hauer forse io saputo porgere il quesito , ò perche da quelli non sia stato inteso, mi hanno risposto cose generali , e fuori quasi in tutto del proposito della mia petitione, andando sopra cose generali, quali ogni fanciullo quasi le sà , se bene sono della professione , imperò a qualche occasione ricordamelo .

Ast.

Non mancarò ; ma io credo, Logia carissima , che certo tu t’inganni, se bene adduci ragioni, che hanno del sensato e sono assai potenti a prouare la tua intentione, quali sono causate, ò nascono più dalla viuacità dell’intelletto tuo, che da altro, perche si vede manifesto che queste tue sottigliezze , & apparenti ragioni sono veramente apparenti, ma non stabili, e vere, per questo essempio. E’ posto vn vaso pieno d’acqua dentro ad vna stanza, qual'acqua , percotendo con i suoi raggi il Sole, causa vno splendore nell’opposta parte à quell’acqua , secondo che quei raggi la feriscono, e si và variando , e mutando quel lucido causato dal Sole , mediante il diafano di quell’acqua , si come varia la ripercussione de i raggi Solari in quella , e per la varia percussion di essi , varia ancora il lucido causato da quelli, facendosi quando sferico, e quando ottuso, quando picciolo , e quando grande, come proprio fa la Luna mentre che, come dicono, ella riceue il lucido da i raggi Solari .

Log.

Questa tua sottile , e bella comparatione è quella à gli occhi miei, lucidissimo Astro , che fin’ hora tanti Filosofi naturali, e speculatiui ingegni hà ingannati, quali (perdonimi loro) si sono lasciati ingannare, oltre al tuo detto, ancora dal vario viaggio , e corso della Luna per il Cielo, e dall’auicinarsi più, ò meno al Sole, e da i suoi varij effetti, & in particolare dal lume di lei, per non esser tanto lucido, e potente, quanto è quel del Sole, come è quello propriamente dell'essempio addotto da te, inmaginandosi che la Luna con i suoi raggi illumini noi, come fa vn corpo diafano, e lucido, atto a riceuere i raggi solari la parte oscura oppostali , come hai detto , qual cosa non solo fanno i raggi del Sole, ma anco qualsiuoglia lume, ò lucido fa il medesimo effetto di illuminare l'opposto à l’opposto al suo lume; e quanto sia falsa la tua allegata ragione , da quest’altra mia si può comprendere . Il Sole con i suoi raggi non fu fatto da Dio se non per necessità di noi mortali, poiche l’altre creature superiori à quello, & a noi non hanno bisogno del lume di lui, e suoi effetti; hora essendo egli fatto solo per noi, certa cosa è, e da non starne in dubbio , che i raggi , effetti, & operationi sue hanno termine nel centro del mondo , e non possono passare vn punto più oltre, come tutte l’altre cose per seruitio nostro ò graui , ò leggieri , ò luminose , ò oscure che sieno , per le ragioni, che in altra occasione più di sotto si diranno: e se ciò non fusse vero , tutte le cose create cascariano alla parte del Cielo , quale pare , ò è ad esse superiore; e questo lo fa manifesto, che ancorche il Sole, per quanto si tiene, sia maggior tanto della Terra, con tutto ciò non si veggono da noi nella notte in parte alcuna del Cielo nè poco , nè assai lo splendore de i raggi suoi , il che non auuerria se essi passassero oltre il centro , & arriuassero al corpo della Luna diametralmente oppostali ; & se bene fra noi , & il Sole ci fosse diametralmente interposta la Terra, noi gli vedremmo almanco splendere nel Cielo dalle parti laterali , come quando la sera egli è passato di poco il nostro emispero , ò come la mattina , auanti che i suoi raggi scuoprino il nostro clima; a talche non lassaria mai far notte, rispetto alla grandezza sua, alla espansione di quelli, & alla picciolezza della Terra, essendo disuguaglianza di grandezza fra loro, senza che il reflesso di quelli nel conuesso del Cielo illuminariano tanto il mondo, che, come si è detto, non lassariano mai far notte. Hora dato questo fondamento fermo, da non starne in dubbio in modo alcuno, vorrei sapere come può stare, che non passando quelli più oltre , essendo la Luna in oppositione con il Sole, i raggi di lui la possino arriuare, & illuminare, poiche essi sono lontani, cioè l'vn corpo dall’altro quasi la metà più , ò il terzo fra doue terminano i suoi raggi, al Sole istesso : di più , come di sopra hò detto , se ella pigliasse il lume da lui, ne verrebbe in conseguenza, poiche il riuerbero è più potente dell’istesso semplice natural calore, che non potesse esser mai inuerno, poiche lei con i suoi raggi reflettiui non lassaria imprimere il freddo nell’aria; e che anche sia cosa certa, che i raggi di lui non passano oltre il centro, si vede, che quando egli si scosta dal nostro clima, che non hauendo, per la distanza sua da quello , i suoi raggi vigore di poter mouere gli humori della terra , nè risuegliarli , che gli alberi si spogliano di frutti , e foglie , e restano senza humore , e quasi morti , e secchi ; & per il contrario , quando quello si accosta, & che i raggi per la sua vicinità sono potenti , e che posson muouere gli humori della Terra , quelli fanno fiori, frutti, e foglie , & in vn’insante surgono l‘herbe, & i fiori , che per la sua lontananza erano prima quasi morti : quali cose non si causariano, e non si mutariano, s’egli fusse con vigore ad vn modo in ogni tempo , e postura , e se quelli passassero il centro del mondo, & arriuassero all’altra parte del Cielo oppostali. E perciò non è buona la tua similitudine dell’acqua, e de i raggi del Sole.

Ast.

E queste non sono male ragioni, à giuditio mio; ma io ti dico bene, ch’io credo, per quanto io hò letto, che tu ti inganni, tenendo che i raggi del Sole non passino più oltre del centro, poiche gli Astrologi , e Matematici prouano con viuaci ragioni, per l’ombre della Terra , che i raggi di lui passano il cielo di Mercurio , & arriuano insino a quello di Venere.

Log.

Coteste sono opinioni fantastiche, che non hanno fondamento di ragione nessuna, nè di Filosofia naturale, nè d’Astrologia, nè di Matematica; ma son più tosto folli opinioni, scritte solo per parer di dire qualche cosa di nuouo, e per empire il foglio , e per fare, per così dire, impazzir gli huomini grossi, per voler dargli ad intendere di hauer qualche ragion fondata di dire, il Sole illumini la Luna, ilche se non hauessero ritrouate, non hauerino potuto trouare ripiego per mantenere in piedi la loro pazza opinione, ancora in mente de gli huomini di poco giuditio , e sciocchi , il che si dimostrerà da me falsa per le congetture, e ragioni, che da me nel trattare de gli eclissi di lei si diranno . Ast. Hai tù altre ragioni da dire circa questa tua strauagante opinione, per la quale da gli inuidiosi detrattori sarai, credo io, lacerato , ancorche contro ragione, per quanto fin hora intendo, poiche non mi sono dispiaciute queste tue fin qui allegate ragioni.

Log.

Non fu mai detrattore, e maldicente, che non fusse huomo ingiusto, nè ingiusto, che non fusse tristo, & ignorante, e che non si conoscesse vinto; perche la maldicentia è la tromba de gl’ignoranti , e della malignità , e tristitia di quello che la suona , qual suono non sento ne gli huomini saggi, giusti, e di ragione. Quanto poi alle ragioni da allegarsi da me sopra ciò sono molte, e se queste poche allegate ti sono piaciute, queste altre ancora credo non ti dispiaceranno.

Ast.

Horsu non tardar più, che io resto così marauigliato, che ti marauigliaresti, e stò con gran gusto ad ascoltarti.

Log.

Pur che la tua marauiglia non sia di quella dal viso brutto, macchiata d'ignoranza, e d’ostinatione.

Ast.

Deh non tardar più, amante amatissima, poi che hò desiderio grandissimo d'intenderle.

Log.

Il desiderio altro non è, che vna conchiusione, & vn fine di desiderio , quale è in viaggio, che tormenta più, quanto più si appressa à quello, per ciò hora è comportabile da te, poi che non ti può esser di troppo tormento per la lontananza, essendo da dire , e fare vn pezzo per venire al fine di quello, però puoi tardare vn pezzo in cotesto picciol tormento.

Ast.

. Deh non mi far più penare, dilettissima amante, che se più tardi, il lucido del mio volto si coprirà di nubiloso sdegno, e non lo potrai più contemplare.

Log.

Vitna dal timore del tuo protesto, così soggiungendo dico, che i raggi, e lume della Luna sieno suoi propris, e naturali, e non attaccati , guardisi , che quando di verno è più opposta al Sole, e più piena di lume, tanto maggior freddi, e giacci porta , poi che con essi aggiunge freddo à freddo, & nella state humidità, e rugiade ; il che non saria se li suoi raggi, e lume fussero figli di quelli del Sole; perche si come il Sole con i suoi raggi attrae i vapori del Mare, e della Terra in aere, così ella con i suoi, se non ve li attraesse, almanco ve li manterria, non comportando , che essi calassero à basso , e tanto più , quanto fusse più piena di lume, del che si vede il contrario .

Ast.

Questa hora non ti concedo, e vedo che vai con le tue ragioni perdendo di forze, e mancando, e credo che sempre sij per andare di male in peggio , e che quanto di buono in questo discorso doueui dire, già sia detto, e che non s’ingannino quelli , che si marauigliano, e ridono di te.

Log.

Forse non è viuace ragione l'allegata ? dì quel che senti in contrario , perche forse mi farai con qualche tua ragione mutar proposito, e pensiero,ò sentendoti replicare ti potrei trar d'errore.

Ast.

Così dico, che pur di state ne’ plenilunij, di notte fa maggior caldo, che quando ella non è luminosa.

Log.

Io pensauo, che tu hauessi qualche gran ragione in contrario, ma il tuo detto è più in corroboratione del mio, che contra di quello, dicendoti, che io ti concedo , che è vero il tuo detto , come anco che sono causati da i raggi di lei , ma non di causa efficiente, ma sussequente ; poi che questo auiene solo quando è stato impresso totalmente l'aere di caldo da i raggi solari, ma non già prima, nè poi , cioè auanti che’l Sole habbia finito di discacciare totalmente il freddo, nè anco quando l’aere sia in parte raffreddato , ma solo in quel tempo fa efffeto tale, quale è causato da quello , cioè, che spandendo i suoi raggi freddi sopra l’aere , già da i raggi del Sole infocata, con essi lo caccia, e spinge sopra di noi mortali; e così fuggendo il caldo, com’è suo proprio, il suo contrario si ritira più sopra la terra : e questa pare à me efficacissima ragione contro la tua obiettione , in corroboratione della mia, come di sopra hò detto, e non in contraditione, come dici.

Ast.

Naturale, & efficacissima ragione è stata la tua contra la mia, e fin qui per ciò mi rendo vinto .

Log.

In altro ancora , se ti vorrai mostrar ragioneuole , dirai così, imperò intendi quest’altra .

Ast.

Dì ti prego.

Log.

Se la Luna pigliasse il suo lucido, e splendore dal Sole, certa cosa è, che quando essa è in oppositione con quello, e che il Sole la guarda di retta linea, dividendo il Mondo in due parti eguali , che non si vedriano nel corpo lunare quelle ombre, essendo ella in quel tempo, più che nell’altre posture attissima à riceuere i raggi di lui in ogni parte, quali in quel tempo maggiormente vi si veggono.

Ast.

Di queste ombre, che dici che maggiormente si veggono in lei, ne può esser la causa, per non esser quel corpo cosi piano, & equale, come à noi pare, e che quei raggi in quelle parti non potessero penetrare, nè quelle riceuerli.

Log.

Il tuo potria essere, non fa per questo contraditione alcuna alla mia allegata ragione, ouero obiettione.

Ast.

Non in tutto, ma hà pur anco del verisimile, ma con tutto ciò hai tu altre ragioni da allegare, e produrre sopra à questa tua opinione ?

Log.

Per la Dio grazia non mancano infinite altre ragione, per difendere l’honore della mia cara, & amica Proserpina, e per ciò ti dico, oltre alle allegate, si proua per quest’altra esser da se luminosa , e non pigliarlo altramente dal Sole ; che quando ella è lontana dal Sole per tre, ò quattro gradi, si scorge, e si conosce, ancorche oscuro tutto il resto del suo orbe , e di tutta la sua circonferenza, apparendo intorno al corpo non lucido , quanto vn filo di lucido per quanto tiene l'oscurità della circonferenza oscura, quale congiunge con quella parte lucida, che dicono riceuerla dal Sole, se bene è coperta da quella oscurità , qual cosa fa manifesto , che ancora l’altra parte, quale da gli Astrologi si tiene essere oscura, per non essere scoperta, e ferita dal Sole con i suoi raggi, esser lucida, ancor che il Sole con i suoi raggi non la scuopra tutta ; & in somma ò il Sole in quel tempo la scopre tutta , ò nò , se la scopre tutta, come non la illumina tutta? se non la scopre tutta, come appare quel filo di lucido tutto intorno alla sua circonferenza? Se ella adunque pigliasse il suo lume da lui , certa cosa è , che da noi non si potria conoscere, e vedere, come si è detto , tutta la sua circonferenza lucida in tal tempo, e postura, come si fa per il filo, ò rigo lucido sopradetto, chiarissimo à gl’occhi nostri; ma solo si vedria quella parte lucida, che si dice illuminarla il Sole in tal tempo, e postura.

Ast.

Ancor questa mi è parsa assai buona speculatione ; ma si credere, ch’ella non possi esser buona, per l’augumento, e mancamento della luce di lei nell’allontanarsi, & accostarsi à quello, qual cosa mi fa vacillare sopra questo tuo detto. Da l'altro canto non sò che mi dire, se non che, con tutto ciò, stò nella medesima credenza , per hauer quella quelle continue mutationi di luce nell’accostarsi , come di sopra hò detto, à quello, il che se non fosse, staria sempre ad un modo luminosa .

Log.

A questo che dici , che staria sempre ad vn modo, se non fosse dal Sole illuminata, si mostrarà la maestria, e l’artifitio del grande Iddio, nel trattare della necessità del suo augumento, e mancamento, e quel che con quello egli habbia voluto operare; ma circa tali accidenti di questa sua alteratione per hora simplicemente ti risponderò in questo modo. Perche tu veda, che il suo augumento, e mancamento non può venire dall’allontanarsi, ò auicinarsi al Sole, ti dico , che se ella pigliasse il suo splendore da lui , certo è, che quando ella stà in augumento, ò mancamento di lume, che ella haueria i suoi corni eguali auuersi per retta linea al corpo solare ; come sarebbe à dire così e non starebbe, come molte volte si vede nel corso suo, in quest'altra postura ò più , ò manco, guardandolo per il trauerso ,voltando li alla parte inferiore , ò superiore , secondo che ella cresce , ò manca di lume, e più, e manco, secondo che ella da lui si và scostando, ò auicinando; poiche illuminandola il Sole, e ferendola non la potria formare in tale aspetto verso di lui, poiche sono corpi sferici, per la qual ragione da ogni naturale si deue indubitatamente tenere il lume della Luna essere suo proprio, e naturale.

Ast.

Io non hò osseruato puntalmente queste posture, che dici, ma se stanno così, io non sò che mi ti rispondere ; mà dimmi, negherai tù quello, che tanti, & infiniti, e graui Astrologi affermano, cioè , che anco l'altre stelle habbino il lor lume dal Sole , e particolarmente, oltre la Luna, Mercurio, e Venere?

Log.

Con questa ragion sola, se bene ve ne sono molte, ti risponderò, dicendoti, se ciò fosse vero, che la Luna pigliasse il lume dal Sole, senza dubbio si potria credere , che anco tutte l'altre lo riceuessero , e particolarmente Mercurio , e Venere, per esser più vicine à quello, ilche è chiarissimo, che non lo pigliano, perche in essi non si veggono gli effetti , che in lei si veggono , ancorche con questo io non concludo, che lo pigli lei ancora, e pure si oppongono, si congiungono , si guardano di trino , di quadrato, e di sestile aspetto , come fa essa con quello, e con tutto ciò in quelle non si vede, e non si sà , che vi sia alteratione alcuna, per le loro posture, nè di lume, nè d’altro , ma bene stanno sempre lucide ad vn modo, oltre che se esse riceuessero il lume da lui, più lucida , e più splendente , come auanti hò detto, a modo di dire, saria la notte del giorno , poiche esso , se bene è lucidissimo, e maggiore, come essi vogliono, saria solo, e per il contrario quelle assai più se bene illuminate, e questo lo conferma il lume della Luna, quale dicono causarsi da i raggi Solari, del quale, quando ella è piena, fa lume tale, che se bene non è quanto quello di lui , nondimeno scaccia le tenebre della notte , in modo tale, che si può nominare notte lucida, e chiara, e pure si tiene da quelli, che tutti , fuor che la disgratiata Luna , habbino il suo lume proprio , datoli dal sommo Fattore .

Ast.

Io rispondo, che non fan tale effetto l’altre per non le arriuare i raggi del Sole con quella forza, come fa la Luna, per esser più vicina, e però non possono hauer quel reflesso, che hà quella, nè far quel lume che fanno i raggi di lei.

Log.

La tua non saria mala risposta, quanto al difendere che il Sole potria illuminare forse anca Mercurio, e Venere; ma dimmi, come si sà questa cosa, che i raggi di lui arriuino al Cielo di Venere ? Ast. Questa è cosa chiarissima , e nota ad ognuno, e si tocca con mano per l’ombra dell'acqua, e della terra, quale causa la notte , il che prouano con viuaci, e palpabili ragioni tutti i Matematici, sì antichi , come moderni, e poi appare chiarissimo al senso nostro.

Log.

Tù mi fai ridere con questa loro opinione di questa ombra.

Ast.

A me pare, che con questa tua risposta vo gli inferire, che quello ch’io hò detto sia vna semplicità, ò sciocchezza.

Log.

Nò; ma poco manco.

Ast.

Dì la ragione, ò le ragioni se le sai.

Log.

Se questi Matematici sottili ingegni, e tu hauessi ben considerato, non haueriano detto simili barbarismi, nè tu gli haueresti creduto, e per mostrarti il vero, dirò così, che tre cose sono di necessità à partorir l’ombra, vna delle quali che manca, non si può in modo alcuno generare, cioè il corpo, la luce, e la materia densa, e corporea, atta a riceuere quella forma di quel che si genera.

Ast.

Questo è verissimo.

Log.

Tu sai ancora che l’elemento dell’aere per esser corpo sottile, molle, e trasparente, non è atto a riceuere l’impressione dell’ombra, come ne se manifesto l'esperienza.

Ast.

Ancora à questo consento.

Log.

Oltre di questo ti hò fatto toccar con manno, che i raggi del Sole non passano, e non possan passare oltre la metà del diametro della Terra.

Ast.

E questo ti concedo , se bene molti non si accostano, ancorche le tue siano molto potenti ragioni .

Log.

Dichino questi tali, che non consentono a questo , e che sono d'opinione contraria , le ragioni loro , che forse sentendole mutarò pensiero, ò io gli risponderò: hor basta, che da gente, che non sono di ordinario intelletto, sono approuate per buone fin qui l’opinioni mie sopra ciò.

Ast.

Adunque tu tieni, che l‘ombra della Terra , e dell’Acqua non arriuino tanto oltre, quanto dicono questi intelligenti Matematici, & Astrologi? Log. Io tengo, che non solo non arriuino tanto in sù, ma che anche non passino l’elemento dell'Acqua, anzi, per dir di più, la metà del diametro della Terra, per le ragioni, che seguitano .

Ast.

Dille ti prego.

Log.

Le ragioni son queste; tu sai che i corpi densi , e graui insieme con la luce, causano, e riceuono l’ombra; e per il contrario i sottili non solamente non la causano, ma non la riceuono; hora essendo l'elemento dell’Aria sottile, e trasparente, e non atto non solo a generar l’ombra, ma nè anco a riceuerla, ne viene in conseguenza, che l’ombre, che sono causate, e generate dalla terra, e dall’acqua, mediante i raggi del Sole, non hauendo ricetto nell'aria, non passano più oltre dell’acqua , poiche l’ombra della terra, causata per i raggi Solari, e di lei, non ponno passare nell’aria, poiche, come da me si è detto di sopra, e come sai, che mancando vno de i tre supposti sopradetti, non si può causar l’ombra; hora questo non ti pare forte argomento?

Ast.

Dì l'altra , se n’hai più da dire .

Log.

Con il sopradetto argomento hò provato, che per il diffetto del recipientie, l’opinione di questi, che vanno seguitando l’ombre, esser falsa, & hora te la prouarò per vn’altra, cioè, per il diffetto della luce, dicendo così. Il Sole è concorrente con il corpo a causar l’ombra, non passando (come di sopra ti si mostrò, e più di sotto anco ti farò chiaro) con i suoi raggi il centro del mondo, non può il corpo di quello fare ombra , se non fin quanto la luce lo accompagna , e non passando i suoi raggi più oltre, e mancando il corpo di luce, che l’accompagni , non può passare l'ombra più auanti; e quando anco quei suoi raggi passassero, il che non è , e che arriuassero ancora infino al cielo di Venere, e più oltre, non può, come si è detto , causai si l'ombra in modo alcuno, per non esser l aria corpo atto a riceuerla, come corpo sottile, e trasparente, e così con questa altra ragione della mancanza della luce, ti hò prouato il medesimo.

Ast.

Ancora tu non hai considerato bene, per il che ti rispondo, che se bene l’aria è corpo sottile , e non atto à riceuer quell'ombra in quel corpo, sono nondimeno atte a riceuerla doue si termina l'ombra , non volendoti concedere, che il Sole non passi con i suoi raggi più oltre, che il centro del mondo, cioè quella circonferenza, che rinchiude in se il centro, e che intersega il mondo in due parti eguali.

Log.

E'gran semplicità questa de gli huomini, che si lascino leuare a cauallo , ò in aria da certe loro imaginationi, non considerando, che , ancorche l’ombra passi tant'oltre, ella in modo alcuno non si può imprimere nell’Aere, come l’esperienza ce lo dimostra, & non si imprimendo in quella, tanto manco si può imprimere ne’ Cieli, come corpi più sottili, e. trasparenti , senza comparatione, dell’ Aria, poiche è di necessità , che essendo più superiori, sieno di materia più lieue , e più sottile , e per conseguenza manco atti a riceuerla, e cosi con questa mia ragioneuole contraditione parmi hauerti mostrato l'errore di sofistici Matematici .

Ast.

E’ buona consequenza.

Log.

Oltre di questo ti dico, che se l'ombra della Terra passasse l'Aria, che quando essa à noi fa ombra, noi non vedremmo le stelle del Cielo da quella parte, che venisse l‘ombra; ma questi sottili scrittori, senza considerare quello, che di sopra hò detto della luce, e del corpo denso atto à riceuer l’ombra, non pensando più oltre, hanno preso , come sarebbe a dire per esempio vna palla, & l’hanno posta à hore tre diuerse del moto diurno del Sole, cioè al leuante, al mezo giorno, & al ponente, & hanno misurato in queste tre posture quanto sia la lunghezza dell’ombra, che genera quella palla mediante i raggi solari , & il corpo denso opposto à i raggi solari, & alla palla; e per prouare, e mostrar di dir cose, che siano fondare sopra ragioni naturali, hanno calculato quanto sia maggior il Mondo del corpo di quella palla, e così hanno detto, l’ombra di questa palla fa tant’ombra, il Mondo è tante volte maggiore di questa ; però per conseguenza l’ombra del Mondo si estende tanto : e così, non pensando più sottilmente, si sono da se stessi ingannati, e con i loro scritti hanno ingannato anco gli altri , quali, senza considerare più, sono andati dietro alla opinione di quelli.

Ast.

A me pare , carissima amante, che da vn pezzo in qua noi , che siamo in pensiero di cercare il vero , habbiamo abbracciato l’ombra ; imperò torniamo al proposito nostro ; e però ripigliando il tuo detto, con il quale hai voluto mostrare, che i raggi del Sole non arriuino in modo, alcuno a i Cieli di Mercurio, e Venere, dicendo, che in quelli non si troua, nè conosce alcuna mancanza, e variatione di lume , e che quella luce, che elle hanno è loro propria : al che io rispondo , che questa opinione loco potrebbe esser falsa , che il Sole arriui à quelle con i suoi raggi, perche se le cogliesse con quelli, farebbono, e da noi si vedrebbe in loro, se non in tutto , in parte, la medesima variatione, e se bene le ragioni loro fossero false in questo, non per ciò si possono dire false in materia della Luna ; e poi ti voglio dire, che il lucido di quelle, e splendore, non è lume.

Log.

Dimmi ti prego, che cosa è quella , che la notte quando l'aere è più scarico di vapori, non lucendo in parte alcuna la Luna , ci fa scorgere più chiaramente il camino, e l’altra cose, che quando è nuuolo, & anco che sia quello, che in tali notti chiare causi l’ombra de i corpi nostri, ò d’altro ?

Ast.

Io non ti saprei rispondere altro, se non che di necessità è, che sia lucido di altre stelle.

Log.

Di sopra si è detto da me, che se raggi del Sole l’arriuassero, di necessità in loro si causaria nel cangiarsi aspetto con quello qualche alteratione, che da noi saria in parte visibile , se non l’arriua , medesimamente è di necessità , che sia lor lume proprio, quale contribuiscono a noi chi più, e chi manco, secondo la quantità loro, mentre non è impedito il lor lucido dalla caligine de i vapori della terra, che si interpongono fra noi, & esse : e per questa ragione anco non è da stare in dubbio, che il lume di lei, come dell’altre stelle, non sia suo proprio , come anco gli effetti di augumento, e mancamento, che ella hà del suo lume .

Ast.

Non è mala consideratione questa tua .

Log.

Intendi quest’altra , che credo , che l’approuerai per migliore .

Ast.

Dì, che con attention ti ascolto.

Log.

E’ certa cosa , che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, che ne i plenilunij, & indubitatamente ne gli Equinottij, per l’interpositione della Terra fra essi (concedendo, per prouar falsa l'opinione di quelli ch’auiliscono la Luna , che l'ombra passi ancora nell’aere, e che arriui doue vogliono loro, tenendosi che l’eclisse di lei sia causata dall'interpositione della Terra fra questi due luminarij , ilche da me non si tiene) doueria patir sempre questo diffetto di lume , poiche molte volte, anzi sempre in detti plenilunij, & equinottij la Luna si troua di retta linea opposta al Sole , diuidendo questo nostro basso mondo in due parti eguali la loro oppositione ; e ciò si causaria principalmente per la vicinità della Luna alla Terra , à compararione dell altre stelle , e massime essendo ella , come si tiene, assai minore di essa , se bene il Sole si tiene tante volte maggiore; e ciò si dice per questa ragione, cioè, che se fra due corpi di disuguale grandezza vi si interpone vn’altro di mediocre , che il picciolo, accostaro al mediocre, interposto diametralmente fra essi, da quello sarà in modo coperto, che, ancorche il maggiore sia grandissimo, senza proportione, non solo il picciolo non lo vedrà, ma nè anco egli sarà scoperto dal grandissimo: e di questo ne sia l’essempio . Il Sole nel mezo giorno stà perpendicolarmente sopra di me , e perpendicolarmente con i suoi raggi mi ferisce, in modo, che il mio corpo non fa ombra , io per difendermi, che i suoi raggi non mi percuotino piglio vn parasole , e l’interpongo fra me , & esso Sole, ouero ogn'altra cosa poco più larga della mia persona , certa cosa è , che ancorche quella grandezza ch'io tengo sopra la testa, alla grandezza del Sole, e de’ suoi raggi non vi sia proportione alcuna, con tutto ciò, perch’io lo tengo diametralmente opposto fra me, & esso Sole, fo che egli con i suoi raggi non mi tocca, per stare l’interposto più vicino a me per retta linea fra me, & il Sole; & il simile auuerria sempre fra il Sole, e la Luna nelle loro oppositioni, ò plenilunij, per la interpositione della Terra, se la Luna pigliasse il lume dall Sole, e per il contrario mai si potria fare tal difetto nella Luna, se il Sole fosse più di essa alla Terra vicino : e questo sia l’altro essempio . Se il parasole sopradetto si potesse alzare tanto, che fosse più vicino al Sole, che a me , se bene egli fosse, per dir così, cento volte maggior di me , e stesse per retta linea interposto, per la differente grandezza fra il Sole, e l'ombrello, non per questo mi farebbe ombra alcuna, nè mi difenderebbe , che il Sole con i suoi raggi non mi ferisse : e per questo dico , che la Luna è da per se lucida .

Ast.

Haueresti ragione se il Sole ne i plenilunij guardasse la Luna per linea totalmente retta, e diametrale .

Log.

Non può stare, che due corpi sferici vno lucido , e l’altro oscuro , guardandosi di linea trasuersale , l’oscuro possa in tutte le parti riceuere il lume del lucido, e massime essendo l’vno, e l’altro in moto circulare, qual cosa non cape a me, nè anco credo, che possa capire à qualsiuoglia , e particularmente à gli esperti d'aspetti, e pure in tutti i plenilunij si vede tutto il suo orbe lucido, e senza mancamento alcuno della sua circonferenza. Oltre di questo ti dico ; se il Sole (come tu dici, e tieni, e come tengono tutti gli Astrologi, e Matematici, che fin qui hanno scritto) illumina il corpo Lunare, perche non dà luce al suo continente, e non passa quella picciola circonferentia del suo Orbe, poiche si tiene, che ella sia oscura come esso ?

Ast.

A questo si risponde , che il suo continente non è atto come essa à riceuerlo , per esser di diuersa qualità, come sarebbe à dire, lo specchio , e l'ornamento .

Log.

Gran marauiglia mi pare , che sia ben sola lei fra tutte le stelle del Cielo à riceuerlo in tal modo ; soggiungendo, che non è verisimile, che ella , & il suo continente , che la circonda, siano totalmente di diuersa qualità, cioè, che lei sia atta in tutto a riceuere il lume, & il continente a non participarne niente ; tenendosi che di propria natura il contenuto, & il continente siano corpi non lucidi, l’vno de’ quali da nessuno si nega , poiche oculatamente si vede, nè di quelli da me nè anco si dubita, come di quello del corpo Lunare, del quale non ne hò anco dubbio alcuno , che sia da per se lucida , per quest'altra ragione, oltre a molte altre, che li succederanno, poiche quando la Luna si scosta dal Sole , dirò così, poiche a me pare, che il corpo Lunare habbia simiglianza alla faccia humana , ella gli mostra la parte della faccia verso l'orecchio , voltando le corna alla parte à lui opposta , come sarebbe à dire così e poi quando ella è vicina al plenilunio à quattro, ò sei gradi, ella hà girato tanto la faccia, che lo guarda quasi in questo modo , ò poco manco e poi nell’istesso plenilunio si guardano totalmente in faccia, come sarebbe à dire in questo modo, [Luna Sole] à talche si conosce per questi aspetti, e particularmente per il secondo espemplare, e figura, che se ella pigliasse il lume dal Sole, essa non si potria mostrare à lui in tal maniera, ò postura : e per quest’anco si conclude esser da per se stella luminosa .

Ast.

Di questo non ti marauigliare, oltre che da me non sono stati osseruati tali aspetti, ma se così è, tu non vieni ad essere ingannata se non dal conuesso del Cielo .

Log.

Il conuesso del Cielo in questo non può ingannare nè me, nè nessuno , poiche quello in modo alcuno può formare vna figura a gli occhi nostri di questi due luminari, come è la seconda figura dimostrata, nè anco accompagnata con il conuesso l'essere vna di loro ò più, ò meno australe , ò settentrionale, & in corroboratione del sopradetto ci è quest’altra dimostratione.

Ast.

Dì ti prego .

Log.

Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, certa cosa è , che certo circolo di vapori, che in certi tempi caliginosi gli fa larga , & alle volte stretta circolare corona intorno , quando essa è guardata da lui di trino, e di quadrato aspetto, i raggi di lei non causarebbono , e formarebbono egual circolo di quei vapori intorno al suo Orbe, come fanno, ma solo sariano volti a quella parte auersa per doue ella riceuesse i raggi solari, come sarebbe a dire così , e non gli farebbono intero, & egual circolo, come fanno in questo modo, & anco per questo si può dire essere da se luminosa.

Ast.

Questo, che vltimamente hai detto, hò visto infinite volte, & è ragione, che hà del naturale, sapendo, e vedendo il Sole guardare la Luna di linea trasuersale, & i vapori esser d'egual circolo intorno ad essa, e molto mi hai fadisfatto fino a qui.

Log.

E poi, dimmi Astro amato, che significa, ò che vuol dire stella ?

Ast.

Splendore, ò splendente propriamente .

Log.

La Luna non hà nome, & è chiamata da noi, e tenuta per vna stella .

Ast.

Communemente da tutti .

Log.

Hora se ella fusse corpo oscuro, ò riceuesse il lume dal Sole, con falso nome si adimandaria , e saria chiamata stella .

Ast.

Hai tu altre ragioni per farmi capace ? Se le hai dille , che già mi vado alquanto inchinando alla parte tua , se bene hò qualche dubbio , e però stò fra il sì, & il nò, d'approuare la tua opinione .

Log.

Delle ragioni ve ne sono ancora molte, senza i diuini testimonij, che le approuano, e confermano per vere, quali si produrranno in vltimo per soscrittio ne, come d'vn valido, e saldo contratto , quale fa che da gli huomini giusti, e di ragione per valido, e stabile sia approuato : senti adunque quest’altra.

Ast.

Dì ti prego .

Log.

Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, è cosa da non starne in dubbio, che qualche diuersità da vna volta a l’altra di lume d'vn'anno solare si vedria in lei nel termine de i suoi corsi , nelle diuerse posture, cioè nell’essere vna volta molto più dell'altra settentrionale, & australe, poiche per tal diuersità il Sole con i suoi raggi la viene diuersamente à ferire, e pur si vede esser il contrario, poiche tanta variatione mostra quando essa è meridionale, che quando è settentrionale, sì nel crescere, sì nel mancare del suo lume, essendo anco vario il corso di lei da quello del Sole , ilche si potria credere, & addurre qualche ragione, che potesse stare, quando i corsi loro fossero eguali, & è vn'absurdo a credere, che vn corpo lucido; hauendo ad illuminare vn’oscuro, e variando l’vno, e l’altro di postura non si varij nell’illuminato la proportione del lume , e questo sia l'essempio . Il Sole nell’apparire dà per retta linea in vna finestra chiusa, quale in essa ha vn buco tondo , quei raggi nell'oscurità della stanza causano vn lume tondo per retta linea; ma girando egli a poco, a poco , non guardandosi dal Sole quel foro più per retta linea , ma trasuersale , il lucido causato dentro da i raggi suoi nell’oscuro, diuenta longo, e quanto più trasuersale , tanto più perde la forma sferica, e si cangia di proportione , e per questa ragione si dice , che se ella pigliasse il lume dal Sole , doueria causarsi in lei gran differentia di lucido quando ella è totalmente settentrionale, da quando è australe, e quando è per l'eclittica; e pure in tutti i tempi, & in tutte le posture il suo lume è sempre ordinato , e varia in vn modo medesimo in tutti i suoi corsi , e fa sempre i medesimi effitti di lucido in tutti li stati, che ella si troua con esso di augumento, e mancamento di lume. E per ciò si conclude esser da se luminosa.

Ast.

Si potrebbe dir qualche cosa da me in materia della variatione, che dici non si vedere nella Luna circa il suo lucido più vna volta, che l’altra, ma perche io hò compreso, che hai voluto dire, che non si vede tal variatione in lei da corso Lunare à l’altro, e che vano continuati sempre in vn modo medesimo , però non starò con vane repliche ad intertenirti; ma attenderò a l’altre obiettioni, imperò seguita di dirmi l'altre .

Log.

Dato questo real fondamento, come credo che altre volte da me si sia detto, che i raggi della Luna sieno (come in effetto la esperientia ce lo fa costare) freddi, & humidi, come può stare, che quelli del Sole (come ancora l’esperientia ce lo fa manifesto) essendo caldi, e secchi, possano imprimere in essa il contrario di quelli , poiche se ella riceuesse quelli di lui , indubitatamente non solamente i raggi di lei non sariano freddi, & humidi, ma si bene della qualità di quelli del dante , & assai più potenti . Rispondi Astro amato se ti pare, che in qualche parte, ò in tutto i miei detti dissonino dalla verità ; non credo , che vi sia risposta, poiche altra volta hò detto tal ragione.

Ast.

Seguita pure , che se non al presente , per non mi souuenir cosa in contraditione, forse in vltimo di questo nostro discorso alle_ dette tue obiettioni, & à quelle da dirsi da te ancora, se pur ne hai dell’altre, contradirò, se mi parerà farlo, con ragione, imperò io non ti replico, per non interrompere l’ordine del tuo ragionamento.

Log.

Di più (come l’esperientia ci dimostra) i raggi della Luna sono freddi, & humidi, e quelli del Sole sono caldi, e_secchi; stando. questo, certa cosa è, che lei non può riceuer quelli da lui, poiche il riceuer la luce, primieramente è beneficio, & il beneficio dal nemico mai si presume, se non à caso, e senza consenso, nè concorso di volontà benefattiua di quello; e fra questi due sì contrarij non si può concedere gli accidenti, e l’operationi naturalmente esser fortuiti, nè causati casualmente contro la volontà dell’vno, e dell'altro, e però si deue tenere, che i raggi, lume, e splendor di lei siano suoi proprij. Oltre che se ella riceuesse il lume dal Sole, quello saria del colore di quello di lui, e non plumbeo com’è; e che ciò sia vero, guardisi nel lume reflessiuo d’vn specchio , ò d’acqua, ò di altro, quali sono molto più chiari di quelli di lei, e più simili a i raggi solari. Di più io sono di contraria opinione della commune) quando io concedessi, che i raggi del Sole passassero il centro del mondo , e che l’alteratione dell'augumento , e mancamento del lume della Luna causasse da i raggi di lui ) cioè, che più tosto nell'accostarsi à lui egli la priue, e gli occupi il suo lume, e splendore, che nell’allontanarsi gli ne contribuisca, e dia , poiche il maggior lume occupa il minore, come si vede, non dirò di quel del Sole, à quello di vn lume nostro, ma d’vn lume picciolo, ad vn grande ; e che sia vero, piglisi due lumi come d’vna torcia, e d’vna candela, mentre essi stanno insieme, e vicini, il picciolo non opera; ma quanto più s'allontana dal grande, tanto più splende, e mostra da per se il lume suo.

Ast.

Buona, e bella comparatione è stata la tua, e nè anco è stato mal pensiero, se bene è contro la commune opinione. mà dimmi; se la variatione del lucido di lei non è causata dall’auicinarsi al Sole, ò dall’allontanarsi da quello, come credi tu che facci queste variationi ?

Log.

Non si deue alcuno marauigliare dell’augumento, ò mancamento del lume della Luna, nè anco della sua gran potentia qua giù fra noi, poiche è cosa naturale, che ogni cosa fugga il suo contrario .

Ast.

Tu non mi rispondi a proposito.

Log.

Non dubitare, che io con questa medesima continuatione ti dirò l’opinion mia sopra il tuo quisito, quale caderà in ordine di quel che hora hò , principiato.

Ast.

Dì.

Log.

E’ cosa, come hò detto, naturale, che ogni cosa fugga, e si nasconda in qual modo, e via, che ella può, dal contrario suo; à tal che essendo la Luna per qualità sua & fredda, & humida, & i raggi del Sole caldi, e secchi, quali sono in tutto nemici, e contrarij, e per ciò sono gli vni de gli altri destruttori, per questo ella fugge, e nasconde il lume suo da i raggi di lui, acciò come più potenti non estinguino la virtù de i suoi; e per questo, mentre essa se gli auicina và nascondendo quella parte lucida, che il Sole può ferire, sotto vna parte oscura, e più densa del suo cielo, nella quale forse ella è fissa, e và scoprendo la parte lucida a noi, per operare ordinatamente in vn tempo istesso gli effetti impostili ab eterno dal Sommo Fattore in questo basso mondo , quali và mettendo in esecutione à poco à poco con i sopradetti effetti. quanto poi alla potentia sua , ella è più potente di tutti gli altri pianeti, e stelle, per che, come ogn’un sà, ella riceue, e passano per lei gli influssi di tutti gli altri pianeti, e stelle, cioè caldi, e secchi , freddi, & humidi, e temperati .

Ast.

Come credi, che si causi da lei queste sue variationi?

Log.

Dirò , che ella sia simile ad vn lume entro ad vna lanterna, volgarmente detta da Ladri, quale essendo chiusa, da nessuno si vede quel lume, ma girandosi à poco à poco quella parte mobile, che le chiude il lume, si scopre alla vista, nostra, crescendo sempre, fin che la chiudenda mobile è arriuata all metà della circonferenza del corpo del tondo della lanterna; onde passata quella metà, il lume si và coprendo, e poi scoprendo dalla parte contraria oue incominciò à scoprirsi, e coprirsi il lume, che entro vi stà rinchiuso, dal quale non è ella in questa sua attione punto differente.

Ast.

Veramente la tua è comparatione similissima, & assai mi hai sodisfatto.

Log.

Altra ne hò in mente, ma io m’accosto con il pensier mio più alla sopradetta, quale è , che la Luna habbia solo una parte lucida, cioè la parte dauanti , com’è quella dell’huomo, poi che, come prima hò detto, mi pare, che in rimirarla ella habbia la faccia humana, quale ha la luce sua d’auanti, se bene serue differentemente, poi che quella dell’huomo serue à se, e la di lei ad altri, & è anco di figura sferica, e rotonda, come quella, la quale in quasi trenta giorni, à poco, à poco girandosi, ci scopre, e ci nasconde il lume del suo volto.

Ast.

Questa ancora non è mala consideratione, ma io son con te , poiche mi sodisfà più la prima , che questa; ma dimmi dilettissima amante , & amata mia, tu mi sei debitrice , e poco mostri d’amarmi, poiche mostri d’esserti scordata della promessa fattami nel principio di questo nostro ragionamento.

Log.

Non può in modo, nè in tempo alcuno l'amante scordarsi delle promesse fatte al suo amato, quando è vero, e non finto amore, come il nostro , perche l’obliuione di quelle fa testimonanza certa non essere amante , imperò sia certo, che à migliore occasione ti attenderò la promessa, e per maggior contento, e sodisfattione di quello, quale mai mi trouo satia di contemplare: imperò sia certo che quando hauerò sodisfatto con molte altre ragioni, fuor di quelle, che io dirò delle eclissi, all’animo mio, per contento tuo, opererò, che non habbi da essere mal sodisfatto di me, anzi che sij sodisfattissimo, che così è l'intento di chi ama verso l’oggeto amato.

Ast.

Se io non fossi certo di questo, di nubiloso sdegno contro di te si copririano il volte, e le grate à te luci mie, imperò seguita il corso del ragionamento nostro con le viuaci ragioni tue.

Log.

Dato , e non concesso, che i raggi del Sole illuminassero la Luna, e che altri con ragioni (ilche mi pare impossibile, che si possa fare) mi facessero costare, che riceuendo la Lun i raggi dal Sole non potessero esser quelli di lei tanto caldi , quanto da me auanti è stato mostro douere essere, se ella riceuesse quelli di lui , nondimeno senza dubbio sariano in qualche grado di calidità , se non quanto hò detto; se già non mi prouassero che , ancorche gli riceuesse, potessero essere in tutto freddi, e concedendo, che quelli fossero in parte caldi, certa cosa è, che non potriano fare, come hora fanno scarichi di calidità , perche ne i gran freddi, essendo i suoi raggi caldi , ci stringerrano così l’aere freddo sopra, fatto per la lontananza del Sole, e per la longhezza della notte, per l’humido dell'acqua, e per il freddo della terra, che gelaria il mare, & il tutto, se quelli hauessero in se parte della qualità de i raggi solari, e per il contrario ne i gran caldi, quando il Sole passa per il Leone,Vergine, e Libra, essendo già quel clima impresso di caldo , aggiuntoui il calore de raggi di lei (dato, com'io dico, che fossero in parte caldi) si accenderia il foco nell'aere, & arderiano la Terra, accrescendo caldo à caldo ; oltre che non saria mai inuerno, perche se bene il Sole si scostasse da vn clima, i raggi di lei caldi, congiunti con quelli di lui, se bene in tal tempo debili per la lontananza, con tutto ciò, tendendo i raggi dell'vno, e dell'altro alla terra , non lassariano mai fare nè Inuerno , nè Primauera, massime passando la Luna spessissimo in vn'anno solare sopra di noi, perche causariano maggior caldo d'Inuerno, che non è hora à noi l'Agosto, per il che ne verrebbe l’aria, l'acqua , e la terra infetta .

Ast.

La tua consideratione , e le conseguentie di quella à me sodisfanno, perche se i raggi della Luna participassero delle qualità di quelli del Sole , conseguentemente ne succederiano gli effetti, che hai detti del freddo , e così del caldo .

Log.

Con le sopra narrate ragioni ti hò mostro i raggi della Luna in modo alcuno non potere esser caldi ; hora ti vò prouare, che non solo non possono esser caldi, ma che sono freddi, & humidi; & di questo ne faranno i raggi del Sole, in tutto a quelli di lei contrarij, pienissima fede; poiche il Sole nell'allontanarsi da noi l'aere nostro si và imprimendo di freddo, & humido della terra, e del mare pian piano, perdendo di forza i suoi raggi à poco à poco sopra di noi, e per il poco dimorare ch'egli fa sopra di questo clima , non può risoluere , nè diseccare quei vapori freddi, & humidi, di già leuati per il suo poco calore , e per ciò incomincia l’aere in qualche parte à farsi sentire frigida, quale in quella qualità và crescendo quanto più il Sole si allontana da noi, nè mai per ciò si sentono freddi grandi, & eccessiui, nè mai fa nieue, e giacci, se bene il Sole è quanto esser può lontano da noi, se non per accidente di venti quali vengono da parti più Settintrionali, le quali per essere in quei tempi più lontane dal Sole , già prima è impresso quel clima di freddo; mà quando il Sole poi torna à noi , cioè dal Capricorno, fino ad Ariete, e parte di quello , & allhora, che con i suoi raggi viene à salire sopra di noi, ci fa senntire il freddo maggiore, e naturale, e vengono giacci, e neui, con venti, e senza venti . Si che se i raggi della Luna fossero caldi, per restar spesso sopra di noi , causariano in tali tempi per la ripercussione del suo contrario , freddi incompatibili insino alle pietre, poiche tornando dodici volte in vn'anno solare , non gli lassaria leuare sopra di noi.

Ast.

Non è ancor questa mala conseguentia in provare, per il caldo del Sole, e suoi raggi, la frigidità di quelli di lei ; e mentre mi hai ragionato di questo, mi è souuenuta vna breue ragione in tuo fauore .

Log.

Hò caro, che anco tu incominci à discerner il vero . Dilla di gratia ti prego .

Ast.

Mentre che hai detto, e prouato, che di necessità i raggi della Luna sono freddi, & humidi, mi è caduto in mente come possi stare, che dando il Sole il lume à i raggi della Luna, che quegli istessi raggi, e lume, che ella receuve, causino contrario effetto in lui togliendo il caldo, & il secco alli suoi : & à questa obiettione non mi pare, che si possi addurre sottigliezza in contrario .

Log.

I raggi del Sole , & il caldo di quelli, e il secco sono suoi proprij ; hora riceuendo la Luna il lume dal Sole, ella gli sarebbe ingrata (per la gratitudine dello splendore, e lume, che ella da lui riceuesse) priuando i raggi di lui del caldo, & del secco, il che è contro natura, che i corpi superiori sieno ingrati à i loro benefattori, poiche i raggi di lei rintuzzano in parte l’orgoglio di quelli del Sole , & lo raffrenano .

Ast.

E' buona consequenza, poiche ne i corpi superiori, e celesti, e più purgati di questi nostri, non è verisimile, e non può essere, che regni vn vitio così enorme come è l’ingratitudine, con tutto questo non ti scordare della promessa , che sai.

Log.

Prima mi si scordarà di contemplare il tuo vago aspetto ; mà prima intendi vna strana opinione de i professori di Filosofia circa questo proposito, quale già hauerai intesa, seguendoli, forse , doppo vna mia dimostratione , prima che si venga à trattare delli eclissi della Luna, e del Sole, vedrò di sodisfare à questo più mio , che tuo desiderio , tutto in honore , e difesa di questa nostra cara , & amata Cintia.

Ast.

Dì , che con attentione ti ascolto .

Log.

Dicono i professori (come hò detto) di Filosofia, che il corpo Lunare è sempre illuminato dal Sole la metà , e che quando ella è in congiuntione con il Sole, che esso la illumina di sopra, splendendo il lume, & i raggi di lei verso i corpi celesti, e superiori , come quelli hauessero bisogno della luce , splendore, e freddo , & humido , che da quelli potessero nascere, per generatione, ò mantenimento, ò alcuno utile loro, come fa à mantenimento di noi altri animali corruttibili; mostrando con questa loro pazza opinione, che Dio hà fatto le cose à caso, e fuor di proposito , e che egli non sia di quella immensa intelligenza, & infinita prudenza, ch’egli è, non tenendo, che il detto ; Quod Deus, & Natura re , sia vero .

Ast.

Chi sà, che in questo non hauessero ragione , e che anco per qualche operation sua ne i corpi superiori Iddio non habbia fatto, ch’ella splenda ancor di sopra ?

Log.

Non è dubbio, che potrebbe essere, e con tutto ciò da noi non si sà, e non si può sapere; ma se noi dobbiamo attendere all’operationi, questo non può essere, perche noi mortali siamo sottoposti alla generatione, e corruttione , come al mantenimento , quanto à Dio piace, ilche fa per i mezi da lui ordinati, quali sono infiniti , come anco è vno marauigliosissimo la Luna, e potentissimo ; hora essendo i corpi superiori à lei sottilissimi, lucidissimi, e perfettissimi, & in tutte le qualità incorruttibili , & eterni, che effetti si può presumere, che la luce di lei possi causare in essi? Mà io stimo pazzia di presumersi di sapere questo, come che quell’altra, con molte astre, di sapere quanto sia di grandezza questa stella, e quell’altra; dicendo, che se cadesse vna stella dal, cielo , copriria tutto il mondo ; ma à me pare, che questi tali, che gli par di stare con il capo in cielo, stieno a capo di sotto, e che essi ci habbino più vicino i piedi , che il capo, non che il ceruello, poiche volendo attendere a tali misure, & a darli giudicio, pare a me, che non ne habbino niente, e che l'habbino hauuto alcuna volta tanto sottile, e penetrabile, & il cranio tanto poroso , che sia esalato, e fuggitoli in cielo, e mai più vi sia tornato , hauendo trouato la sua propria fede .

Ast.

Veramente che è stata gran temerità , & è à voler dar giuditio di cose sì lontane da noi, e dal senso nostro ; ma torniamo al camino. Dimmi quel che poco auanti dicesti di dirmi, inanzi che venissi a sodisfarmi della prima promessa.

Log.

Per queste naturali ragioni, & offeruantie notissime non è da stare in dubbio, che il lume della Luna non sia suo proprio, come anco gli effetti di augumento, e macamento, che ella hà, datoli per priuilegio dal sommo Fattore per gouerno nostro, e per temperamento del secco de i raggi del Sole, come di sopra si è detto, per la generatione, e corruttione, augumento, e nutrimento delle cose qua giù fra noi mortali; e che ciò sia il vero, l’esperientia ce lo fa toccare con mano: poiche nel vario corso di lei, secondo la congiutione, oppositione, & aspetti di qual si voglia Pianeto, ò Stella, causa qua giù fra noi effetti marauigliosi, non solo ne i corpi animati, e ne i uegetabili, ma anco ne gli inanimati, come legni , pietre, e metalli, & in ogni altra cosa creata; ma più chiararmente si scorgono gli effetti suoi marauigliosi, ad ognuno notissimi , ne gli animali acquatili, e coperti d’osso, quali mostrano in tutto esser della natura di lei, e de i raggi suoi, poiche quando quella è sotto i raggi del Sole, perche l'humido de i suoi viene da quelli di lui impedito, questi animali, quasi mancandoli il latte loro naturale, datoli da i raggi di lei, come sua madre, e nutrice, si rasciugano, e quasi del tutto si riducono a niente; mà per il contrario, come scostandosi da quelli può contribuirli il nutrimento del latte dell’humido suo, tosto si ingrassano , si riempiono, e si rauiuano, e tanto più quanto essa è da quelli lontana; il simile si vede nell’herbe, quali essendo seminate quando ella si scosta dal Sole, e che và scoprendo il suo lume, per il grande humido, e nutrimento, che il seme riceue da i raggi di lei, subito l’herba nasce con tanto vigore, che porta all’vscire il nuouo seme seco , come anco in molte altre cose, che sarebbe lungo à dirle ; e se fra l’altre stelle vna naturalmente è dell’altra più lucida , che occorre dubitare, che la Luna, come in ciò più priuilegiata di lume doppo il Sole, non habbia hauto il suo lume proprio , essendoli dato dal sommo Fattore, come a l altre, più, ò manco, secondo il placido suo?

Ast.

E’ cosa notissima la potentia sua sopra queste cose mortali, per gli essempi da te prodotti.

Log.

Questo ti hò detto per mostrarti , che contribuendoli i suoi raggi il Sole, non potria far tali effetti, e si vede chiaro , che il Sole più tosto causa priuatione nella Luna, quanto alla qualità de i raggi di lei, che gli contribuisca nè luce, nè chiarezza , nè virtù , nè potentia alcuna, il che essendo è segno manifesto , che quello ch'ella hà è suo proprio .

Ast.

Viue, e salde ragioni sono al debile intelletto mio le tue, e belle, e chiare dimostrationi, per dimostrare la Luna esser da se luminosa, e non posso non approuare ogni cosa per buona : nondimeno mi resta vna confusione nella mente, che non mi acqueta l’animo perfettamente, se bene io non saprei a che mi contradire con ragione, e questo che mi genera tal confusione , altro non è, che l’opinione commune (come t’hò tante volte detto) pensando, che in modo alcuno tanti grand’huomini si siano potuti ingannare ; e l’altra, che se il Sole non illuminasse la Luna, ella staria come fanno l'altre stelle sempre ad vn modo .

Log.

La confusione della mente è causata da due cose , cioè dalla non del tutto ignorantia, e dalla instabilità di quelli, quali in vn tempo istesso (per non esser capaci di ragione salda) approuano due ragioni contrarie, senza saperne reprouare nessuna ; quanto all’opinione commune , non si doueria in alcun modo attendere, poiche questa l’hà causata l’ignorantia del volgo nell’approuare per buona , e per salda l’opinione d’vn solo, essendoli parse buone , e sottili le sue speculationi , senza considerare più oltre, nè voler cercar più sottilmente se quelle sono diffettiue in parte alcuna, poiche il nome, e la fama d’vno scrittore fa ancora tener per vero la bugia, come in molte cose è chiaro fin hora, & in altre con il tempo sarà .

Ast.

Questo non può stare , perche gli huomini che hanno approuato queste tali opinioni non sono huomini dentro al numero del volgo, come dici .

Log.

T'inganni, poiche infiniti, che per hauere hauuto l’applauso del volgo , hanno hauuto nome di sapienti, e valenti huomini, sono stati in verità tutto l’opposito in molte cose, à il quali nel principio tutto il mondo gli è corso dietro, ammirandoli come oracoli, e che sia vero, noi vediamo , che l’opinioni di quelli da più sottili intelletti di essi, in processo di tempo sono state mostre false, quali prima haueuano generata la commune opinione : e così come per vno fu causata tale opinione , per vn’altro, con più salde ragioni si leua, si toglie, e si scancella à gli huomini non ostinati, e senza ragione, e capaci di quella, quali se bene hanno nome di dotti, si deuono nondimeno mettere questi huomini dalla commune , fra gli huomini communi .

Ast.

Lasciamo andar questo, dimmi, che risponderai all'altra, cioè, se la Luna è da se luminosa, perche non luce sempre ad vn modo, come fa il Sole, e l’altre stelle ?

Log.

Appunto sei caduto in proposito, tirandomi à pagarti la promessa, che nel principio del nostro ragionamento ti feci, della quale sono stato tanto stimolato da te, & à punto questo tuo quesito è secondo il desiderio mio, poi che poche ragioni ci restano, fuor che nel trattare de gli Eclissi in defesa dell’honore della mia diletta Proserpina, senza il sigillo , & autenticatione delle allegationi sacre; e per rispondere ad esse, cioè, perche la Luna non luce sempre ad vn modo, come l’altre stelle, dico, perche è piacciuto cosi al grande Iddio.

Ast.

La tua è vna semplice, sauia, santa, e salda risposta, e la causa non la sapresti dire, poi che Iddio non fa niente senza, & c.

Log.

La causa, e le cause te le dirò, alle quali, se vuoi conoscere chiaramente per quelle la Luna esser senza dubbio da se luminosa, sta attento, che sentirai assai bella speculatione, verissima, & alta, se bene à i buoni speculatori le cause doueriano essere notissime, e manifestissime ; per farle anco note à in huomini ordinarij, le dichiarerò in questo modo . Iddio sapienza infinita, & opisice perfettissimo, hauendo creato il Mondo tutto , nel centro del quale gli piacque porre la Terra , mettendola, se non tutta, vna parte in mezo l’acque , volendo che ella fosse da gli animali habitata, acciò in essa si potessero mantenere , e nutrirsi insieme con l’herbe, e con gl'alberi, e le piante per seruitio di quelli, creò il Sole, acciò con i suoi raggi lucidissimi , caldissimi, sottilissimi, potentissimi di qualità, che in potentia non si può dar maggiore, illuminasse, riscaldasse, mouesse, & attraesse , dandoli sopra essa, più che sopra tutti gli altri’Elementi il dominio, per purgarla, per esser quella più nel centro, e più atta à riceuerli , per essere in tutte le qualità à lui contraria, essendo oscura, fredda, grossa, & immobile, e gli costituì il corso suo di trecento sessantacinque giorni, & hore , acciò in questo spatio si mouesse sopra il circuito de gli Elementi, quando più vicino, e più sopra ad vna parte , e quando all'altra , e quando più lontano , acciò, secondo la vicinità, e lontananza, potesse in tutte le parti nutrire , e mantenere tutte le cose create ; e perche vidde queste qualità del Sole essere in supremo grado, per il che non ne saria con potuto seguire l’intento suo della procreatione, e conseruatione per le potente di lui, con le quali haueria distrutto la parte à lui opposta, se non gli hauesse posto qualche temperamento ; fece la Luna di lume variabile, e veloce più di tutte l’altre Stelle, con i suoi raggi freddi, & humidi, & in tutto contrarij à quelli del Sole ; mà non già in tutto eguali in potentia, rispetto all’humido , & freddo dell’acqua, e della terra, oue doueano terminarsi i loro effetti, atteso che essendo i raggi di lei vguali in potentia à quelli del Sole, congiunti con essi l'humido, & il freddo dell'acqua , e della terra , haueriano annihilato il caldo , & il secco del Sole : e non manco con giusta ragione, e causa gli costitui il corso suo, con il quale douesse circuire gli Elementi in circa trenta giorni , quale se non hauesse ordinato così veloce, non ne saria potuto seguire il suo intento, per la ragione che più da basso si dirà, stando il mondo in tal modo, non perche à Iddio si possa imporre necessità alcuna, perche à lui non mancauano, nè gli mancano per farlo in altra maniera, se bene non poteua ordinarlo meglio ; mà le cause , che lo spinsero à fare la Luna, di lume, e di corso variabile, furono le sotto scritte, cioè. S’egli hauesse fatto la Luna, che sempre stesse piena di lume, e splendesse sempre ad vn modo i suoi raggi sopra di noi, come il Sole, nel tempo ch'egli è stato perpendicolare sopra di noi , e che incomincia , tornando per il medesimo corso ad inchinarsi , facendosi più meridionale, à scostarsi da noi, come sarebbe à dire , quando al clima nostro entra in Cancro, in Leone, & in Vergine, e parte della Libra , e che già l’aere è impresso di caldo, ella in modo tale con i suoi raggi & freddi, & humidi restringeria il già impresso caldo nell’aere sopra di noi , non lo lassando salire, cacciato dal freddo, & humido notturno della terra, e dell’acqua, che abbruciaria, & annichilaria in tutto le parti à quelli sottoposte ; però fece il sommo Fattore, che la Luna à poco à poco ritirasse i suoi raggi , e lume, dando in tal modo spatio, & adito, che il caldo, & il secco, cacciati dall'humido dell’acqua, e della terra saglino in aere, e che quelli respirino dal gran caldo, e si rinfreschino, e possino resistere à i raggi suoi il seguente giorno , il che non haueria potuto fare se in aere hauesse trouato , ò trouasse sempre la resistenza de i raggi freddi, & humidi di lei . E per il contrario, se d’inuerno (quando il Sole è staro più lontano, che poi ritorna ad esser più Australe, tornando sopra di noi , cioè quando entra in Capricorno, Acquario, e Pesce, e parte di Ariete, che già l’aere è impressa di freddo) ella fusse sempre piena di lume, aggiungeria tanto freddo à freddo, & humido à humido, causati dalla frigidità della terra , e dall’humidità del mare, per la lontananza del Sole, e per la debolezza de i raggi suoi, che tornando egli sopra con i suoi potentissimi raggi, che non solo non potria discacciare il freddo , nè riscaldar l’aere, per operare gli effetti, che hora fa in questo basso mondo; mà metteria così gran gelo sopra di noi , stringendoci con essi l’aere freddissimo sopra, che ridurria ogni cosa in vn gelo, e distruggeria tutti i viuenti ; nè anco potria, per il poco spatio, che stà sopra di noi, discacciare il freddo , che à noi fosse stato sopportabile, & all’herbe, & alle piante. Però il sommo Fattore volse, & ordinò, che non stesse se non vn poco spatio piena di lume, e che non spandesse sempre tutti i suoi raggi sopra di noi , acciò nell’inuerno non aggiungesse freddo à freddo, e nell'estate caldo à caldo , e che i raggi del Sole, in quel tempo deboli, hauessero quel potere di non lassare opprimere il tutto dal gielo , se ben fosse lontano con i suoi raggi. Per queste viue ragioni si dice, che il lume di lei è suo proprio , e non accattato .

Ast.

Bello, & insuperabile, anzi inequiparabile artifitio del grandissimo Iddio, e bellissima , e sottilissima consideratione è stata la tua, nè mai più vdita , nè letta da me, con la quale conosco la tua opinione esser verissima, e sono sforzato à prouare la Luna (come tu dici) essere da se luminosa. Mà dimmi, come hai tu fatto ad hauere così sottili considerationi?

Log.

Tu sai benissimo , che il grande Iddio è desideroso di vera gloria , e che non può comportare, che eternamente le miracolose attioni sue stiano occulte, e non siano con vera lode esaltate, e magnificate , per le quali esaltationi , e lodi di quelle, ne viene esaltato (se sia lecito dirsi) e magnificato, & per esse conosciuto perfettissimo da noi altri mortali ; imperò mette alle volte in mente d’vn semplice simili sottili speculationi , hauendole tenute molto tempo ascose à gli huomini dotti: & però non ti marauigliare, perche anch'io son huomo mal composto di quattro elementi , come infiniti illustri, e chiari ingegni. Mà attendi di nuouo al fine di questo, che ti marauigli, poiche non è di manco consideratione questo , che hora son per soggiungerti, che quello, che ti hò detto circa la variatione del lume , e corso della Luna .

Ast.

Dì ti prego.

Log.

Oltre il sopradetto, ordinò questo irreprensibile Artefice, che la Luna fusse più di tutte l’altre Stelle di veloce corso, facendola dodici volte più veloce del Sole , acciò potesse con i suoi raggi freddi , & humidi, temperare in ogni clima, & ogni stagione, sì nell'Inuerno, come nell'Estate, tanto d' Autunno , quanto d’Inuerno il freddo , & il caldo , il secco , e l’humido, che nell’aere per la lontananza, ò vicinità del Sole, vengono impressi nell'aere , il che non haueria potuto fare se ella hauesse tardato più , ò manco à fare il corso suo , di quello che fa , hauendo à prouedere ad ogni clima della terra , e se il corso suo fosse anco stato alquanto più longo, l'haueria fatto , ma non perfettamente, come fa in ogni parte, e tempo , e quanto più lungo fusse stato, tanto più imperfettamente l'haueria fatto; e se fosse stato quanto quello del Sole, non l’haueria fatto in modo alcuno, come di sopra si è detto , in nessun clima, quelle sue operationi , perche il caldo, & il freddo, l’humido, & il secco, quali à tempo con il suo lume, quando poco, e quando molto, insieme con il suo veloce corso tempra in ogni regione queste quattro qualità, cioè, quando il Sole è vicino , e perpendicolare in vn clima , e quando lo guarda per linea transuersale , & è lontano , e quando in vn'altro , piglieriano quelle quattro qualità sr gran dominio sopra la terra, e nell’aere, che lei con i raggi suoi non potria , insieme con l'aiuto del caldo del Sole, temperare in modo alcuno nel modo sopradetto, con i quali dà, e toglie à noi l'humido, & il freddo, il caldo , & il secco , con il suo augumento, e mancamento, come di sopra si è detto, più, ò manco, secondo che poco, ò assai si troua luminosa, e più perpendicolare, e trasuersale, e lontana , con il qual lume, e moto variabile , nel tempo d’vn’anno solare, tiene, che da alcuna di queste qualità non sia distrutto l’vniuerso. E con questo fine mi trouo disciolto dell’obligo, che teco hauea della promessa poco prima fattati, nella quale se hai inteso cosa alcuna di buono, e che ti sia piaciuta danne gratie à Iddio, che habbi in ciò amministrato, e mossa la mia lingua, e mio giuditio , & intelletto: e se cose insipide, e senza ragione, e fondamento, danne colpa à me , & alla ignorantia , e temerità mia, hauendo voluto far coniettura, e penetrare cose così sottili, per fare apparire l’immensa grandezza, sapientia, & artificio del grande Iddio, circa il gouerno, e mantenimento delle cose qua giù create , per le quali si viene in cognitione di lui .

Ast.

Io grandemente ti ringratio, e cognosco per quello che hai detto, ch'io non sono amato da te di finto amore, poiche non resti mai di contemplarmi, compiacendoti della vaghezza , del variabile aspetto mio, e sono così contento, & appagato, che più non ti potrei dire . Mà dimmi, habbiamo noi posto fine al ragionamento nostro ?

Log.

Quanto alla promessa sì; ma non già quanto al difendere l'honore della mia amata Luna , poiche , oltre alle sacre allegationi, quali (come hò detto ) porremo in vltimo, forse ci saranno molte altre in difesa sua, quali si proueranno essere salde per il difetto suo di lei, e per quello del Sole, per le oppositioni, e congiuntioni, che ordinariamente ogni trenta giorni seguono fra questi due luminarij , quali non saranno di poca consideratione, in prouare la Luna esser da se luminosa .

Ast.

Io sono restato tanto sodisfatto di queste vltime tue speculationi da te narratemi , per prouare, che fosse di necessità, che la Luna non stesse sempre di luce ad vn modo, e che fosse di sì veloce corso, che io stò con grande attentione, e desiderio d’intendere quello, che hai da dire circa gli Eclissi del Sole, e di essa; imperò quanto prima , con le ragioni tue adempisci il desiderio mio, se puoi ; mà io dubito, che in questo tu ti sij per confondere , poiche non si può in modo alcuno negare, che gli Eclissi del Sole non siano causati dall'interpositione della Luna fra il Sole , e la nostra virtù visiua ; e che per il contrario quelle della Luna non si causino dalla interpositione della Terra fra lei, & il Sole, perche queste cose patono tanto al senso nostro , come anco alla vista, che non possono hauere contraditione alcuna, se non soffistica, e strauagante.

Log.

Chi sà, potrebbe essere, che tu dicessi il vero, & anco ti potresti ingannare; con tutto ciò, non ti dispiaccia d’intendere il parere, e detto mio, perche il sordo non imparò mai linguaggio. Mà tu nella tua propositione hai fatto prima mentione delli Eclissi del Sole, e poi di quelli della Luna; & io , se ti contenti, voglio trattarti prima di quelli di lei, non per altro , se non per mia sodisfattione, e per principiare da lei, come à noi più vicina .

Ast.

Tratta di quello, che più ti torna comodo, che è il douere ; mà non sò fra me medesimo pensare come tu possi negare, che gl’Eclissi della Luna non sia no causati dall'interpositione della Terra fra lei, & il Sole: io per me stò ammirato, & con attentione, e desiderio grande stò aspettando questa tua contraditione.

Log.

Poteui dire pure queste tue contraditioni , poiche saranno più d’vna. Io ti hò mostro con ragioni, prima , che la Luna non riceue in modo alcuno il lume dal Sole, per ilche ne viene in conseguentia, che gl’Eclissi della Luna non hanno che fare con esso, con tutto questo, per prouare con più ragioni, che in modo alcuno il Sole non illumina la Luna , te lo voglio far constare ancor per gli Eclissi di lei. E prima, se gl’Eclissi della Luna si causassero dall’interpositione della terra fra lei , & il Sole, certa cosa è, che tali oscurità nel corpo lunare non incominciariano dalla parte superiore, ò laterale, come spesso fa, e come da gli osseruanti si può molte volte chiaramente vedere; mà si bene cominciariano, dall inferiore, nè tale oscurità nel cagionarsi saria piana in essa, ma in modo di mezo cerchio, quando ella è vicina à finirsi d'oscurare, à simiglianza di quando ella è lontana quattro, sei gradi dal Sole, essendo, in tal modo il suo lume cornuto , voltando quelli alla terra, poiohe da nessuno si nega, che l'interposto sia rotondo, e sferico; e se non fosse perfettamente rotondo, in quella parte, ch'egli hauesse di mancamento, ò d’accrescimento , si vedriano impressi nel chiaro di lei , secondo l'alteratione dell'interposto fra loro; e per questo si dice, e si fa manifesto la Luna essere da se luminosa, e andarlo mendicando da altri, come gli antichi, e moderni, scrittori Astrologi affermano .

Ast.

Quanto all’incominciare di tal difetto, da me non è stato osseruato, che se è come dici, mi pare, che anco in questo, habbi ragione; mà quanto à quello poi dell'alteratione, dell’ombra in lei, secondo il mancamento, ò accrescimento dell’interposto , ti dico, che per le distantie non si potriano conoscere, nè causare in lei le alterationi, che dici, nè da potere essere viste da noi , poiche non sono cose sensibili, in modo di dire, per la lontananza fra di loro, e massime alla debolezza della vista nostra .

Log.

Ti con cedo, che in questo habbi ragione ; mà non è per questo che la ragione dell’incominciamento, e principio di tal difetto non sia efficacissima ; ma stà ad ascoltare quest’altra, che conoscerai chiaro, e manifesto, che il diffetto della Luna non può causarsi dall’interpositione della Terra fra questi due corpi lucidi, il che si vede chiaro, che molte volte il detto diffetto si causa nel principio della notte, nel qual tempo di vn hora, e meza, ò poco più, manco, il Sole è passato il nostro Emispero, e la Luna si troua quasi nel superiore mezo Cielo, a tal che si dice, che è cosa da non credere, e che non possi stare, per l’impossibiltà sua, che essendo il corpo solare, come è commune opinione, tante volte maggior della terra, non essendo egli, come si è detto, arriuato di gran pezza all’inferior mezo Cielo, & ella esser quasi nel mezo superiore, che il corpo della terra possi in modo alcuno impedire la visione fra loro in parte alcuna, come anco per la differentia grande del Sole à quella della Luna , e della terra.

Ast.

Non ti marauigliare di questo, poi che se considerarai alla vicinità della Luna alla terra , & alla sua piccolezza, vedrai, che non è impossibile , quello di che ti marauilgli, se bene il Sole è tante volte maggiore di ambi due.

Log.

Io direi, che dicessi bene, quando che, come io ti ho detto, ambi dui non fossero laterali, cioè, ò Australi, ò Settentrionali, insieme, che vno non fosse Australe, e l’altro Settentrionale, e che l’vno, e l’altro fossero opposti nell’inferiore, e superior mezo Cielo, che in tal modo farei buono il tuo detto, ma in altro non lo concedo ragioneuolmente, nè niuno di sano giuditio te lo concederà, poi che la terra non può far l'effetto dell para Sole per auanti prodotto in fauor mio contro di questo, perche questi due luminari non sono diametralmente opposti nella postura sopradetta.

Ast.

Non sono bene con l'animo quieto, circa il tuo detto, se bene è salda ragione la tua, alla quale non ho replica.

Log.

Forse quelle, che si diranno ancor da me insieme con questa, ti appagaranno più, ò forse ti metteranno in maggior confusione, non di meno attendi, poi che l'ascoltare non nuoce all'huomo forte, o ben fondato.

Ast.

Dì.

Log.

Oltre al sopradetto, in confermatione dell’opinion mia, si vede, quando la Luna per l'Eclisse si oscura tutta, non si oscurato di modo , che da noi non si veda chiaramente tutto il corpo di essa , e da noi non si, scorga qualche poco di luce in lei , e particolarmente nella sua circonferenza .

Ast.

A questo rispondo : credo che benissimo sappi, che la luce è di due sorti, cioè primaria, e secondaria , ò per meglio dire succedente.

Log.

Sì sì, ti ho inteso quasi, quello che tu vuoi dire con questa primaria, e secondaria luce, questo (il che fra detto con sopportatione) è vn trouato da questi Astrologi, quali non sapendo come potessero fare apparire, che i loro barbarismi hauessero appresso i semplici professori di Astrologia qualche fondamento, & apparentia di verità , e non fossero senza quelli, come in effetto sono , trouarono questa luce primaria, e secondaria , volendo mantenere con essa, che il corpo della Luna, ancorche sia nell'eclisse, si_possa da noi vedere per la secondaria luce de i raggi del Sole , dando questo esempio, che, si come entrando in vn'loco oscuro, i raggi di lui fanno due effetti, cioè illuminando la parte prima, che essi percotono, e con il riuerbero poi di quelli, la parte opposta à quella, che essi percuotono, di luce secondaria, e succedente; non vuoi tu dir così?

Ast.

Questo appunto è quello, che io haueuo in pensiero di dire.

Log.

Hor questa, da queste a mie susseguenti ragioni, quanto sia falsa si comprende. O il corpo lunare è oscuro, ò non; e s'egli è, non può vedersi da gli occhi nostri di giorno, se non oscuro, perche l’oscuro nell’oscuro, la vista nostra non lo può dominare, se non lo percuotono i raggi del Sole, per l’oppositione della terra; se non è oscuro , come chiaro si vede, quando è nell’Eclisse, non la ferendo i raggi di lui, chiaro segno è , che il lucido di lei non viene da ferirla il Sole: e poi, come può stare la reflessione secondaria nel corpo Lunare de i raggi son recipienti da lei tempo dell’Eclisse, attesoche il reflesso si fa nell’ opposto à quello, che è ferito da quelli di luce primaria, poiche in lei, come, dall’essempio, che danno i professori, della luce che entra io stanza per vna finestra, vogliono, che quella sia per riuerbero, ò reflesso de i raggi istessi del Sole, affermando prima, che i raggi di lui non hanno termine non solo nel cielo della Luna, mà che passano anco fino à quel di Venere ; si che concedendosi il reflesso di quelli nella Luna; si doueria solo vedere dalli corpi superiori à lei , e non dalli inferiori, poiche non è possibile, che il reflesso refletta nella parte in tutto contraria , & opposta alli raggi, qual non percuotono , per esserli , come dicono essi, interposta la terra; per il che, se i raggi entrano in vna stanza, il reflesso è di dentro , e non in quella di fuori; e per ciò è impossibile quanto al reflesso, che sia vera tal propositione, ò ragione di luce secondaria , ò succedente in lei.

Ast.

E pur si vede, che entrando i raggi del Sole in vna stanza, doue ne sia vn’altra appresso, che sia oscura, hauendo solo vna finestra aperta in mezo fra essa , e quella, che percuotono entro i raggi del Sole, che anco quella doue non entrano, essere al quanto da quelli illuminata.

Log.

Lo concedo; ma dico bene, che non è già illuminata di luce secondaria la parte volta verso il Sole, cioè la parte di mezzo , che confina fra le due stanze, che dici (come liò detto) di secondaria, a talche passando i raggi del Sole, & hauendo i termini nell’habitacolo di Venere, non può causare tal luce in lei, poiche i secondarij gli riceue lei, per così dire, nelle spalle, ò nella collottola, oue non possono esser visti da noi.

Ast.

A me pare, che habbi ragione; ma dimmi; hai tu altro che dire sopra ciò?

Log.

Di più ti sogguingo, che alle volte la Luna quando è nell’Eclissi, non pare oscurata, ma che habbi solo auanti vn velo non molto denso, & alle volte par d'vn colore, & alle volte d’vn'altro; il che auerria tal diuersità, se gli eclissi venissero dal non corla i raggi del Sole, e dall’interpositione della Terra fra loro; ma sempre in tal tempo staria di vn color medesimo, e sempre oscura ad vn modo; e se venisse da tale interpositione , resteria in modo oscura, che da noi non si potria scorgere oue ella fosse, come da noi non si scorge quella parte non lucida, quando da noi si vede parte della lucido di lei, quale si dice non corla i raggi del Sole; se già non mi si facesse constare, ch’ella da se pigli simili colori; il che, come hò detto, non si può prouare, ch’ella sia di quel colore, che si mostra in quel tempo attesso che alcuna vera ragione non l’accompagna, poiche affermano che in quella parte oue è tenebrosa, in quel tempo il Sole con i raggi suoi che la coglie, à tal che in consequentia ne verria, che ella fosse di quel colore, anzi di quei colori, per dir meglio, il che non può stare, poi che è diuerso vna volta dall’altra .

Ast.

La diuersità di tal colore può forse venire da i vapori della terra , che si interpongono fra la nostra vista, e la Luna, e per ciò ce la facci parere diuerso.

Log.

Io crederei, che la tua ragione fusse vera, se in altro tempo ancora alle volte si vedesse differente, ma il vederla tale solo in quel tempo de gli Eclissi, mi fa non consentire a quella, insieme con il vedere, in tempo di tali diffetti l’aere scarco d’ogni vapore, e lucidissimo , e chiaro .

Ast.

Quello, ch’io hò detto, l’hò messo in dubbio, poiche non sò il tempo della tua osseruantia, circa ciò, se sia stato in tempo chiaro, ò caliginoso; mà hai tu più viue ragioni da produrre, in difesa della riputatione della tua cara amica?

Log.

Ve ne sono molt’altre, quali , insieme con antedette, faranno chiaro circa ciò, la immensa prouidenza di Dio , e la preminenza di lei sopra le cose mortali, e transitorie, poiche senza i uarij cambiamenti di lei , come più auanti si è detto, ogni cosa creata non saria creata, & le create, se si fermasse la sua variatione, si ridurriano in niente.

Ast.

Seguita ti prego.

Log.

Soggiungo così , che dall’osseruantia si può conoscere se l’opinion di quelli, che tengono, che la Luna riceua il lucido dal Sole, sia falsa , ò nò. Gli Eclissi della Luna le più volte si fanno ne gli Equinottij, ò à quelli vicino, come più volte si è detto, secondo la ragion mathematica; hora in tal tempo, quando sono i plenilunij , l'vno, e l'altro luminare vanno per vn medesimo corso , cioè, nè più meridionali, nè più settentrionali; à talche io vorrei, che da te mi fusse detto come è, e come può stare, che andando i due Pianeti egualmente da leuante à ponente per il moto diurno, e per il loro da ponente à _leuante, li detti Eclissi si comincino da tramontana andando verso mezogiorno; si che io non sò come si possino causare dall'interpositione della Terra .

Ast.

Stando cosi, non credo, che possin produr ragione verisimile, se già non prouassero , che la Terra si mouesse.

Log.

Per questo da me insieme con le sopradette ragioni, si tiene la Luna esser da se luminosa, e che quando patisce tal diffetto passi (come mi pare altre volte hauer detto) per vna parte del Zodiaco, ò d’altro, ò se gl’interponga qualche altra cosa, ò qualche altra sfera, che sia più bassa di lei, quale non sia di velocità, e di moto in tutto simile al suo, e che habbi qualche parte più densa, & oscura, ma non tanto, che possi proibire à gl’occhi nostri in tutto, che, ancorche coperta da quella, non sia scorta da noi, per la quale per il variabile, e veloce suo corso passi dentro allo spatio, che il Sole fa il suo, vna, ò due volte, attingendo quella parte tenebrosa, quando più, e quando manco, quale trauersi anco il Sole alle volte, ma non cosi spesso come essa, nè tanto, per esser elgi forse tanto maggior di detta parte oscura, e per fare più di dodici volte il corso suo più tardo di essa.

Ast.

Per intender solo queste tue infinite sottigliezze, le quali hanno hauto del verisimile assai, sono andato con contraditioni intertenendoti, ma hora, che io veggio che sei già al fine di queste tue ragioni, & hauer poco da dire, ti voglio constringere con le seguenti à confessare l’error tuo, alle quali non si può in modo alcuno contradire, nè oppore cosa alcuna, poi che questa non consiste in opinioni filosofiche, ma nella nostra virtù visiua, quale ti fa vedere, e toccar con mano come tu sia in manifesto errore.

Log.

Dì, ti prego, che conforme à quello che io t’ho detto di sopra, sentendo cosa di ragione, andarò mutando il mio pensiero in meglio, che tale è stato sempre l’animo mio, imperò non tardare di adempire questo mio desiderio, acciò essendo in errore, posi l’arme della temerità mia, rendendomi vinto.

Ast.

Da quella viuace ragione confermata dall’osseruanza, si fa chiaro, che la Luna causa l’esclisse del Sole, e che insieme lei sia corpo oscuro, e che habbi il suo lucido dal Sole, dico, che nel diffetto del lume di lui, da noi per certe acuitioni di vista, come sarebbe à dire, il forare vna carta con vno spilletto, ò simile, quale la difende da i potenti raggi solari, occultamente si vede, quando il corpo lunare sott’entra, e s’interpone fra noi, & il Sole, per retta linea, come anco quando parte; si che à questo non vi è sottigliezza, che vi arriui.

Log.

Rispondo, che se da i riguardanti nell’incominciare, e nel finir tali eclissi si potesse osseruare gli effetti, e moti loro in tal tempo, come si possono quelli della Luna semplicemente, conosceriano che le medesime ragioni, prodotte poco auanti, serviriano anco à prouare in questo falsa, circa ciò, l’opinione loro, senza dimandarli, che sappino, che quello che si oppone fra il Sole, e noi, sia il corpo della Luna.

Ast.

La vista nostra il vede chiaramente, oltre il testimonio dell’osseruanza de’ calculi, quali pongono in quel tempo douere esser la Luna in congiuntione con il Sole, quali conuengono in tale accidente di mancanza di lume.

Log.

Voglio , à modo di dire , concederti che sia quello che dici, con tutto ciò, non si proua falsa l’opinione da me allegata, poi che può essere, che la Luna sia corpo denso, e che vna parte di lei, cioè la superiore sia oscura, e che quella, che à noi si mostra sia lucida, e che per ciò ne l’opporseli causi in lui tal diffetto, se bene sono cose dette in aria, & a caso, poi che l’affermare, che quella sia la Luna, ò altra materia, è pazzia.

Ast.

Che dirai tu, circa il sopra detto, del testimonio de i calcoli, e de i corsi loro?

Log.

Quanto al calculo de i Matematici si dice, che egli in ciò non fa testimonianza alcuna, che il Sole si oscuri più per l’oppositione della Luna, che di altra materia densa, poi che à quelli non si deue attendere, atteso che quelli che dicono essi è vna osseruanza, come più volte ho detto, d’infiniti anni à dietro, dalla quale non possono essere inganati, poi che i corpi superiori non possono mutare ordine per alcun riuolgimento di essi, e per questo sono saldi, e fermi, & è stata facile l’osseruanza de i moti loro, che lo causi quella congiuntione di quelli dui luminari, e che quello che s’interpone, e ci toglie la vista de i raggi del Sole sia il corpo lunare è temerità il dirlo, per vigore di calcoli, e più di virtu visiua, poi che da noi, non lo comportando la debolezza della vista nostra, non si può per alcun modo vedere. E per queste ragione è debile ragione la tua, e non ha fondamenti stabili: e poi se da noi nell’altre congiuntioni con il Sole non si vede, come si vede allora, per osseruantie che dici . Di più, se quello che si oppone auanti al Sole nelle sue eclissi fosse la Luna, certa cosa è, che se si interponesse fra noi, e lui, che in quel tempo noi la potremmo chiaramente vedere oscura, come dicono questi che sia, poi che ci difenderia da i raggi di lui, e pure con tutto ciò che egli si oscuri, non lo potiamo riguardare, nè scorgiamo lei. Oltre di questo, se la Luna causasse il diffetto del Sole, saria di necessità, come più volte ho detto, che ogni mese lo patisse, poi che sempre in tal spatio ti tempo si congiunge corporalmente, e perfettamente con il Sole, come ogni vno, per la diametral loro perfetta oppositione, può far consequenza di quella. E se le oppositioni, e congiuntioni di questi due luminarij non fossero sempre ad vn modo, come si vede, non preterendo mai vn punto, e in esse da vna volta all’altra vi fosse differenza, e variasse, se il lucido di lei venisse dal Sole, variaria in conseguentia ancora necessariamente in dodici corsi di lei, & in dodici plenilunij da vn plenilunio all’altro, in vn’anno solare, il lucido, ò i lucidi, per dir meglio, di lei; poi che non essendo diametralmente, e corporalmente per retta linea in congiuntione, per le ragioni de i professori, essendo lontana dal Sole si vederia, & in alcuno de suoi corsi in vn’anno solare non mancaria mai di lume, alle volte staria per spatio di più giorni, che hora non stà, à vedersi, come dicono essi, quando ella s’è sotto i raggi del Sole, e non si vedria, come s’è detto, tener sempre il medesimo ordine, e viaggio in tutti i suoi corsi, come fa, e che da noi si vede .

Ast.

Che dunque mi darai tu ad intendere, che sia quel che fa tale effetto auanti al corpo solare ?

Log.

Quella parte, che pare à te che sia la Luna, che in tal tempo si opponga al Sole, può essere ancora quella, che che causa il diffetto della Luna, maggiore di lei, e più piccola di lui, e per ciò essa ne viene alle volte oscurata tutta, & egli non mai, e molto più di rado, quale à i riguardanti pare la Luna ; e che questo sia vero, potranno questi osseruare, che non quello, che dicono esser la Luna esce di sorto al Sole, ò dauanti, ma si bene il Sole lasciarsi à dietro quello, che dicono esser la Luna, per il che, se fosse lei, saria il contrario, per esser quella di più veloce corso, lasciandosi à dietro il Sole; e se tali diffetti fossero causati da i moti loro proprij, come saria ordinario che fossero; ancora di dico, che le oppositioni, congiuntioni, e tutti gl’altri aspetti, e moti della stelle sono cose, che ab eterno non sono state, nè sono, nè saranno differenti vn punto, se non accidentalmente, di quello che sono, il che non si può negare, che se si negasse si terria, che i moti loro fossero à caso, il che non può stare: hora essendo ordinati, come sono, è di necessità, che se le oppositioni del Sole, e della Luna sono per diametro nel plenilunio, e che diuidono gl’elementi in due parti eguali, come chiaro si vede, si deue anco conchiudere, che nelle congiuntioni siano anco perfettamente congiunti, & essendo necessariamente così, ne succederia anco che in ogni mese si causassero gl’eclissi del Sole, e della Luna, come più volte ho detto di lui, per la interpositione di lei fra lui, e noi; e quelle della Luna, per la interpositione della Terra fra lui, e lei, il che non si vede accadere, e pure nel plenilunio la terra stà in mezo fra loro .

Ast.

In questo tu t’inganni, perche questi diffetti non accadono, se non quando l’vno, e l’altro di questi due pianeti sono per l’eclittica, ò nel capo, ò nella coda del Dragone.

Log.

Se queste congiutioni , & oppositioni, come ho detto, si fanno diametralmente, e corporalmente ogni mese da questi due pianeti, che importa se la Luna, & il Sole siano per la ecclittica, ò nò ? poi che si vede da noi chiaramente, che ogni plenilunio la Luna è sempre ad vn modo, non variando mai in modo alcuno, così è di necessità, che rettamente, e diametralmente la Luna si congiunga con il Sole ; e non occorre dire, questo più vna volta, che l’altra, poi che non è verisimile facendosi sempre in vn modo medesimo la loro oppositione, formandosi il corpo lunare sempre di circolo perfettissimo, il che non accaderia se sempre non si guardassero in tal tempo per retta linea, nè il suo orbe saria di circolo lucido perfetto, pigliando ella il lume da lui per linea trasuersale.

Ast.

Queste congiuntioni di questi doi pianeti, come anco de gl’altri, non si fanno mai perpendicolari, e diametrali, se non quando il Sole è per l’eclittica.

Log.

Se bene non può essere, come dici, in modo alcuno, con tutto ciò voglio far buono il tuo detto, soggiungendoti, che ancora che fosse nel modo, che dici nondimeno nella loro congiuntione, con tutto ciò sempre si fariano necessariamente gl’eclissi di lui, se non à noi, senza manco in qualche altra parte lontana da noi, ò vicina, come per esempio si vede da noi chiaramente, che si leua il Sole chiaro, e l'aere scarico di nuuoli, ma non si tosto si alza sopra il nostro Emispero , che ascendendo vn vapore, causa vna nuuloa lontana da noi, quale s’interpone, non fra noi, & il Sole; ma fra egli, & altra parte lontana, e si vede da noi, che quella nuuola causa, in modo di dire, l'eclisse del Sole non à noi , ma à quelle parte , che stà per retta linea opposta alla nuuola, & al Sole, & il simile fa molte volte à noi, quando vna nuuola s'interpone di retta linea fra noi , & egli, per ciò non è buona, nè salda ragione la tua , stando la Luna più bassa del Sole, e cosi per conseguentia necessariamente ne succederia in ogni congiuntione di essi, ancorche laterali, se gli eclissi del Sole fossero causati dall’interpositione della Luna , e quello, che da me si è detto di quelle del Sole, per l'oppositioni di lei fra noi ; così anco si può dire di quelle della Luna, per l’interpositione della Terra fra questi due luminarij, poiche ogni mese diametralmente si oppongono, si congiungono , diuidendo il mondo in due parti eguali , tenendo la Terra nella loro oppositione perfettamente in mezo, come molte volte si è replicato.

Ast.

Le tue ragioni mi fanno stare in dubbio, che sia come hò tenuto fin hora , e dall’altro canto l’opinione, & auttorità di tanti , & sì grandi huomini, e scrittori passati non mi lassao assentire allo tue palpabili ragioni. Ma dimmi l’opinion tua sopra quello, che hora sono per domandarti ; Sei tu del medesimo parere, che sono infiniti altri, cioè, che il Sole illumini la Luna , quando ella è in congiuntione, dalla parte superiore?

Log.

Io nego in tutto, e per tutto, che il Sole illumini la Luna, come vuoi tù, che io risponda à questa, quale è vn’altra non minor pazzia à credere, poiche questi tali vogliono , per conseguenza, che i corpi superiori habbino bisogno e del lume, e de gli influssi , come noi altri, il che quanto repugni alla ragion naturale, consideralo tù, e se non hanno bisogno, mostrano che Iddio quel che hà fatto l’habbia fatto in vano, e che questo Mondo sia à caso, come tiene Democrito. Questa à punto è simile à quella, che i medesimi professori dicono , che i raggi del Sole arriuino fino à Venere , e più oltre.

Ast.

Forse non è vero?

Log.

Dico, che se quelli arriuassero fin lì, che di necessità saria, che anco gli influssi vi arriuassero di lui; per il che vorrei sapere da te, che operino quegli influssi in vtile, ò danno loro; poiche è forza, che s’eglino arriuano, che influiscano; & oltre di questo è di necessità ancora, che quelli vicendeuolmente li arriuino anco, & influischino l’vn’all’altra, poiche hanno termine in quelle ; à talche questo basso Mondo non pigliaria influsso alcuno dalle stelle se quelli non terminano in esso , ma passano anco più auanti ne i Cieli , e luoghi oue terminano; e per questo si dice, che i raggi del Sole non passano il centro del Mondo, come dell’altre stelle.

Ast.

Perche non può essere?

Log.

Perche il termine di ciascuna cosa è vn punto stabile, i Pianeti, & i Cieli sopradetti hanno moto continuo, e diuerso di longitudine, e di latitudine, e sono instabili, per ciò non possono esser termine di cosa alcuna ; à tal che ò gl’influssi, e luce delle stelle passano più auanti , ò non gli arriuano, se si terminano nel centro, si che la Luna non può hauere il lume suo dal Sole; ma chi sà, questi tali credono forsi, che sopra noi sia vn’altro Mondo , come questo oue stiamo , e che per ciò Dio habbi fatto, che il Sole illumini la Luna dalla parte superiore, à ciò dia lume à quelli superiori, e gli infondi l’humido, & il freddo, come à noi; il che non è anco da credere , che sia come al nostro simile , e che questo medesimo Sole , e questa Luna lo possino illuminare ; il che si può prouare con ragioni tolte da i medesimi luminarij, come è, che mentre si volgono circolarmente intorno di noi , non possono con il medesimo corso circolare illuminare se non vna minima parte dell’altro , come per questo esempio di questi doi punti , vno nel centro del circolo , che è per il Mondo da noi habitato, e l’altro fuori da noi imaginato, e per ciò non potendo hauere i corpi superiori bisogno del lume della Luna , nè de suoi influssi , come anco non potendo fare Iddio cosa alcuna indarno, in conseguenza ne viene, che quelli che l’hanno detto, non sapere quello che si dicano, dicendo vna pazzia si grande, volendo mantenere con questa loro pazza opinione, che Iddio, come s'è detto, habbi fatto queste cose à case, e che egli non sia di quella sapienza, prouidenza, & intelligenza infinita, ch'egli è . Ma fermati Astro, che hora ti voglio abbattere con le tue armi ; non dici tu , che il Sole con i suoi raggi illumina la Luna?

Ast.

Così tengo, & è commune opinione.

Log.

Et io , in modo di dire , te lo concedo; ma dimmi, quando la Luna si troua nell’intiero plenilunio , & è opposta al Sole, credi tu, che stando in tal termine, i raggi di lui la ferischino vna volta più dell’altra per linea retta, ò trasuersale, ouero sempre in tale stato interamentere retta?

Ast.

Io credo , e da me si tiene , chi quando ella è nell'intiero plenilunio, che il Sole con i suoi raggi la ferisca per retta linea, di punto in bianco , anzi rettissima.

Log.

Qui à punto ti aspettauo , se essi la feriscono in tal modo, è certo, e non si può negare , che da questa rettissima linea fra l’vno, e l'altro interposta, ne viene intersegato in due parti eguali questo Mondo per il mezo; e se mi hauessi detto , che i raggi di lui la feriscono quando più , e quando manco per linea trasuersale , e che rare volte si oppongono diametralmente, io ti hauerei risposto , che questo non può stare, perche quando ella fusse ferita da quelli lateralmente, ella mostrerebbe il suo orbe di circolo imperfetto, e non perfettissimo sferico, come fa sempre in tal tempo; imperò essendo perfetto, è manifiesto, che sono opposti diametralmente, come hai detto, & essendo opposti in tal modo, ne viene in conseguenza, e necessariamente, che non variando le oppositioni , nè anco varijno le congiuntioni , e che anco ogni mese corporalmente, e diametralmente per retta linea si congiunghino, e non lateralmente più vna volta, che vn’altra; à talche congiungendosi cosi coporalmente per linea retta, ne seguiria di necessità, se il Sole illuminasse la Luna, che ogni mese egli patisse il difetto dell’Eclisse, per interpositione di lei fra noi, & egli: il che non succedendo, è cosa manifesta, che gl’Eclissi del Sole non sono causati dal corpo Lunare.

Ast.

Assai mi sodisfà questa tua ragione, se bene l'hai detta altre volte, pare à me, ma in altro modo, e non così piena di obiettioni.

Log.

Intendi quest’altra, Astro amatissimo, e dimmi (poiche hormai siamo giunti al fine di questo nostro ragionamento, e mi resta solo ad autenticare , e figillare questo mio contratto con le sacrosante auttorità, che vn pezzo prima ti hò detto ) oue dici tù, che questi Filosofi, Astrologi, & Matematici hanno posto, che terminino i raggi, e gli effetti di queste loro Stelle, e Pianeti, cioè gli influssi loro?

Ast.

Io non ho mai trouato alcuno, che ne habbi scritto , se non de i raggi del Sole, de i quali vi sono alcuni , che dicono , come si è detto più volte , terminarsi nel Cielo di Venere.

Log.

E gli influssi di lui , e dell'altre stelle?

Ast.

In questo nostro basso mondo, & in noi .

Log.

E poi che passano tanto inanzi, non hanno detto il fine , e che operino in quei cieli, & in quelle Stelle in che essi arriuano?

Ast.

Illuminano quelle , come fanno sa Luna.

Log.

E l’altre che dicono non arriuare come Sagittario, Scorpione, e Capricorno come, e da chi hanno lo splendore?

Ast.

Io crederò , che sia loro proprio , poiche dicono , che i raggi suoi non arriuano più oltre .

Log.

Ben furono da Dio fatte figliastre Venere , Mercurio, e la mia amata Luna, facendole andar mendicando, ma io non lo credo , che egli in ciò sia stato partiale; mà si bene, ch’egli habbi empito ogn’vna del suo splendore , chi più ,e chi manco, secondo la loro capacità, e secondo il bisogno, che vidde esser di quelle , per la bellezza, e per il gouerno di noi mortali : e per dir così, se i raggi , & influssi del Sole, della Luna , e dell’altre Stelle non si fermassero nel centro del mondo, non haueriano alcun termine proprio, poiche egli è di necessità che habbino termine in vn punto fermo , e non variabile , hora circuendo questi Cieli, con queste Stelle d’intorno , e sotto, e sopra di noi, è forza , che tutte l'opere loro, se a cosa alcuna operano, si terminino in questo centro, & in noi, poiche non si include altri entro il lor cerchio, che da noi si sappia, e se passassero trauersando il centro da vn opposto all’altro de i Cieli, si potria dire con verità, che non hauessero loco oue terminassero, nè termine alcuno, poiche il termine è cosa stabile, e ferma, e non mouente da loco à loco, e per questo non può essere, che i raggi del Sole arriuiano la Luna quando è in oppositione con esso, nè ad altro Cielo, e per ciò non la può illuminare.

Ast.

A questa tua ragione io non saprei contradire, nè arguire, se non con ragioni deboli, che saria vn buttar via il fiato, & il tempo, e per ciò le lascio .

Log.

E’ ben fatto, se non cose, che habbino del saldo, e buon fondamento; ma vn’altra cosa vorrei saper da te, se la sai, ò l’habbi trouata scritta da alcuno autore, ò professore di questa scientia, cioè, se il Sole è lucido anco dalla parte superiore, ò pur solo da quella, che volta verso noi.

Ast.

Io non lo sò, nè mi ricordo d’hauerlo trouato scritto, nè detto da persona alcuna; mà che atterria questo al nostro ragionamento? lasciamolo andare, e vieni alle allegationi sacre, che auanti hai nominate.

Log.

Non saria fuor di proposito, come pensi, per confonder questi professor, che fanno tanto superiore, & abondante di luce, con vilipendio dell’altre Stelle, questo loro tanto amato Apollo, poiche vogliono, ch’egli illumini tutti i corpi celesti, pigliando, oltre quella della Luna, la difesa anco dell’altre Stelle, prouando, che ogn’vna è luminosa da se stessa, ò fosse , ò non fosse lucido dalla parte superiore, il che facendo costare, mostrarei anco con quelle, che non illuminandole egli, aggiungerei vn’altra, anzi molte altre à queste passate, che nè anco la mia Proserpina ha da lui luce alcuna mai in tempo alcuno; ma se ti pare à proposito di passarla con silentio , poi che si stà in dubbia se egli sia lucido dalla parte superiore, sia fatto quanto ti piace.

Ast.

Hora veniamo all'altre tue ragioni, quali tu dici essere autorità sacre , se bene dalli professori poco ne sarà tenuto conto.

Log.

Già questo, che dici, da me è stato vn pezzo auanti detto, con tutto ciò à queste, più che all’altre naturali mi attengo, contentandomi che appresso i professori non siano, quanto al difendere la nobiltà della triforme Dea, di autorità alcuna se bene, e con ragione non se gli può in modo alcuno contradire; poi che hanno la base sopra il vecchio e nouo Testamento, quali congiunte con le auanti allegate naturali, faranno non solo à gli Hebrei, & a Christiani, ma à tutte le religioni, e nationi, & à tutti i Filosofi, & Astrologi del mondo fede, la Luna esser da se luminosa, facendo appresso chiaro, che i primi Filosofi, confusi nel mirare la varietà della Luna, non sapendo, nè considerando gli effetti, ch’ella faceva con il suo augumento, e mancamento qua giù fra noi, nè sapendone date ragione alcuna, perche, & à che effetto fosse così instabile di luce, e di corso: cadendo l’intelletto loro in confusione, dissero, che il Sole la illuminaua, ingannando se stessi, e gli altri con la loro opinione, e con i scritti, non comprendendo più oltre, si come anco nel vedere gli Eclissi di lei, non sapendo da che si potessero causare, diffeto, che veniuano dall’interpositione della Terra fra il Sole, e lei, e perche molte volte la vedeuano oscurarsi tutta, per ciò soggiunsero, lei esser tanto minore della Terra, e tanto del Sole, quali misure non sò doue se le trouassero, nè doue poi se le habbiano riposte, si come anco dell’altre stelle.

Ast.

Veniamo ti prego alle allegationi sacre .

Log.

Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, & hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.

Log. Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, & hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.

Oltre di questo l’Ecclesiastico dice, Antequam tenebrescant, per il che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, come anco l’altre Stelle, saria stato superfluo il nominare la Luna, e l’altre Stelle; ma haueria detto, Antequam tenebrescat Sol, in numero singulare, per ciò dichiara non solo la Luna esser da se luminosa; mà anco tutte l’altre Stelle. Di più, nella Cantica, al capit. 6 dice il Profeta, parlando della Madre di Dio Pulchra vt Luna, e se ella fosse corpo oscuro, come poteua dire così, poiche nella oscurità non si può da i bellezza alcuna, senza molte altre autorità di Profeti, che si potriano addurre, quali per breuità le lascio, che fanno fede manifesta della luce di lei.

Ancora S. Luca in conformità di questo al cap. 21. dice per bocca di Christo nostro Signore, che auanti all’vniuersal giuditio; Erunt signa in Sole Luna, & Stellis, per il che se la Luna fosse corpo oscuro, saria stato superfluo il nominare la Luna, poiche nell’oscuro non si può hauere altro segno che di luce, acciò ch’egli appaia à gli occhi de i circostanti, oltre che la luce è segno d’allegrezza, doue in quel luoco si piglia à terrore, e tristitia, & hauendo la luce, come dicono essi, dal Sole, essendo segni d’oscurità in esse, in consequenza ne viene oscurata essa ancora, come recipiente, come per essempio, in vna stanza vi sono molte cose, nella quale vi è vn lume, smorzato che sia quello, non solo si perde la vista di esso, ma di tutte l’altre cose non lucide, che vi sono, e per ciò per le sacre allegagationi , e molte altre simili , che si potriano addurre, quali sono saldissime, nè in modo da dubitarne , atteso che le prime si mostrano per bocca del Padre Eterno , nel principio del Mondo, & l’altre per bocca di Christo suo vnigenito Figliuolo, Signore, e Redentore nostro, sola verità, in confirmatione di quello, che haueua fatto il Padre Eterno nella creatione del Mondo; per il che non è da stare in dubbio in modo alcuno, che la Luna non sia da per se luminosa , e che il suo lume non sia naturale , datoli da Dio .

Ast.

Mi sei in ciò piaciuto; ma dell’altre cose, che sento dire di te, contro l’opinione di molti dotti, per non dire commune , che nel principio di questo nostro ragionamento ti hò detto, che ne dici?

Log.

Dico , che è la verità quella, ch’io voglio mantenere in piedi ; mà ti soggiungo bene, che non è ancora il tempo di mostrarleti , come questo, in iscritto, però pregoti à contentarti per hora di questo: promettendoti , se Iddio ne aiuta, e ne dà vita , e tempo , che dell'altre cose, nel principio dette da te, ti darò non men salde ragioni, che fin hora ti hò date in questo ragionamento del lucido, e lume della Luna.

Laus Deo. Imprimatur . Iulius Lauorus Vicarius Generalis.

Toolbox

Themes:

Ulisse Albergotti's Dialogo (1613): A Basic TEI Edition Galileo’s Library Digitization Project Galileo’s Library Digitization Project Ingrid Horton OCR Cleaning Bram Hollis XML Creation the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)
360 Huntington Avenue Northeastern University Boston, MA 02115
Creative Commons BY-NC-SA
Based on the copy digitized by Google in partnership with the Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETINO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO, E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici, e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole, nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione della Luna fra noi, & egli Interlocutori Astro, e Logia. IN VITERBO, Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III. Con licenza de’ Superiori. Albergotti, Ulisse Viterbo Discepolo, Girolamo 1613.

This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).

This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.

Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.

The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.

Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").

Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.

Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETINO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO, E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Nel quale si tiene contro l’opinione commune de gli Astrologi, Matematici, e Filosofi, la Luna esser da se luminosa, e non riceuere il lume dal Sole, nè che gl'Eclissi di lei si causino dall'interpositione della Terra fra questi doi luminarij, e che ne anca quelli del Sole siano causati dall’interpositione della Luna fra noi, & egli . Interlocutori Astro , e Logia. IN VITERBO, Appresso Girolamo Discepolo. M. DC. X III. Con licenza de’ Superiori ALL’ILL. ET REVER. SIG. MIO COLENDlSSIMO IL SIG. CARD. VERALLO.

SE è solito, Illustriss. e Reuerendiss. mio Signore, che le cose nuoue apportiono al Mondo in un tempo istesso merauiglia, e diletto, son più che sicuro, che questa poca fatica mia, quale hora gli dedico, si come gli dedicai me stesso per servitore la prima volta, che io apersi gli occhi alla grandezza del magnanimo animo suo, e sua gentilezza, se non sarà guidicata una pazzia espressa, che maggiormente sopra ogni altra, che per il passato hanno desto nella mente de gli huomini queste alterationi, essa, quanto più si possa pensare, sia per tenerle viue, prima per esser questa openione contro la commune, e poi per le qualità dell’autore; per ciò la pongo sotto la protettione di V. S. Illustrissima, acciò ella gli sia saldissimo scudo da i mal dicenti, e contro quelli, che senza ragione gli opporrunuo. Difendila dunque V. S. Illustrissima quando, e quanto gli paia di ragione, e non altrimenti, contro le viperine lingue de gli irragioneuoli, il che facendo difenderà un suo servitore mal trattato à torto, che altra non sarà, che diffendere se stessa; e con ciò facendoli humilmente riverenza gli bacio le sacrate mani, sperando una mattina (prestandomi Iddio tanto di vita) di hauermi per ciò ad inchinare molto più, sedendo ella in supremo Trono, come credo, che per gl’infiniti meriti suoi habbi determinato Iddio, qual prego che le dia ogni felicità. Di Siena il dì xi. di Nouembre 1612.

Di V.S. Illustriss. e Reverendiss. Servitore affettionatiss. Fr. Vlisse Albergotti. Ai guiditiosi, e discreti Lettori.

SON più che certo, che venendo questo mio breue, e naturali discorso sopra gli accidenti della Luna, e sua forza in mano di professori di Filosofia, Matematica, Astrologia, & altri: essendo alla maggior parte, anzi a tutti già radicata nella mente loro vna mala radice di impressione, e di ostinatione, piantatali da Aristotile, e da altri suoi seguaci, e molto più a certi, che vestiti di presuntione di sapere, vestimento , e dolce all’oppio de gl'ignoranti, vedendo da chi esca, non considerando, che anco gli huomnini di spada hanno molte volte il giuditio loro più intero, e sano, e purgato di essi, ancora che fossero di gran dottrina; del che ne fanno fede il diuin Platone con Alessandro Magno, e con Marco Aurelio della Filosofia, Tolomeo con il Re Alfonso dell’Astrologia, Cesare dell’arte oratoria, Giustiniano delle leggi, il Re Dauid della Poesia, e S. Paolo della sopra natural Filosofia, & altri infiniti gran Capitani, e valorosi soldati, sì Ebrei, come Greci, e Latini, e d’altre nationi, che saria longo il nomarli, quali sono stati padri delle scientie, si metteranno a ridere, leggendo il primo foglio appena con quella mala impressione, hauendo nell’animo loro fermato il punto, che non possi stare, e che non sia se non come tiene Aristotile, e i suoi seguaci, nè di voler credere altrimenti, ancor che gli fosse provata falsa l'opinione di quelli dal Fattore di quelle, stando ostinati come i Pittagorici, non dando ragione alcuna dell’opinione loro, se non che l’ha detto Aristotile, parendoli vergogna di aderire all’opinione d’vno, che non vidde mai quasi a i giorni suoi libri di Filosofia, Matematica, & Astrologia, come ostinati, sprezzandolo, lo ributtaranno, non volendo nè considerare, nè sapere se non l’opinione di lui, tenendolo non solo per quel dotto, che egli fu, ma ancora l'andatanno osseruando maggiormente che l'istesso Dio, poi che vorranno più tosto, che esso sia bugiardo, che egli in ciò si sia potuto ingannare, & habbi errato, come nel discorso si vedrà; ma se questi tali, da nomarli più tosto stolti, che dotti, si spogliassero la veste della prosuntione di sapere, & essere, considerando, che molt'altri possino sapere molto più, che non seppe il lor maestro, e se bene egli tiene nella Filosofia il primo luogo, che egli fu huomo, composto di quattro Elementi, come ogni altro, e che non seppe tanto, che molto più, come si è detto di sopra, non possi sapere qualcheduno, e che non era Dio, poi che si mostra da molti con palpabili ragioni, in molte cose non hauer detta, nè conosciuta la verità, & essersi ingannato, come ha fatto in questa ; come anco, che più certo studio è la speculatione, con la sottigliezza dell‘ingegno, qual vede con l'occhio del corpo, e della mente, quello che è in verità, & in effetto ; che lo studio de i dotti, e l’opinioni di quelli, poi che il testimonio di vdito non proua, nè fa fede , l'andariano meglio considerando , e non lo sprezzariano, hauendo consideratione primieramente, che l’Autore in prouare questa sua salda opinione non è andato per argomenti logicali, nè per ragioni sosistiche, stiracchiate, e sottili tanto, che da se si scauezzino, ma con semplici, e pura , & naturale filosofia salda, e sincera , e con viuaci, e palpabili ragioni fa chiare le cause, & effetti del lume, raggi, e corso della Luna, cratte dalla vigilanza, osseruanza, e speculatione. Nè si marauigli alcuno, che egli non habbi osservato bel ordine di dire ornato, e che in essa non si trouino allegationi, poi che l‘vna l’ha causato il non sapere, e l’altra il non potere; perche essendo il trattato contro l’opinion commune, non ha trouato compagni, se non la Scrittura Sacra, alla quale, come più salda filosofia di tutte, dettata, e scritta dalla bocca, e mano di Dio, si è accostato, nè da essa intende partirsi, soggiungendo, che si contenta che quella, appresso a i Lettori, che tengono il contrario, sia di nessuna autorità, e valore, poi che crede, che vi saranno alcuni professori di diabolica filosofia, quali concorrendo con Auerroe, e con molti altri scientiati ignoranti, non credendo, che Dio habbi fatto cosa alcuna, non l’accetteranno, però prega questi, che messe da parte quelle salde sacre allegationi, vadino bene considerando l'altro naturali , e con pure, e semplici , salde , e non sofistiche ragioni gli contradichino , alla censura de i quali, cioè de gli huomini di giuditio , e di ragione, e che senza presumersi in verità sappino, l’Autore si sottomette, non negando & in parte, e forse anco in tutto essersi potuto ingannare, il che se non confessasse, non manco de gli altri prosontuosi si vestiria la pelle dell’Asino; ma niega bene , che a molti gonfi di superbia vana, quali ad ogni parola vanno dicendo, noi altri Filosofi , non considerando, che l'esser Filosofo non consiste in quel penitus , penitus , quale anco si dà ad infiniti bufali, simili forsi ad essi, sia lecito darli emenda, a i quali egli si offerisce mostrare con ragioni, che essi hanno più del temerario , che del, saputo, e che non tocca a loro a darli dell’ignorante per la testa poi che come ciechi non possono scorgere il vero, e se sono Dottori, che meglio staria la laurea che gli fu data, all'Asino, che ad essi. E' sicuro anco, che non mancherà vn'altra spetie di maligni de trattori, che diranno , si conosce bene, che l’Autore è ignorante, e che non è profession sua il trattare di Filosofia, e che molto meglio haueria fatto a scriuere della sua, se ne sà ; alli quali si potrà da lui con ragione rispondere , che molto maggiormente in quella , come della maledicentia professori, quanto in altra senza ragione, come è solito di quelli, lo lacerariano, poi che essi , senza ragione, in quella di che fanno professione, e glie ne pare sapere, gli contradicono, tanto più in consequenza in quella, che non è loro , contro ragione si metteriano a lacerarlo , poi che l’ignoranza non ste mai senza l’inuidia , nè l’inuidia senza la maledicentia , quali in vltimo sempre generano cose contro, & in tormento di quelli stessi. Nè sono anco per mancar di quelli , che vedendo questo discorso scritto in lingua volgare, con derisione sono per dire, questo è vn Dottore adottorato in Matematica, Astrologia , e Filosofia volgare ; a i quali da lui se gli potrà con verità rispondere, poi che altra ragione non hanno dal canto loro, ch’è meglio esser mezo Dottore in volgare, che intero Asino in latino, come saranno questi tali , con mosti altri ; poi che con questo detto loro vorranno intendere, che non si possi dire cosa buona, vera, e salda se non si scriue in lingua latina , non considerando questi sciocchi susurroni, che se tutte le scientie hauessero hauto a scriuersi nella più perfetta lingua di tutte, che nessuna saria scritta nella latina, approuando anco essi, forse che nel bello scriuere latino, e nella facondia di quello consista la scientia , e sapere , e che chi non sà dire in quella , non possi sapere niente , nè scriuere cosa buona ; non considerando questi poueri di spirito, che questo scriuere , e parlar latino non è stato introdotto , e mantenuto per altro fra la gente volgare , se non per tirannia, & auaritia ; prima, perche chi non ha commodo di imparare latino, e che è di spirito eleuato, ancora che non sappi leggere a pena volgare, non possa contradir all’opere loro, non le intendendo. L’altra, è stata introdotta ne i tribunali , oue si discutono le leggi, nel medesimo idioma scritte, per far solo bottega, e mercantia sopra le liti, e cause de gli huomini volgari , il che non haueriano fatto , se le cause si trattassero in lingua volgare , ma non già perche quella sia di necessità al viuere nostro in parte alcuna, nè facci più, ò manco l'huomo eleuato di ingegno, poiche si vede manifesto che saranno infinitissimi, che di lingua, & espressione latina agguagliaranno Cesare , e Cicerone , con tutto questo, non hauendo altro in loro , sono simili alle bestie, poiche sono i più stolidi, & inetti animali in tutto il resto, che siano al mondo, imperò frenino questi tali, se possono, ò se lo sanno fare, alquanto la lingua della detrattione, & se vinti dal fatto di sapere non si degnano seggere , ne sentire parlar volgare, come cose lontano dalle incomparabili scientie loro , stiamo sempre con pedanti, e lo faccino prima da alcuno di quelli traslatare in lingua Cioeromana, e cosi poi con honor loro si potranno mettere a darli vna passata, perche l’Autore, se bene anco egli l’haueria potuto, e saputo fare, se non in quella, almeno in maccaronian a, si è compiaciuto di questa, acciò i latini insieme con i volgari, quali stima non manco di giuditio intero, possino dire liberamente sopra di ciò, l'openione loro, e riprenderlo, approuarlo, come gli detta la ragione, o bestialità di ciascheduno; che nè per detto di questsi, nè di quelli la verità mutara luogo ; e forse l’Autore potria esser fatto capace d’hauere errato da vn semplice, con ragioni semplici, e naturali , che da vno soffistico , e cauilloso con suoi sillogismi logicali, quali a gli huomini , che non si sono esercitati in quelli , come l'Autore, fanno parere il bianco nero, e gli fanno lasciare la via della verità per quella della bugia, non considerando , che meglio è essere contro la commune, che contro la ragione, non hauendo quelli fermato ben il punto , come presume hauer fatto l' Autore, non intendendo mutare openione per argomenti tali ; ma si bene per ragioni salde, e naturali. Crederà bene , che da qualche bello spirito si potrà con qualche apparente ragione contradire a qualche parte ; ma se questi tali andaranno adunando tutte insieme l’altre contradittioni prodotte, troueranno, e conosceranno , senza altre repliche sue , la vanità delle sottigliezze loro . Nè vi mancheranno anco di quelli, sentendo che questa nuoua openione non è solo contro quella d’Aristotile , ma anco contro la commune, ostinatamente presisteranno nell'error loro ; ma questo poco importa , poi che non è articolo di fede. Legga adunque il benigno, e giuditioso Lettore con sana mente il presente breue discorso , e se troua in qualche parte, o in tutte, che l'Autore habbi errato, lo scusi , della quale non è in parte indegno , poi che non si deue vergognare egli d’essere, se non in altro, stato compagno di tanti illustri, e diuini scrittori, quali con tutta chiarezza de gl’ingegni loro non han potuto fuggire questo scoglio dell'errore, quali tanto più lo fan degno di scusa , facendosi comparatione dalli studij, professioni, & opere loro, alla diuersa professione di quello, quale l'ha tenuto , e tiene occupato in fatiche, e trauagli corporali, e mentali, in tutto diuersi, e contrarij alli studij, e professione di filosofia; il che se non vuol fare per imparare , lo faccia almeno per ridere , nè si sdegui, poi che l’ascoltare ancora i pazzi, non è segno se non di prudenza, e scienza, atteso che anco da quelli, e da i loro detti non solo si può pigliare spasso , ma anco molte volte contemplando, e considerando imparare.

Dialogo DI FR. VLISSE ALBERGOTTI ARRETlNO CAVALIERE GIEROSOLIMITANO E COMMENDATORE DI S. PIETRO ALLA MAGIONE DI SIENA. Interlocutori Astro, e Logia. LOGIA

carissima, e da me per la benignità , & beneuolentia tua verso me , estremamente amata , quale amore causa in me beneuolentia superiore alla tua verso di te, e mi stringe per ben tuo, à dirti quel che molti altri per non ti dispiacere, per non esserti quei veri amici, quale io ti sono, lassano di farti noto; quale è, che io intendo, che contro l'opinione commune, facendo ridere di te quelli che intendono la pazza tua opinione, cioè, che non solo alla salda opinione de gli Astrologi, e Matematici, che più di 2000. anni sono stati, & à tutti i loro seguaci che furono, e sono; ma anco à quella d’Aristotile istesso padre, maestro, e principe della vera Filosofia cerchi contradire, sforzandoti con vane ragioni di mantenere la Luna non riceuer il lume dal Sole, ma che sia suo proprio; qual cosa non sò con che fondamento possi mantenere, e mi marauiglio, se bene io ti conosco di gran giuditio , come tu non riconoscendo te stessa , considerando alla tua poca scientia , a comparatione di quelli , ti sia messa, contro la salda opinione di quelli , à dire vn paradosso tale, quale fa da me, e da tutti gli amici che ti conoscono, e che ti vogliono bene, hauer di te compassione , pensando che non sij più di quel sano, e saldo giuditio , che fin hora sei stata tenuta , e che incominciando à deliriare, à fatto non impazzisca; e che oltre di questo di più ti vai opponendo à molti chiari, & illustri scrittori, e rari ingegni, che sono in questi nostri tempi, quali mantengono con saldissime ragioni l' Acqua essere assai minore della Terra, e che questi due elementi siano al presente perfettamente corpi sferici, e rotondi, e che tutta la Terra sia perfettamente nel centro del Mondo; come anco à l’opinione di quelli, circa l’apparitione della Terra fuor dell’Acqua, da noi mortali habitata, volendo ancora presumere di sapere se il Mondo deue mancare , ò nò, e se due son le cause, & il modo, e’l tempo del mancamento di quello, quali cose, come di sopra hò detto, fanno stupire gli amici, & à gli altri danno occasione di ridere, sapendo la tua scientia: imperò ti prego, per bene, & honor tuo , che vogli desistere da queste tue strauaganti opinioni, poiche contro di te hai l’opinion commune, & di tutti i sauij, e dotti huomini del mondo, che sono stati, e che sono, non solo in questa, ma in tutte le professioni; però credi al tuo tanto affettionato Astro, al quale sò che porti ogni amore, perilche non ti vedi mai satia di contemplarlo, lascia , lascia andar queste tue erronee opinioni, quali non credo, che habbino fondamento alcuno , se non nella tua imaginatione: questo ti dico per il reciproco affetto, ch’è fra di noi, corne credo, che credi.

Log.

Astro, il tuo auertimento non mi è men grato, che mi sia il vago aspetto tuo, poich‘egli mi conferma lo scambieuole amore di te in me, quale saria bastante à farmi fare ogni gran cosa , fuor che di lasciare la via della verità, qual maggiormente amo, per quella dell’errore , nella quale, ingannata dalla fama di tanti scrittori, ò dalla affettione, che mi porti, mi pare che mi vogli far caminare, come fino à qui sono andata anch’io, non pensando più oltre, ingannata dall’opinione commune, insieme con li Scrittori delle cose da te sopra allegate , dalla quale pregoti à non ti voler lasciare totalmente auuiluppare l’intelletto, che chiuse l’orecchie d’ostinata impressione, pestifero dolce veleno de gl‘ignoranti, non lasci d’intendere le naturali viuaci ragioni, da me circa ciò da allegarsi, ò prodursi , quali se ben saranno contro à l’opinion commune, assai mi piace più, che sieno contro l’opinion commune, che contro la verità; e si come anco dici , che molti marauigliandosi di questo mio non più vdito pensiero, si ridono di me, io ti rispondo, che la marauiglia hà due faccie, vna bella, e l’altra brutta, vna delle quali indica sapientia quella sua alteratione, e l’altra ignorantia, secondo da che si causi , e le qualità in cui si causa; quanto al riso poi che da te si dice, che l’opinion mia causa in quelli, non dirò altro , se non che l’ignorante hà queste parti per compagne, cioè l’ostinatione, l’inuidia, il disprezzo, & il finto riso , perche non sapendo la ragione, si stà ostinato con l'opinione de i più, e non sapendo contradire alle salde ragioni altrui, quali in parte fra se conosce vere, si rode d’inuidia , quale causa il disprezzo di quello, con vn per dentro di lui amaro, e velenoso riso; imperò mi contento, che questi tali approuino per paradosso queste mie nuoue, e non più vdite opinioni, poiche la verità non ha cura del detto, e del riso dell’ostinato vulgo, nel numero del quale ti prego, per il splendore dell’aspetto tuo, quale reflette in me, di fare di non essere connumerato; non stimando che Aristotile , e tutti gli altri Scrittori del mondo, che sono stati, e che al presente si trouano, non possino nell’opinioni, che hanno hauute, & hanno circa il lucido della Luna , & dell'altre cose dette da te, essersi ingannati, e che non si possi trouare vn'altro, che possi addur ragioni in tutto, e per tutto contrarie alle loro, e più vere, e più salde di esse , quale è proprio natura dell’ignorante, & ostinato volgo; imperò non ti marauigliare come ignorante ; ma come saggio, e desideroso d’ vdire opinion nuoua, e vera; dimanda à me dunque le ragioni di questa mia nuoua speculatione, che come affettionata, e carissima amica ch’io ti sono, te le farò note, quale anco à me sarà di gran contento, poiche sarò certa di dirle con vno ch'è congiunto di reciproco inseparabile amore con me, che sentendole non mi adulerà, e con amore, dicendo io qualche cosa, che discordi dal vero, mi riprenderà, riprouando quelle con viuaci ragioni, non dando più credenza alle false sottigliezze di infiniti illustri Scrittori passati; che alle vere , e salde ragioni d ’vna , che per il grande amore che ti porta , stà sempre contemplando il tuo diuino aspetto; ricordandoti, che gli argomenti logicali non fanno che la verità torni bugia; imperò se hai caro d’intendere queste ragioni di questo mio in fino a qui non vdito pensiero, interrogami, come hò, detto, di quelle , ch’io te le farò note ; pregandoti à contradirmi in tutto quello, che ti paresse che dissonasse dalla tua opinione, e dalla verità, che non mancarò di replicarti in quanto da me si potrà, e che mi parrà di ragione : e ti prego, che si come io alle tue salde, e vere, ti prometto di rendermi vinta, così come ositinato non vogli con soffistiche ragioni opporti alle mie piene, come io credo, di verità, ma solo replicarli con ragioni chiare, e vere di naturale Filosofia, quali habbino stabilità, e fermezza; e così potremo veder chiaro se i miei detti, ò quelli d'altri sono paradossi , per il che con le tue contradittioni verremo in cognitione della verità, perche si come l’oro si raffina, mettendolo più volte al fuoco , così quella per le molte repliche , e contradittioni.

Ast.

Desiderosissimo son io d’intendere queste tue sottili contradittioni contro l'opinione di tanti grand’huomini, e ti prometto, che nel mio contradirti non andarò con soffisticherie, ma con semplici, e naturali ragioni, come desideri, & anco conoscendomi vinto, non starò ostinato, se bene saranno contro l'opinione delli maggior professori che sieno, e che sieno stati, à i quali corre tutto il mondo dietro, piacendomi accostarmi più alla verità, che à quelli, quando però di nella sia fatto capace, imperò dimmi, vuoi tù ch'io sia il primo à farti quesito, ò pur vuoi tu incominciare senza me, replicandoti io dipoi? vogliamo anco, che sia il primo nostro discorso sopra gli accidenti della Luna, il che à me sarà di più gusto , e sodisfattione, ò pur de gli altri, che in ordine seguono à quelli , come si è detto ?

Log.

Sia di qual ti pare il principio, che poco importa, che sia prima l’vno, che l’altro, e se tu vuoi ch’io dia principio, à me non importa.

Ast.

Dà ti prego principio, & lo sentendo cosa, che mi paia, che discordi dalla verità, ti andarò replicando, e contradicendo quanto io potrò, e saprò, con ragioni sincere , e naturali, senza velamento alcuno .

Log.

Io sono contenta, e con il nome di Dio, e di Maria sempre vergine darò principio in questo modo . Non è egli vero, che da i Matematici, Astrologi , e Filosofi , come anco da tutto il mondo , qual crede alle opinioni di quelli , che la Luna habbia il lume dal Sole quando più, e quando meno , secondo che da quello si troui più lontana , ò vicina?

Ast.

Questa è opinione commune non solo di quei dotti, ma anco, come hai detto, di tutto il mondo, e per conseguenza è mia ancora, poiche à me pare, per l’alteratione di quel lucido, che si vede in essa nell’auicinarsi, & allontanarsi dal Sole, che non possi essere altrimenti ; & se questo non fosse vero , ella staria sempre lucida ad vn modo nel sotto entrare , & accostarsi ad esso, come ancora nello scostarsi .

Log.

A questo primieramente da me si risponde, che se fosse vero, come dicono , e tengono quelli , e come è la commune opinione , che la Luna pigliasse il lume dal Sole , e che detto suo lume fusse causato dalla repercussione de i raggi Solari, certa cosa è, che i raggi di lei sariano assai più caldi, più pungitiui, e più potenti in terra di quelli di lui, poiche ognuno sà, che il riuerbero è molto più potente, e massime percotendo quelli in loco concauo, e conuesso, che l’istesso semplice, e puro calore, e massime essendo ella più vicina alla terra, recipiente di quelli , il che fa chiaro esser falso , essendo quelli di lei più tosto freddi, & humidi , e tanto più, quanto è più lucida, e più lontana dal Sole si ritroua, & à lui più opposta; e di questo ne sia l’essempio , il Sole con i suoi raggi non hauendo riverbero alcuno, nè moto del recipiente di quelli, non accende cosa alcuna da per se, ma oppostoli un corpo concauo, e lucido, & anco che quello non sia lucido arde, & accende l'opposto opposto à i suoi raggi reflessivi , come è chiaro per lo specchio concauo , e per altri materie simili; e però si conclude la Luna esser da per se luminosa. Rispondi Astro se puoi à questo, e con la tua, e con quella delli maggior Scrittori opinione.

Ast.

E’ stata bella la tua ragione, ma non è buona quanto ti pare, perche se tu hauessi considerato alla vicintà del cielo della Luna a gli Elementi dell’Acqua, e della Terra, non ti sarebbe parsa, nè ti parrebbe così efficace.

Log.

Vuoi tu forse mostrare con questo tuo detto, che l’humido, che hà la Luna in se, & il freddo auenga, che tali qualità le riceua da quelli?

Ast.

Altro non voglio dire, poiche reflettendo i raggi, che ella riceue dal Sole in questi due Elementi, attrae con quelli quelle due qualità di freddo, e d’humido, che ella in tutti i tempi ci porge con i raggi suoi .

Log.

E se tu anco hauessi meglio considerato a gli effetti che fa il Sole con i suoi raggi, tu non m’haueresti contradetto , poiche quelli essendo caldi, e secchi, ancorche con la loro violenza attrahino a se il freddo, e l’humido, con tutto ciò non lassano la loro qualità , così anco se quelli della Luna, quali dicono riceuerli dal Sole , essendo cosi come dicono essi , molto più doueriano conseruare quelle qualità , che ella riceue, essendo, come di sopra si è detto, il riuerbero più potente del caldo proprio, e maggiormente doueriano esser sentiti da noi, e conseruari maggiormente, nella propria loro caldezza da lei; e pure il contrario palpabilmente si sente da noi: e se tu mi dicessi, che’l Sole gli contribuisce solo il lucido , e non il caldo , il che non può essere l’vno senza l'altro ; & se bene questo ti concedessi, ti dimandarei, che parte attrattiua per pigliare le qualità del freddo , e dell’humido restaria alla Luna , poiche non essendo in lei calore alcuno, non potria attraere l'humido , e non hauendo quell'humore che li faccia forza, senza dubbio, che se ne starà , caderà al suo centro; e poi tu dici che piglia quelle qualità dell’humido, e del freddo dall’Acqua , e dalla Terra , & io ti dimando , perche non piglia la qualità del fuoco, essendo molto più vicina à quello, se queste qualità sono distinte, come dicono i professori d'Astrologia, e gli altri loro annessi? E poi non sai tù, che vn’Elemento non può stare per longo tempo , non che per sempre, separato dal suo proprio? e quel poco che egli vi stà, vi stà per forza, e però è cosa certa che il lume humido, e freddo, che hà la Luna è suo proprio naturale, datoli dal grande Dio.

Ast.

Sono state assai buone ragioni le tue in riprouare la mia opinione , ma nondimeno io tengo , che se per virtù diuina la Luna non fusse illuminata dal Sole, che sempre staria luminosa.

Log.

A questo per hora non voglio darti altra risposta, poiche più oltre ti dirò la causa perche non stà sempre lucida ad vn modo , & anco se sia di necessità, quanto a noi mortali, che ella sia di tal variato lume, e perche sia, se pur ti ricordami di domandarlemi, perche altrimenti si lasserà, per la mia debile memoria, a dietro qualche dimostratione , e forse la più bella a sapere, e la più sottile, che tutte l’altre, che sopra tal materia in questo nostro ragionamento si possa intendere, imperò se la vorrai sapere, a suo loco ricordati di dimandarlami, che non ti mancherò.

Ast.

Non dubitare , che io non te la ricordi, se non la dicessi da te; ma perche, se a sorte me la scordassi, non la dici hora, per riparare a questo mancamento di memoria tuo, e mio, ilche potrebbe facilmente accadere, che per ciò si lasciasse a dietro .

Log.

Ti dirò, sono di molte altre cose, quali sono più à proposito anteporle in questo ragionamento a questa parte , e però non è bene per cognitione d’vna causa tale , che prima non si concluda se la Luna pigli il lume dal Sole , ò nò : perche questa è vna speculatione tanto alta, se ben par cosa commune, che forse ognuno non la sà, e forse anco nessuno l’hà saputa fin’hora.

Ast.

Gran cosa bisogna che sia, poiche tu la magnifichi tanto , e la fai così alta , e difficile .

Log.

A me par grande , e di gran consideratione, se bene ad alcuno, che io ne hò adimandato la solutione gli è parso vna burla, & ò per non hauer forse io saputo porgere il quesito , ò perche da quelli non sia stato inteso, mi hanno risposto cose generali , e fuori quasi in tutto del proposito della mia petitione, andando sopra cose generali, quali ogni fanciullo quasi le sà , se bene sono della professione , imperò a qualche occasione ricordamelo .

Ast.

Non mancarò ; ma io credo, Logia carissima , che certo tu t’inganni, se bene adduci ragioni, che hanno del sensato e sono assai potenti a prouare la tua intentione, quali sono causate, ò nascono più dalla viuacità dell’intelletto tuo, che da altro, perche si vede manifesto che queste tue sottigliezze , & apparenti ragioni sono veramente apparenti, ma non stabili, e vere, per questo essempio. E’ posto vn vaso pieno d’acqua dentro ad vna stanza, qual'acqua , percotendo con i suoi raggi il Sole, causa vno splendore nell’opposta parte à quell’acqua , secondo che quei raggi la feriscono, e si và variando , e mutando quel lucido causato dal Sole , mediante il diafano di quell’acqua , si come varia la ripercussione de i raggi Solari in quella , e per la varia percussion di essi , varia ancora il lucido causato da quelli, facendosi quando sferico, e quando ottuso, quando picciolo , e quando grande, come proprio fa la Luna mentre che, come dicono, ella riceue il lucido da i raggi Solari .

Log.

Questa tua sottile , e bella comparatione è quella à gli occhi miei, lucidissimo Astro , che fin’ hora tanti Filosofi naturali, e speculatiui ingegni hà ingannati, quali (perdonimi loro) si sono lasciati ingannare, oltre al tuo detto, ancora dal vario viaggio , e corso della Luna per il Cielo, e dall’auicinarsi più, ò meno al Sole, e da i suoi varij effetti, & in particolare dal lume di lei, per non esser tanto lucido, e potente, quanto è quel del Sole, come è quello propriamente dell'essempio addotto da te, inmaginandosi che la Luna con i suoi raggi illumini noi, come fa vn corpo diafano, e lucido, atto a riceuere i raggi solari la parte oscura oppostali , come hai detto , qual cosa non solo fanno i raggi del Sole, ma anco qualsiuoglia lume, ò lucido fa il medesimo effetto di illuminare l'opposto à l’opposto al suo lume; e quanto sia falsa la tua allegata ragione , da quest’altra mia si può comprendere . Il Sole con i suoi raggi non fu fatto da Dio se non per necessità di noi mortali, poiche l’altre creature superiori à quello, & a noi non hanno bisogno del lume di lui, e suoi effetti; hora essendo egli fatto solo per noi, certa cosa è, e da non starne in dubbio , che i raggi , effetti, & operationi sue hanno termine nel centro del mondo , e non possono passare vn punto più oltre, come tutte l’altre cose per seruitio nostro ò graui , ò leggieri , ò luminose , ò oscure che sieno , per le ragioni, che in altra occasione più di sotto si diranno: e se ciò non fusse vero , tutte le cose create cascariano alla parte del Cielo , quale pare , ò è ad esse superiore; e questo lo fa manifesto, che ancorche il Sole, per quanto si tiene, sia maggior tanto della Terra, con tutto ciò non si veggono da noi nella notte in parte alcuna del Cielo nè poco , nè assai lo splendore de i raggi suoi , il che non auuerria se essi passassero oltre il centro , & arriuassero al corpo della Luna diametralmente oppostali ; & se bene fra noi , & il Sole ci fosse diametralmente interposta la Terra, noi gli vedremmo almanco splendere nel Cielo dalle parti laterali , come quando la sera egli è passato di poco il nostro emispero , ò come la mattina , auanti che i suoi raggi scuoprino il nostro clima; a talche non lassaria mai far notte, rispetto alla grandezza sua, alla espansione di quelli, & alla picciolezza della Terra, essendo disuguaglianza di grandezza fra loro, senza che il reflesso di quelli nel conuesso del Cielo illuminariano tanto il mondo, che, come si è detto, non lassariano mai far notte. Hora dato questo fondamento fermo, da non starne in dubbio in modo alcuno, vorrei sapere come può stare, che non passando quelli più oltre , essendo la Luna in oppositione con il Sole, i raggi di lui la possino arriuare, & illuminare, poiche essi sono lontani, cioè l'vn corpo dall’altro quasi la metà più , ò il terzo fra doue terminano i suoi raggi, al Sole istesso : di più , come di sopra hò detto , se ella pigliasse il lume da lui, ne verrebbe in conseguenza, poiche il riuerbero è più potente dell’istesso semplice natural calore, che non potesse esser mai inuerno, poiche lei con i suoi raggi reflettiui non lassaria imprimere il freddo nell’aria; e che anche sia cosa certa, che i raggi di lui non passano oltre il centro, si vede, che quando egli si scosta dal nostro clima, che non hauendo, per la distanza sua da quello , i suoi raggi vigore di poter mouere gli humori della terra , nè risuegliarli , che gli alberi si spogliano di frutti , e foglie , e restano senza humore , e quasi morti , e secchi ; & per il contrario , quando quello si accosta, & che i raggi per la sua vicinità sono potenti , e che posson muouere gli humori della Terra , quelli fanno fiori, frutti, e foglie , & in vn’insante surgono l‘herbe, & i fiori , che per la sua lontananza erano prima quasi morti : quali cose non si causariano, e non si mutariano, s’egli fusse con vigore ad vn modo in ogni tempo , e postura , e se quelli passassero il centro del mondo, & arriuassero all’altra parte del Cielo oppostali. E perciò non è buona la tua similitudine dell’acqua, e de i raggi del Sole.

Ast.

E queste non sono male ragioni, à giuditio mio; ma io ti dico bene, ch’io credo, per quanto io hò letto, che tu ti inganni, tenendo che i raggi del Sole non passino più oltre del centro, poiche gli Astrologi , e Matematici prouano con viuaci ragioni, per l’ombre della Terra , che i raggi di lui passano il cielo di Mercurio , & arriuano insino a quello di Venere.

Log.

Coteste sono opinioni fantastiche, che non hanno fondamento di ragione nessuna, nè di Filosofia naturale, nè d’Astrologia, nè di Matematica; ma son più tosto folli opinioni, scritte solo per parer di dire qualche cosa di nuouo, e per empire il foglio , e per fare, per così dire, impazzir gli huomini grossi, per voler dargli ad intendere di hauer qualche ragion fondata di dire, il Sole illumini la Luna, ilche se non hauessero ritrouate, non hauerino potuto trouare ripiego per mantenere in piedi la loro pazza opinione, ancora in mente de gli huomini di poco giuditio , e sciocchi , il che si dimostrerà da me falsa per le congetture, e ragioni, che da me nel trattare de gli eclissi di lei si diranno . Ast. Hai tù altre ragioni da dire circa questa tua strauagante opinione, per la quale da gli inuidiosi detrattori sarai, credo io, lacerato , ancorche contro ragione, per quanto fin hora intendo, poiche non mi sono dispiaciute queste tue fin qui allegate ragioni.

Log.

Non fu mai detrattore, e maldicente, che non fusse huomo ingiusto, nè ingiusto, che non fusse tristo, & ignorante, e che non si conoscesse vinto; perche la maldicentia è la tromba de gl’ignoranti , e della malignità , e tristitia di quello che la suona , qual suono non sento ne gli huomini saggi, giusti, e di ragione. Quanto poi alle ragioni da allegarsi da me sopra ciò sono molte, e se queste poche allegate ti sono piaciute, queste altre ancora credo non ti dispiaceranno.

Ast.

Horsu non tardar più, che io resto così marauigliato, che ti marauigliaresti, e stò con gran gusto ad ascoltarti.

Log.

Pur che la tua marauiglia non sia di quella dal viso brutto, macchiata d'ignoranza, e d’ostinatione.

Ast.

Deh non tardar più, amante amatissima, poi che hò desiderio grandissimo d'intenderle.

Log.

Il desiderio altro non è, che vna conchiusione, & vn fine di desiderio , quale è in viaggio, che tormenta più, quanto più si appressa à quello, per ciò hora è comportabile da te, poi che non ti può esser di troppo tormento per la lontananza, essendo da dire , e fare vn pezzo per venire al fine di quello, però puoi tardare vn pezzo in cotesto picciol tormento.

Ast.

. Deh non mi far più penare, dilettissima amante, che se più tardi, il lucido del mio volto si coprirà di nubiloso sdegno, e non lo potrai più contemplare.

Log.

Vitna dal timore del tuo protesto, così soggiungendo dico, che i raggi, e lume della Luna sieno suoi propris, e naturali, e non attaccati , guardisi , che quando di verno è più opposta al Sole, e più piena di lume, tanto maggior freddi, e giacci porta , poi che con essi aggiunge freddo à freddo, & nella state humidità, e rugiade ; il che non saria se li suoi raggi, e lume fussero figli di quelli del Sole; perche si come il Sole con i suoi raggi attrae i vapori del Mare, e della Terra in aere, così ella con i suoi, se non ve li attraesse, almanco ve li manterria, non comportando , che essi calassero à basso , e tanto più , quanto fusse più piena di lume, del che si vede il contrario .

Ast.

Questa hora non ti concedo, e vedo che vai con le tue ragioni perdendo di forze, e mancando, e credo che sempre sij per andare di male in peggio , e che quanto di buono in questo discorso doueui dire, già sia detto, e che non s’ingannino quelli , che si marauigliano, e ridono di te.

Log.

Forse non è viuace ragione l'allegata ? dì quel che senti in contrario , perche forse mi farai con qualche tua ragione mutar proposito, e pensiero,ò sentendoti replicare ti potrei trar d'errore.

Ast.

Così dico, che pur di state ne’ plenilunij, di notte fa maggior caldo, che quando ella non è luminosa.

Log.

Io pensauo, che tu hauessi qualche gran ragione in contrario, ma il tuo detto è più in corroboratione del mio, che contra di quello, dicendoti, che io ti concedo , che è vero il tuo detto , come anco che sono causati da i raggi di lei , ma non di causa efficiente, ma sussequente ; poi che questo auiene solo quando è stato impresso totalmente l'aere di caldo da i raggi solari, ma non già prima, nè poi , cioè auanti che’l Sole habbia finito di discacciare totalmente il freddo, nè anco quando l’aere sia in parte raffreddato , ma solo in quel tempo fa efffeto tale, quale è causato da quello , cioè, che spandendo i suoi raggi freddi sopra l’aere , già da i raggi del Sole infocata, con essi lo caccia, e spinge sopra di noi mortali; e così fuggendo il caldo, com’è suo proprio, il suo contrario si ritira più sopra la terra : e questa pare à me efficacissima ragione contro la tua obiettione , in corroboratione della mia, come di sopra hò detto, e non in contraditione, come dici.

Ast.

Naturale, & efficacissima ragione è stata la tua contra la mia, e fin qui per ciò mi rendo vinto .

Log.

In altro ancora , se ti vorrai mostrar ragioneuole , dirai così, imperò intendi quest’altra .

Ast.

Dì ti prego.

Log.

Se la Luna pigliasse il suo lucido, e splendore dal Sole, certa cosa è, che quando essa è in oppositione con quello, e che il Sole la guarda di retta linea, dividendo il Mondo in due parti eguali , che non si vedriano nel corpo lunare quelle ombre, essendo ella in quel tempo, più che nell’altre posture attissima à riceuere i raggi di lui in ogni parte, quali in quel tempo maggiormente vi si veggono.

Ast.

Di queste ombre, che dici che maggiormente si veggono in lei, ne può esser la causa, per non esser quel corpo cosi piano, & equale, come à noi pare, e che quei raggi in quelle parti non potessero penetrare, nè quelle riceuerli.

Log.

Il tuo potria essere, non fa per questo contraditione alcuna alla mia allegata ragione, ouero obiettione.

Ast.

Non in tutto, ma hà pur anco del verisimile, ma con tutto ciò hai tu altre ragioni da allegare, e produrre sopra à questa tua opinione ?

Log.

Per la Dio grazia non mancano infinite altre ragione, per difendere l’honore della mia cara, & amica Proserpina, e per ciò ti dico, oltre alle allegate, si proua per quest’altra esser da se luminosa , e non pigliarlo altramente dal Sole ; che quando ella è lontana dal Sole per tre, ò quattro gradi, si scorge, e si conosce, ancorche oscuro tutto il resto del suo orbe , e di tutta la sua circonferenza, apparendo intorno al corpo non lucido , quanto vn filo di lucido per quanto tiene l'oscurità della circonferenza oscura, quale congiunge con quella parte lucida, che dicono riceuerla dal Sole, se bene è coperta da quella oscurità , qual cosa fa manifesto , che ancora l’altra parte, quale da gli Astrologi si tiene essere oscura, per non essere scoperta, e ferita dal Sole con i suoi raggi, esser lucida, ancor che il Sole con i suoi raggi non la scuopra tutta ; & in somma ò il Sole in quel tempo la scopre tutta , ò nò , se la scopre tutta, come non la illumina tutta? se non la scopre tutta, come appare quel filo di lucido tutto intorno alla sua circonferenza? Se ella adunque pigliasse il suo lume da lui , certa cosa è , che da noi non si potria conoscere, e vedere, come si è detto , tutta la sua circonferenza lucida in tal tempo, e postura, come si fa per il filo, ò rigo lucido sopradetto, chiarissimo à gl’occhi nostri; ma solo si vedria quella parte lucida, che si dice illuminarla il Sole in tal tempo, e postura.

Ast.

Ancor questa mi è parsa assai buona speculatione ; ma si credere, ch’ella non possi esser buona, per l’augumento, e mancamento della luce di lei nell’allontanarsi, & accostarsi à quello, qual cosa mi fa vacillare sopra questo tuo detto. Da l'altro canto non sò che mi dire, se non che, con tutto ciò, stò nella medesima credenza , per hauer quella quelle continue mutationi di luce nell’accostarsi , come di sopra hò detto, à quello, il che se non fosse, staria sempre ad un modo luminosa .

Log.

A questo che dici , che staria sempre ad vn modo, se non fosse dal Sole illuminata, si mostrarà la maestria, e l’artifitio del grande Iddio, nel trattare della necessità del suo augumento, e mancamento, e quel che con quello egli habbia voluto operare; ma circa tali accidenti di questa sua alteratione per hora simplicemente ti risponderò in questo modo. Perche tu veda, che il suo augumento, e mancamento non può venire dall’allontanarsi, ò auicinarsi al Sole, ti dico , che se ella pigliasse il suo splendore da lui , certo è, che quando ella stà in augumento, ò mancamento di lume, che ella haueria i suoi corni eguali auuersi per retta linea al corpo solare ; come sarebbe à dire così e non starebbe, come molte volte si vede nel corso suo, in quest'altra postura ò più , ò manco, guardandolo per il trauerso ,voltando li alla parte inferiore , ò superiore , secondo che ella cresce , ò manca di lume, e più, e manco, secondo che ella da lui si và scostando, ò auicinando; poiche illuminandola il Sole, e ferendola non la potria formare in tale aspetto verso di lui, poiche sono corpi sferici, per la qual ragione da ogni naturale si deue indubitatamente tenere il lume della Luna essere suo proprio, e naturale.

Ast.

Io non hò osseruato puntalmente queste posture, che dici, ma se stanno così, io non sò che mi ti rispondere ; mà dimmi, negherai tù quello, che tanti, & infiniti, e graui Astrologi affermano, cioè , che anco l'altre stelle habbino il lor lume dal Sole , e particolarmente, oltre la Luna, Mercurio, e Venere?

Log.

Con questa ragion sola, se bene ve ne sono molte, ti risponderò, dicendoti, se ciò fosse vero, che la Luna pigliasse il lume dal Sole, senza dubbio si potria credere , che anco tutte l'altre lo riceuessero , e particolarmente Mercurio , e Venere, per esser più vicine à quello, ilche è chiarissimo, che non lo pigliano, perche in essi non si veggono gli effetti , che in lei si veggono , ancorche con questo io non concludo, che lo pigli lei ancora, e pure si oppongono, si congiungono , si guardano di trino , di quadrato, e di sestile aspetto , come fa essa con quello, e con tutto ciò in quelle non si vede, e non si sà , che vi sia alteratione alcuna, per le loro posture, nè di lume, nè d’altro , ma bene stanno sempre lucide ad vn modo, oltre che se esse riceuessero il lume da lui, più lucida , e più splendente , come auanti hò detto, a modo di dire, saria la notte del giorno , poiche esso , se bene è lucidissimo, e maggiore, come essi vogliono, saria solo, e per il contrario quelle assai più se bene illuminate, e questo lo conferma il lume della Luna, quale dicono causarsi da i raggi Solari, del quale, quando ella è piena, fa lume tale, che se bene non è quanto quello di lui , nondimeno scaccia le tenebre della notte , in modo tale, che si può nominare notte lucida, e chiara, e pure si tiene da quelli, che tutti , fuor che la disgratiata Luna , habbino il suo lume proprio , datoli dal sommo Fattore .

Ast.

Io rispondo, che non fan tale effetto l’altre per non le arriuare i raggi del Sole con quella forza, come fa la Luna, per esser più vicina, e però non possono hauer quel reflesso, che hà quella, nè far quel lume che fanno i raggi di lei.

Log.

La tua non saria mala risposta, quanto al difendere che il Sole potria illuminare forse anca Mercurio, e Venere; ma dimmi, come si sà questa cosa, che i raggi di lui arriuino al Cielo di Venere ? Ast. Questa è cosa chiarissima , e nota ad ognuno, e si tocca con mano per l’ombra dell'acqua, e della terra, quale causa la notte , il che prouano con viuaci, e palpabili ragioni tutti i Matematici, sì antichi , come moderni, e poi appare chiarissimo al senso nostro.

Log.

Tù mi fai ridere con questa loro opinione di questa ombra.

Ast.

A me pare, che con questa tua risposta vo gli inferire, che quello ch’io hò detto sia vna semplicità, ò sciocchezza.

Log.

Nò; ma poco manco.

Ast.

Dì la ragione, ò le ragioni se le sai.

Log.

Se questi Matematici sottili ingegni, e tu hauessi ben considerato, non haueriano detto simili barbarismi, nè tu gli haueresti creduto, e per mostrarti il vero, dirò così, che tre cose sono di necessità à partorir l’ombra, vna delle quali che manca, non si può in modo alcuno generare, cioè il corpo, la luce, e la materia densa, e corporea, atta a riceuere quella forma di quel che si genera.

Ast.

Questo è verissimo.

Log.

Tu sai ancora che l’elemento dell’aere per esser corpo sottile, molle, e trasparente, non è atto a riceuere l’impressione dell’ombra, come ne se manifesto l'esperienza.

Ast.

Ancora à questo consento.

Log.

Oltre di questo ti hò fatto toccar con manno, che i raggi del Sole non passano, e non possan passare oltre la metà del diametro della Terra.

Ast.

E questo ti concedo , se bene molti non si accostano, ancorche le tue siano molto potenti ragioni .

Log.

Dichino questi tali, che non consentono a questo , e che sono d'opinione contraria , le ragioni loro , che forse sentendole mutarò pensiero, ò io gli risponderò: hor basta, che da gente, che non sono di ordinario intelletto, sono approuate per buone fin qui l’opinioni mie sopra ciò.

Ast.

Adunque tu tieni, che l‘ombra della Terra , e dell’Acqua non arriuino tanto oltre, quanto dicono questi intelligenti Matematici, & Astrologi? Log. Io tengo, che non solo non arriuino tanto in sù, ma che anche non passino l’elemento dell'Acqua, anzi, per dir di più, la metà del diametro della Terra, per le ragioni, che seguitano .

Ast.

Dille ti prego.

Log.

Le ragioni son queste; tu sai che i corpi densi , e graui insieme con la luce, causano, e riceuono l’ombra; e per il contrario i sottili non solamente non la causano, ma non la riceuono; hora essendo l'elemento dell’Aria sottile, e trasparente, e non atto non solo a generar l’ombra, ma nè anco a riceuerla, ne viene in conseguenza, che l’ombre, che sono causate, e generate dalla terra, e dall’acqua, mediante i raggi del Sole, non hauendo ricetto nell'aria, non passano più oltre dell’acqua , poiche l’ombra della terra, causata per i raggi Solari, e di lei, non ponno passare nell’aria, poiche, come da me si è detto di sopra, e come sai, che mancando vno de i tre supposti sopradetti, non si può causar l’ombra; hora questo non ti pare forte argomento?

Ast.

Dì l'altra , se n’hai più da dire .

Log.

Con il sopradetto argomento hò provato, che per il diffetto del recipientie, l’opinione di questi, che vanno seguitando l’ombre, esser falsa, & hora te la prouarò per vn’altra, cioè, per il diffetto della luce, dicendo così. Il Sole è concorrente con il corpo a causar l’ombra, non passando (come di sopra ti si mostrò, e più di sotto anco ti farò chiaro) con i suoi raggi il centro del mondo, non può il corpo di quello fare ombra , se non fin quanto la luce lo accompagna , e non passando i suoi raggi più oltre, e mancando il corpo di luce, che l’accompagni , non può passare l'ombra più auanti; e quando anco quei suoi raggi passassero, il che non è , e che arriuassero ancora infino al cielo di Venere, e più oltre, non può, come si è detto , causai si l'ombra in modo alcuno, per non esser l aria corpo atto a riceuerla, come corpo sottile, e trasparente, e così con questa altra ragione della mancanza della luce, ti hò prouato il medesimo.

Ast.

Ancora tu non hai considerato bene, per il che ti rispondo, che se bene l’aria è corpo sottile , e non atto à riceuer quell'ombra in quel corpo, sono nondimeno atte a riceuerla doue si termina l'ombra , non volendoti concedere, che il Sole non passi con i suoi raggi più oltre, che il centro del mondo, cioè quella circonferenza, che rinchiude in se il centro, e che intersega il mondo in due parti eguali.

Log.

E'gran semplicità questa de gli huomini, che si lascino leuare a cauallo , ò in aria da certe loro imaginationi, non considerando, che , ancorche l’ombra passi tant'oltre, ella in modo alcuno non si può imprimere nell’Aere, come l’esperienza ce lo dimostra, & non si imprimendo in quella, tanto manco si può imprimere ne’ Cieli, come corpi più sottili, e. trasparenti , senza comparatione, dell’ Aria, poiche è di necessità , che essendo più superiori, sieno di materia più lieue , e più sottile , e per conseguenza manco atti a riceuerla, e cosi con questa mia ragioneuole contraditione parmi hauerti mostrato l'errore di sofistici Matematici .

Ast.

E’ buona consequenza.

Log.

Oltre di questo ti dico, che se l'ombra della Terra passasse l'Aria, che quando essa à noi fa ombra, noi non vedremmo le stelle del Cielo da quella parte, che venisse l‘ombra; ma questi sottili scrittori, senza considerare quello, che di sopra hò detto della luce, e del corpo denso atto à riceuer l’ombra, non pensando più oltre, hanno preso , come sarebbe a dire per esempio vna palla, & l’hanno posta à hore tre diuerse del moto diurno del Sole, cioè al leuante, al mezo giorno, & al ponente, & hanno misurato in queste tre posture quanto sia la lunghezza dell’ombra, che genera quella palla mediante i raggi solari , & il corpo denso opposto à i raggi solari, & alla palla; e per prouare, e mostrar di dir cose, che siano fondare sopra ragioni naturali, hanno calculato quanto sia maggior il Mondo del corpo di quella palla, e così hanno detto, l’ombra di questa palla fa tant’ombra, il Mondo è tante volte maggiore di questa ; però per conseguenza l’ombra del Mondo si estende tanto : e così, non pensando più sottilmente, si sono da se stessi ingannati, e con i loro scritti hanno ingannato anco gli altri , quali, senza considerare più, sono andati dietro alla opinione di quelli.

Ast.

A me pare , carissima amante, che da vn pezzo in qua noi , che siamo in pensiero di cercare il vero , habbiamo abbracciato l’ombra ; imperò torniamo al proposito nostro ; e però ripigliando il tuo detto, con il quale hai voluto mostrare, che i raggi del Sole non arriuino in modo, alcuno a i Cieli di Mercurio, e Venere, dicendo, che in quelli non si troua, nè conosce alcuna mancanza, e variatione di lume , e che quella luce, che elle hanno è loro propria : al che io rispondo , che questa opinione loco potrebbe esser falsa , che il Sole arriui à quelle con i suoi raggi, perche se le cogliesse con quelli, farebbono, e da noi si vedrebbe in loro, se non in tutto , in parte, la medesima variatione, e se bene le ragioni loro fossero false in questo, non per ciò si possono dire false in materia della Luna ; e poi ti voglio dire, che il lucido di quelle, e splendore, non è lume.

Log.

Dimmi ti prego, che cosa è quella , che la notte quando l'aere è più scarico di vapori, non lucendo in parte alcuna la Luna , ci fa scorgere più chiaramente il camino, e l’altra cose, che quando è nuuolo, & anco che sia quello, che in tali notti chiare causi l’ombra de i corpi nostri, ò d’altro ?

Ast.

Io non ti saprei rispondere altro, se non che di necessità è, che sia lucido di altre stelle.

Log.

Di sopra si è detto da me, che se raggi del Sole l’arriuassero, di necessità in loro si causaria nel cangiarsi aspetto con quello qualche alteratione, che da noi saria in parte visibile , se non l’arriua , medesimamente è di necessità , che sia lor lume proprio, quale contribuiscono a noi chi più, e chi manco, secondo la quantità loro, mentre non è impedito il lor lucido dalla caligine de i vapori della terra, che si interpongono fra noi, & esse : e per questa ragione anco non è da stare in dubbio, che il lume di lei, come dell’altre stelle, non sia suo proprio , come anco gli effetti di augumento, e mancamento, che ella hà del suo lume .

Ast.

Non è mala consideratione questa tua .

Log.

Intendi quest’altra , che credo , che l’approuerai per migliore .

Ast.

Dì, che con attention ti ascolto.

Log.

E’ certa cosa , che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, che ne i plenilunij, & indubitatamente ne gli Equinottij, per l’interpositione della Terra fra essi (concedendo, per prouar falsa l'opinione di quelli ch’auiliscono la Luna , che l'ombra passi ancora nell’aere, e che arriui doue vogliono loro, tenendosi che l’eclisse di lei sia causata dall'interpositione della Terra fra questi due luminarij , ilche da me non si tiene) doueria patir sempre questo diffetto di lume , poiche molte volte, anzi sempre in detti plenilunij, & equinottij la Luna si troua di retta linea opposta al Sole , diuidendo questo nostro basso mondo in due parti eguali la loro oppositione ; e ciò si causaria principalmente per la vicinità della Luna alla Terra , à compararione dell altre stelle , e massime essendo ella , come si tiene, assai minore di essa , se bene il Sole si tiene tante volte maggiore; e ciò si dice per questa ragione, cioè, che se fra due corpi di disuguale grandezza vi si interpone vn’altro di mediocre , che il picciolo, accostaro al mediocre, interposto diametralmente fra essi, da quello sarà in modo coperto, che, ancorche il maggiore sia grandissimo, senza proportione, non solo il picciolo non lo vedrà, ma nè anco egli sarà scoperto dal grandissimo: e di questo ne sia l’essempio . Il Sole nel mezo giorno stà perpendicolarmente sopra di me , e perpendicolarmente con i suoi raggi mi ferisce, in modo, che il mio corpo non fa ombra , io per difendermi, che i suoi raggi non mi percuotino piglio vn parasole , e l’interpongo fra me , & esso Sole, ouero ogn'altra cosa poco più larga della mia persona , certa cosa è , che ancorche quella grandezza ch'io tengo sopra la testa, alla grandezza del Sole, e de’ suoi raggi non vi sia proportione alcuna, con tutto ciò, perch’io lo tengo diametralmente opposto fra me, & esso Sole, fo che egli con i suoi raggi non mi tocca, per stare l’interposto più vicino a me per retta linea fra me, & il Sole; & il simile auuerria sempre fra il Sole, e la Luna nelle loro oppositioni, ò plenilunij, per la interpositione della Terra, se la Luna pigliasse il lume dall Sole, e per il contrario mai si potria fare tal difetto nella Luna, se il Sole fosse più di essa alla Terra vicino : e questo sia l’altro essempio . Se il parasole sopradetto si potesse alzare tanto, che fosse più vicino al Sole, che a me , se bene egli fosse, per dir così, cento volte maggior di me , e stesse per retta linea interposto, per la differente grandezza fra il Sole, e l'ombrello, non per questo mi farebbe ombra alcuna, nè mi difenderebbe , che il Sole con i suoi raggi non mi ferisse : e per questo dico , che la Luna è da per se lucida .

Ast.

Haueresti ragione se il Sole ne i plenilunij guardasse la Luna per linea totalmente retta, e diametrale .

Log.

Non può stare, che due corpi sferici vno lucido , e l’altro oscuro , guardandosi di linea trasuersale , l’oscuro possa in tutte le parti riceuere il lume del lucido, e massime essendo l’vno, e l’altro in moto circulare, qual cosa non cape a me, nè anco credo, che possa capire à qualsiuoglia , e particularmente à gli esperti d'aspetti, e pure in tutti i plenilunij si vede tutto il suo orbe lucido, e senza mancamento alcuno della sua circonferenza. Oltre di questo ti dico ; se il Sole (come tu dici, e tieni, e come tengono tutti gli Astrologi, e Matematici, che fin qui hanno scritto) illumina il corpo Lunare, perche non dà luce al suo continente, e non passa quella picciola circonferentia del suo Orbe, poiche si tiene, che ella sia oscura come esso ?

Ast.

A questo si risponde , che il suo continente non è atto come essa à riceuerlo , per esser di diuersa qualità, come sarebbe à dire, lo specchio , e l'ornamento .

Log.

Gran marauiglia mi pare , che sia ben sola lei fra tutte le stelle del Cielo à riceuerlo in tal modo ; soggiungendo, che non è verisimile, che ella , & il suo continente , che la circonda, siano totalmente di diuersa qualità, cioè, che lei sia atta in tutto a riceuere il lume, & il continente a non participarne niente ; tenendosi che di propria natura il contenuto, & il continente siano corpi non lucidi, l’vno de’ quali da nessuno si nega , poiche oculatamente si vede, nè di quelli da me nè anco si dubita, come di quello del corpo Lunare, del quale non ne hò anco dubbio alcuno , che sia da per se lucida , per quest'altra ragione, oltre a molte altre, che li succederanno, poiche quando la Luna si scosta dal Sole , dirò così, poiche a me pare, che il corpo Lunare habbia simiglianza alla faccia humana , ella gli mostra la parte della faccia verso l'orecchio , voltando le corna alla parte à lui opposta , come sarebbe à dire così e poi quando ella è vicina al plenilunio à quattro, ò sei gradi, ella hà girato tanto la faccia, che lo guarda quasi in questo modo , ò poco manco e poi nell’istesso plenilunio si guardano totalmente in faccia, come sarebbe à dire in questo modo, [Luna Sole] à talche si conosce per questi aspetti, e particularmente per il secondo espemplare, e figura, che se ella pigliasse il lume dal Sole, essa non si potria mostrare à lui in tal maniera, ò postura : e per quest’anco si conclude esser da per se stella luminosa .

Ast.

Di questo non ti marauigliare, oltre che da me non sono stati osseruati tali aspetti, ma se così è, tu non vieni ad essere ingannata se non dal conuesso del Cielo .

Log.

Il conuesso del Cielo in questo non può ingannare nè me, nè nessuno , poiche quello in modo alcuno può formare vna figura a gli occhi nostri di questi due luminari, come è la seconda figura dimostrata, nè anco accompagnata con il conuesso l'essere vna di loro ò più, ò meno australe , ò settentrionale, & in corroboratione del sopradetto ci è quest’altra dimostratione.

Ast.

Dì ti prego .

Log.

Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, certa cosa è , che certo circolo di vapori, che in certi tempi caliginosi gli fa larga , & alle volte stretta circolare corona intorno , quando essa è guardata da lui di trino, e di quadrato aspetto, i raggi di lei non causarebbono , e formarebbono egual circolo di quei vapori intorno al suo Orbe, come fanno, ma solo sariano volti a quella parte auersa per doue ella riceuesse i raggi solari, come sarebbe a dire così , e non gli farebbono intero, & egual circolo, come fanno in questo modo, & anco per questo si può dire essere da se luminosa.

Ast.

Questo, che vltimamente hai detto, hò visto infinite volte, & è ragione, che hà del naturale, sapendo, e vedendo il Sole guardare la Luna di linea trasuersale, & i vapori esser d'egual circolo intorno ad essa, e molto mi hai fadisfatto fino a qui.

Log.

E poi, dimmi Astro amato, che significa, ò che vuol dire stella ?

Ast.

Splendore, ò splendente propriamente .

Log.

La Luna non hà nome, & è chiamata da noi, e tenuta per vna stella .

Ast.

Communemente da tutti .

Log.

Hora se ella fusse corpo oscuro, ò riceuesse il lume dal Sole, con falso nome si adimandaria , e saria chiamata stella .

Ast.

Hai tu altre ragioni per farmi capace ? Se le hai dille , che già mi vado alquanto inchinando alla parte tua , se bene hò qualche dubbio , e però stò fra il sì, & il nò, d'approuare la tua opinione .

Log.

Delle ragioni ve ne sono ancora molte, senza i diuini testimonij, che le approuano, e confermano per vere, quali si produrranno in vltimo per soscrittio ne, come d'vn valido, e saldo contratto , quale fa che da gli huomini giusti, e di ragione per valido, e stabile sia approuato : senti adunque quest’altra.

Ast.

Dì ti prego .

Log.

Se la Luna pigliasse il lume dal Sole, è cosa da non starne in dubbio, che qualche diuersità da vna volta a l’altra di lume d'vn'anno solare si vedria in lei nel termine de i suoi corsi , nelle diuerse posture, cioè nell’essere vna volta molto più dell'altra settentrionale, & australe, poiche per tal diuersità il Sole con i suoi raggi la viene diuersamente à ferire, e pur si vede esser il contrario, poiche tanta variatione mostra quando essa è meridionale, che quando è settentrionale, sì nel crescere, sì nel mancare del suo lume, essendo anco vario il corso di lei da quello del Sole , ilche si potria credere, & addurre qualche ragione, che potesse stare, quando i corsi loro fossero eguali, & è vn'absurdo a credere, che vn corpo lucido; hauendo ad illuminare vn’oscuro, e variando l’vno, e l’altro di postura non si varij nell’illuminato la proportione del lume , e questo sia l'essempio . Il Sole nell’apparire dà per retta linea in vna finestra chiusa, quale in essa ha vn buco tondo , quei raggi nell'oscurità della stanza causano vn lume tondo per retta linea; ma girando egli a poco, a poco , non guardandosi dal Sole quel foro più per retta linea , ma trasuersale , il lucido causato dentro da i raggi suoi nell’oscuro, diuenta longo, e quanto più trasuersale , tanto più perde la forma sferica, e si cangia di proportione , e per questa ragione si dice , che se ella pigliasse il lume dal Sole , doueria causarsi in lei gran differentia di lucido quando ella è totalmente settentrionale, da quando è australe, e quando è per l'eclittica; e pure in tutti i tempi, & in tutte le posture il suo lume è sempre ordinato , e varia in vn modo medesimo in tutti i suoi corsi , e fa sempre i medesimi effitti di lucido in tutti li stati, che ella si troua con esso di augumento, e mancamento di lume. E per ciò si conclude esser da se luminosa.

Ast.

Si potrebbe dir qualche cosa da me in materia della variatione, che dici non si vedere nella Luna circa il suo lucido più vna volta, che l’altra, ma perche io hò compreso, che hai voluto dire, che non si vede tal variatione in lei da corso Lunare à l’altro, e che vano continuati sempre in vn modo medesimo , però non starò con vane repliche ad intertenirti; ma attenderò a l’altre obiettioni, imperò seguita di dirmi l'altre .

Log.

Dato questo real fondamento, come credo che altre volte da me si sia detto, che i raggi della Luna sieno (come in effetto la esperientia ce lo fa costare) freddi, & humidi, come può stare, che quelli del Sole (come ancora l’esperientia ce lo fa manifesto) essendo caldi, e secchi, possano imprimere in essa il contrario di quelli , poiche se ella riceuesse quelli di lui , indubitatamente non solamente i raggi di lei non sariano freddi, & humidi, ma si bene della qualità di quelli del dante , & assai più potenti . Rispondi Astro amato se ti pare, che in qualche parte, ò in tutto i miei detti dissonino dalla verità ; non credo , che vi sia risposta, poiche altra volta hò detto tal ragione.

Ast.

Seguita pure , che se non al presente , per non mi souuenir cosa in contraditione, forse in vltimo di questo nostro discorso alle_ dette tue obiettioni, & à quelle da dirsi da te ancora, se pur ne hai dell’altre, contradirò, se mi parerà farlo, con ragione, imperò io non ti replico, per non interrompere l’ordine del tuo ragionamento.

Log.

Di più (come l’esperientia ci dimostra) i raggi della Luna sono freddi, & humidi, e quelli del Sole sono caldi, e_secchi; stando. questo, certa cosa è, che lei non può riceuer quelli da lui, poiche il riceuer la luce, primieramente è beneficio, & il beneficio dal nemico mai si presume, se non à caso, e senza consenso, nè concorso di volontà benefattiua di quello; e fra questi due sì contrarij non si può concedere gli accidenti, e l’operationi naturalmente esser fortuiti, nè causati casualmente contro la volontà dell’vno, e dell'altro, e però si deue tenere, che i raggi, lume, e splendor di lei siano suoi proprij. Oltre che se ella riceuesse il lume dal Sole, quello saria del colore di quello di lui, e non plumbeo com’è; e che ciò sia vero, guardisi nel lume reflessiuo d’vn specchio , ò d’acqua, ò di altro, quali sono molto più chiari di quelli di lei, e più simili a i raggi solari. Di più io sono di contraria opinione della commune) quando io concedessi, che i raggi del Sole passassero il centro del mondo , e che l’alteratione dell'augumento , e mancamento del lume della Luna causasse da i raggi di lui ) cioè, che più tosto nell'accostarsi à lui egli la priue, e gli occupi il suo lume, e splendore, che nell’allontanarsi gli ne contribuisca, e dia , poiche il maggior lume occupa il minore, come si vede, non dirò di quel del Sole, à quello di vn lume nostro, ma d’vn lume picciolo, ad vn grande ; e che sia vero, piglisi due lumi come d’vna torcia, e d’vna candela, mentre essi stanno insieme, e vicini, il picciolo non opera; ma quanto più s'allontana dal grande, tanto più splende, e mostra da per se il lume suo.

Ast.

Buona, e bella comparatione è stata la tua, e nè anco è stato mal pensiero, se bene è contro la commune opinione. mà dimmi; se la variatione del lucido di lei non è causata dall’auicinarsi al Sole, ò dall’allontanarsi da quello, come credi tu che facci queste variationi ?

Log.

Non si deue alcuno marauigliare dell’augumento, ò mancamento del lume della Luna, nè anco della sua gran potentia qua giù fra noi, poiche è cosa naturale, che ogni cosa fugga il suo contrario .

Ast.

Tu non mi rispondi a proposito.

Log.

Non dubitare, che io con questa medesima continuatione ti dirò l’opinion mia sopra il tuo quisito, quale caderà in ordine di quel che hora hò , principiato.

Ast.

Dì.

Log.

E’ cosa, come hò detto, naturale, che ogni cosa fugga, e si nasconda in qual modo, e via, che ella può, dal contrario suo; à tal che essendo la Luna per qualità sua & fredda, & humida, & i raggi del Sole caldi, e secchi, quali sono in tutto nemici, e contrarij, e per ciò sono gli vni de gli altri destruttori, per questo ella fugge, e nasconde il lume suo da i raggi di lui, acciò come più potenti non estinguino la virtù de i suoi; e per questo, mentre essa se gli auicina và nascondendo quella parte lucida, che il Sole può ferire, sotto vna parte oscura, e più densa del suo cielo, nella quale forse ella è fissa, e và scoprendo la parte lucida a noi, per operare ordinatamente in vn tempo istesso gli effetti impostili ab eterno dal Sommo Fattore in questo basso mondo , quali và mettendo in esecutione à poco à poco con i sopradetti effetti. quanto poi alla potentia sua , ella è più potente di tutti gli altri pianeti, e stelle, per che, come ogn’un sà, ella riceue, e passano per lei gli influssi di tutti gli altri pianeti, e stelle, cioè caldi, e secchi , freddi, & humidi, e temperati .

Ast.

Come credi, che si causi da lei queste sue variationi?

Log.

Dirò , che ella sia simile ad vn lume entro ad vna lanterna, volgarmente detta da Ladri, quale essendo chiusa, da nessuno si vede quel lume, ma girandosi à poco à poco quella parte mobile, che le chiude il lume, si scopre alla vista, nostra, crescendo sempre, fin che la chiudenda mobile è arriuata all metà della circonferenza del corpo del tondo della lanterna; onde passata quella metà, il lume si và coprendo, e poi scoprendo dalla parte contraria oue incominciò à scoprirsi, e coprirsi il lume, che entro vi stà rinchiuso, dal quale non è ella in questa sua attione punto differente.

Ast.

Veramente la tua è comparatione similissima, & assai mi hai sodisfatto.

Log.

Altra ne hò in mente, ma io m’accosto con il pensier mio più alla sopradetta, quale è , che la Luna habbia solo una parte lucida, cioè la parte dauanti , com’è quella dell’huomo, poi che, come prima hò detto, mi pare, che in rimirarla ella habbia la faccia humana, quale ha la luce sua d’auanti, se bene serue differentemente, poi che quella dell’huomo serue à se, e la di lei ad altri, & è anco di figura sferica, e rotonda, come quella, la quale in quasi trenta giorni, à poco, à poco girandosi, ci scopre, e ci nasconde il lume del suo volto.

Ast.

Questa ancora non è mala consideratione, ma io son con te , poiche mi sodisfà più la prima , che questa; ma dimmi dilettissima amante , & amata mia, tu mi sei debitrice , e poco mostri d’amarmi, poiche mostri d’esserti scordata della promessa fattami nel principio di questo nostro ragionamento.

Log.

Non può in modo, nè in tempo alcuno l'amante scordarsi delle promesse fatte al suo amato, quando è vero, e non finto amore, come il nostro , perche l’obliuione di quelle fa testimonanza certa non essere amante , imperò sia certo, che à migliore occasione ti attenderò la promessa, e per maggior contento, e sodisfattione di quello, quale mai mi trouo satia di contemplare: imperò sia certo che quando hauerò sodisfatto con molte altre ragioni, fuor di quelle, che io dirò delle eclissi, all’animo mio, per contento tuo, opererò, che non habbi da essere mal sodisfatto di me, anzi che sij sodisfattissimo, che così è l'intento di chi ama verso l’oggeto amato.

Ast.

Se io non fossi certo di questo, di nubiloso sdegno contro di te si copririano il volte, e le grate à te luci mie, imperò seguita il corso del ragionamento nostro con le viuaci ragioni tue.

Log.

Dato , e non concesso, che i raggi del Sole illuminassero la Luna, e che altri con ragioni (ilche mi pare impossibile, che si possa fare) mi facessero costare, che riceuendo la Lun i raggi dal Sole non potessero esser quelli di lei tanto caldi , quanto da me auanti è stato mostro douere essere, se ella riceuesse quelli di lui , nondimeno senza dubbio sariano in qualche grado di calidità , se non quanto hò detto; se già non mi prouassero che , ancorche gli riceuesse, potessero essere in tutto freddi, e concedendo, che quelli fossero in parte caldi, certa cosa è, che non potriano fare, come hora fanno scarichi di calidità , perche ne i gran freddi, essendo i suoi raggi caldi , ci stringerrano così l’aere freddo sopra, fatto per la lontananza del Sole, e per la longhezza della notte, per l’humido dell'acqua, e per il freddo della terra, che gelaria il mare, & il tutto, se quelli hauessero in se parte della qualità de i raggi solari, e per il contrario ne i gran caldi, quando il Sole passa per il Leone,Vergine, e Libra, essendo già quel clima impresso di caldo , aggiuntoui il calore de raggi di lei (dato, com'io dico, che fossero in parte caldi) si accenderia il foco nell'aere, & arderiano la Terra, accrescendo caldo à caldo ; oltre che non saria mai inuerno, perche se bene il Sole si scostasse da vn clima, i raggi di lei caldi, congiunti con quelli di lui, se bene in tal tempo debili per la lontananza, con tutto ciò, tendendo i raggi dell'vno, e dell'altro alla terra , non lassariano mai fare nè Inuerno , nè Primauera, massime passando la Luna spessissimo in vn'anno solare sopra di noi, perche causariano maggior caldo d'Inuerno, che non è hora à noi l'Agosto, per il che ne verrebbe l’aria, l'acqua , e la terra infetta .

Ast.

La tua consideratione , e le conseguentie di quella à me sodisfanno, perche se i raggi della Luna participassero delle qualità di quelli del Sole , conseguentemente ne succederiano gli effetti, che hai detti del freddo , e così del caldo .

Log.

Con le sopra narrate ragioni ti hò mostro i raggi della Luna in modo alcuno non potere esser caldi ; hora ti vò prouare, che non solo non possono esser caldi, ma che sono freddi, & humidi; & di questo ne faranno i raggi del Sole, in tutto a quelli di lei contrarij, pienissima fede; poiche il Sole nell'allontanarsi da noi l'aere nostro si và imprimendo di freddo, & humido della terra, e del mare pian piano, perdendo di forza i suoi raggi à poco à poco sopra di noi, e per il poco dimorare ch'egli fa sopra di questo clima , non può risoluere , nè diseccare quei vapori freddi, & humidi, di già leuati per il suo poco calore , e per ciò incomincia l’aere in qualche parte à farsi sentire frigida, quale in quella qualità và crescendo quanto più il Sole si allontana da noi, nè mai per ciò si sentono freddi grandi, & eccessiui, nè mai fa nieue, e giacci, se bene il Sole è quanto esser può lontano da noi, se non per accidente di venti quali vengono da parti più Settintrionali, le quali per essere in quei tempi più lontane dal Sole , già prima è impresso quel clima di freddo; mà quando il Sole poi torna à noi , cioè dal Capricorno, fino ad Ariete, e parte di quello , & allhora, che con i suoi raggi viene à salire sopra di noi, ci fa senntire il freddo maggiore, e naturale, e vengono giacci, e neui, con venti, e senza venti . Si che se i raggi della Luna fossero caldi, per restar spesso sopra di noi , causariano in tali tempi per la ripercussione del suo contrario , freddi incompatibili insino alle pietre, poiche tornando dodici volte in vn'anno solare , non gli lassaria leuare sopra di noi.

Ast.

Non è ancor questa mala conseguentia in provare, per il caldo del Sole, e suoi raggi, la frigidità di quelli di lei ; e mentre mi hai ragionato di questo, mi è souuenuta vna breue ragione in tuo fauore .

Log.

Hò caro, che anco tu incominci à discerner il vero . Dilla di gratia ti prego .

Ast.

Mentre che hai detto, e prouato, che di necessità i raggi della Luna sono freddi, & humidi, mi è caduto in mente come possi stare, che dando il Sole il lume à i raggi della Luna, che quegli istessi raggi, e lume, che ella receuve, causino contrario effetto in lui togliendo il caldo, & il secco alli suoi : & à questa obiettione non mi pare, che si possi addurre sottigliezza in contrario .

Log.

I raggi del Sole , & il caldo di quelli, e il secco sono suoi proprij ; hora riceuendo la Luna il lume dal Sole, ella gli sarebbe ingrata (per la gratitudine dello splendore, e lume, che ella da lui riceuesse) priuando i raggi di lui del caldo, & del secco, il che è contro natura, che i corpi superiori sieno ingrati à i loro benefattori, poiche i raggi di lei rintuzzano in parte l’orgoglio di quelli del Sole , & lo raffrenano .

Ast.

E' buona consequenza, poiche ne i corpi superiori, e celesti, e più purgati di questi nostri, non è verisimile, e non può essere, che regni vn vitio così enorme come è l’ingratitudine, con tutto questo non ti scordare della promessa , che sai.

Log.

Prima mi si scordarà di contemplare il tuo vago aspetto ; mà prima intendi vna strana opinione de i professori di Filosofia circa questo proposito, quale già hauerai intesa, seguendoli, forse , doppo vna mia dimostratione , prima che si venga à trattare delli eclissi della Luna, e del Sole, vedrò di sodisfare à questo più mio , che tuo desiderio , tutto in honore , e difesa di questa nostra cara , & amata Cintia.

Ast.

Dì , che con attentione ti ascolto .

Log.

Dicono i professori (come hò detto) di Filosofia, che il corpo Lunare è sempre illuminato dal Sole la metà , e che quando ella è in congiuntione con il Sole, che esso la illumina di sopra, splendendo il lume, & i raggi di lei verso i corpi celesti, e superiori , come quelli hauessero bisogno della luce , splendore, e freddo , & humido , che da quelli potessero nascere, per generatione, ò mantenimento, ò alcuno utile loro, come fa à mantenimento di noi altri animali corruttibili; mostrando con questa loro pazza opinione, che Dio hà fatto le cose à caso, e fuor di proposito , e che egli non sia di quella immensa intelligenza, & infinita prudenza, ch’egli è, non tenendo, che il detto ; Quod Deus, & Natura re , sia vero .

Ast.

Chi sà, che in questo non hauessero ragione , e che anco per qualche operation sua ne i corpi superiori Iddio non habbia fatto, ch’ella splenda ancor di sopra ?

Log.

Non è dubbio, che potrebbe essere, e con tutto ciò da noi non si sà, e non si può sapere; ma se noi dobbiamo attendere all’operationi, questo non può essere, perche noi mortali siamo sottoposti alla generatione, e corruttione , come al mantenimento , quanto à Dio piace, ilche fa per i mezi da lui ordinati, quali sono infiniti , come anco è vno marauigliosissimo la Luna, e potentissimo ; hora essendo i corpi superiori à lei sottilissimi, lucidissimi, e perfettissimi, & in tutte le qualità incorruttibili , & eterni, che effetti si può presumere, che la luce di lei possi causare in essi? Mà io stimo pazzia di presumersi di sapere questo, come che quell’altra, con molte astre, di sapere quanto sia di grandezza questa stella, e quell’altra; dicendo, che se cadesse vna stella dal, cielo , copriria tutto il mondo ; ma à me pare, che questi tali, che gli par di stare con il capo in cielo, stieno a capo di sotto, e che essi ci habbino più vicino i piedi , che il capo, non che il ceruello, poiche volendo attendere a tali misure, & a darli giudicio, pare a me, che non ne habbino niente, e che l'habbino hauuto alcuna volta tanto sottile, e penetrabile, & il cranio tanto poroso , che sia esalato, e fuggitoli in cielo, e mai più vi sia tornato , hauendo trouato la sua propria fede .

Ast.

Veramente che è stata gran temerità , & è à voler dar giuditio di cose sì lontane da noi, e dal senso nostro ; ma torniamo al camino. Dimmi quel che poco auanti dicesti di dirmi, inanzi che venissi a sodisfarmi della prima promessa.

Log.

Per queste naturali ragioni, & offeruantie notissime non è da stare in dubbio, che il lume della Luna non sia suo proprio, come anco gli effetti di augumento, e macamento, che ella hà, datoli per priuilegio dal sommo Fattore per gouerno nostro, e per temperamento del secco de i raggi del Sole, come di sopra si è detto, per la generatione, e corruttione, augumento, e nutrimento delle cose qua giù fra noi mortali; e che ciò sia il vero, l’esperientia ce lo fa toccare con mano: poiche nel vario corso di lei, secondo la congiutione, oppositione, & aspetti di qual si voglia Pianeto, ò Stella, causa qua giù fra noi effetti marauigliosi, non solo ne i corpi animati, e ne i uegetabili, ma anco ne gli inanimati, come legni , pietre, e metalli, & in ogni altra cosa creata; ma più chiararmente si scorgono gli effetti suoi marauigliosi, ad ognuno notissimi , ne gli animali acquatili, e coperti d’osso, quali mostrano in tutto esser della natura di lei, e de i raggi suoi, poiche quando quella è sotto i raggi del Sole, perche l'humido de i suoi viene da quelli di lui impedito, questi animali, quasi mancandoli il latte loro naturale, datoli da i raggi di lei, come sua madre, e nutrice, si rasciugano, e quasi del tutto si riducono a niente; mà per il contrario, come scostandosi da quelli può contribuirli il nutrimento del latte dell’humido suo, tosto si ingrassano , si riempiono, e si rauiuano, e tanto più quanto essa è da quelli lontana; il simile si vede nell’herbe, quali essendo seminate quando ella si scosta dal Sole, e che và scoprendo il suo lume, per il grande humido, e nutrimento, che il seme riceue da i raggi di lei, subito l’herba nasce con tanto vigore, che porta all’vscire il nuouo seme seco , come anco in molte altre cose, che sarebbe lungo à dirle ; e se fra l’altre stelle vna naturalmente è dell’altra più lucida , che occorre dubitare, che la Luna, come in ciò più priuilegiata di lume doppo il Sole, non habbia hauto il suo lume proprio , essendoli dato dal sommo Fattore, come a l altre, più, ò manco, secondo il placido suo?

Ast.

E’ cosa notissima la potentia sua sopra queste cose mortali, per gli essempi da te prodotti.

Log.

Questo ti hò detto per mostrarti , che contribuendoli i suoi raggi il Sole, non potria far tali effetti, e si vede chiaro , che il Sole più tosto causa priuatione nella Luna, quanto alla qualità de i raggi di lei, che gli contribuisca nè luce, nè chiarezza , nè virtù , nè potentia alcuna, il che essendo è segno manifesto , che quello ch'ella hà è suo proprio .

Ast.

Viue, e salde ragioni sono al debile intelletto mio le tue, e belle, e chiare dimostrationi, per dimostrare la Luna esser da se luminosa, e non posso non approuare ogni cosa per buona : nondimeno mi resta vna confusione nella mente, che non mi acqueta l’animo perfettamente, se bene io non saprei a che mi contradire con ragione, e questo che mi genera tal confusione , altro non è, che l’opinione commune (come t’hò tante volte detto) pensando, che in modo alcuno tanti grand’huomini si siano potuti ingannare ; e l’altra, che se il Sole non illuminasse la Luna, ella staria come fanno l'altre stelle sempre ad vn modo .

Log.

La confusione della mente è causata da due cose , cioè dalla non del tutto ignorantia, e dalla instabilità di quelli, quali in vn tempo istesso (per non esser capaci di ragione salda) approuano due ragioni contrarie, senza saperne reprouare nessuna ; quanto all’opinione commune , non si doueria in alcun modo attendere, poiche questa l’hà causata l’ignorantia del volgo nell’approuare per buona , e per salda l’opinione d’vn solo, essendoli parse buone , e sottili le sue speculationi , senza considerare più oltre, nè voler cercar più sottilmente se quelle sono diffettiue in parte alcuna, poiche il nome, e la fama d’vno scrittore fa ancora tener per vero la bugia, come in molte cose è chiaro fin hora, & in altre con il tempo sarà .

Ast.

Questo non può stare , perche gli huomini che hanno approuato queste tali opinioni non sono huomini dentro al numero del volgo, come dici .

Log.

T'inganni, poiche infiniti, che per hauere hauuto l’applauso del volgo , hanno hauuto nome di sapienti, e valenti huomini, sono stati in verità tutto l’opposito in molte cose, à il quali nel principio tutto il mondo gli è corso dietro, ammirandoli come oracoli, e che sia vero, noi vediamo , che l’opinioni di quelli da più sottili intelletti di essi, in processo di tempo sono state mostre false, quali prima haueuano generata la commune opinione : e così come per vno fu causata tale opinione , per vn’altro, con più salde ragioni si leua, si toglie, e si scancella à gli huomini non ostinati, e senza ragione, e capaci di quella, quali se bene hanno nome di dotti, si deuono nondimeno mettere questi huomini dalla commune , fra gli huomini communi .

Ast.

Lasciamo andar questo, dimmi, che risponderai all'altra, cioè, se la Luna è da se luminosa, perche non luce sempre ad vn modo, come fa il Sole, e l’altre stelle ?

Log.

Appunto sei caduto in proposito, tirandomi à pagarti la promessa, che nel principio del nostro ragionamento ti feci, della quale sono stato tanto stimolato da te, & à punto questo tuo quesito è secondo il desiderio mio, poi che poche ragioni ci restano, fuor che nel trattare de gli Eclissi in defesa dell’honore della mia diletta Proserpina, senza il sigillo , & autenticatione delle allegationi sacre; e per rispondere ad esse, cioè, perche la Luna non luce sempre ad vn modo, come l’altre stelle, dico, perche è piacciuto cosi al grande Iddio.

Ast.

La tua è vna semplice, sauia, santa, e salda risposta, e la causa non la sapresti dire, poi che Iddio non fa niente senza, & c.

Log.

La causa, e le cause te le dirò, alle quali, se vuoi conoscere chiaramente per quelle la Luna esser senza dubbio da se luminosa, sta attento, che sentirai assai bella speculatione, verissima, & alta, se bene à i buoni speculatori le cause doueriano essere notissime, e manifestissime ; per farle anco note à in huomini ordinarij, le dichiarerò in questo modo . Iddio sapienza infinita, & opisice perfettissimo, hauendo creato il Mondo tutto , nel centro del quale gli piacque porre la Terra , mettendola, se non tutta, vna parte in mezo l’acque , volendo che ella fosse da gli animali habitata, acciò in essa si potessero mantenere , e nutrirsi insieme con l’herbe, e con gl'alberi, e le piante per seruitio di quelli, creò il Sole, acciò con i suoi raggi lucidissimi , caldissimi, sottilissimi, potentissimi di qualità, che in potentia non si può dar maggiore, illuminasse, riscaldasse, mouesse, & attraesse , dandoli sopra essa, più che sopra tutti gli altri’Elementi il dominio, per purgarla, per esser quella più nel centro, e più atta à riceuerli , per essere in tutte le qualità à lui contraria, essendo oscura, fredda, grossa, & immobile, e gli costituì il corso suo di trecento sessantacinque giorni, & hore , acciò in questo spatio si mouesse sopra il circuito de gli Elementi, quando più vicino, e più sopra ad vna parte , e quando all'altra , e quando più lontano , acciò, secondo la vicinità, e lontananza, potesse in tutte le parti nutrire , e mantenere tutte le cose create ; e perche vidde queste qualità del Sole essere in supremo grado, per il che non ne saria con potuto seguire l’intento suo della procreatione, e conseruatione per le potente di lui, con le quali haueria distrutto la parte à lui opposta, se non gli hauesse posto qualche temperamento ; fece la Luna di lume variabile, e veloce più di tutte l’altre Stelle, con i suoi raggi freddi, & humidi, & in tutto contrarij à quelli del Sole ; mà non già in tutto eguali in potentia, rispetto all’humido , & freddo dell’acqua, e della terra, oue doueano terminarsi i loro effetti, atteso che essendo i raggi di lei vguali in potentia à quelli del Sole, congiunti con essi l'humido, & il freddo dell'acqua , e della terra , haueriano annihilato il caldo , & il secco del Sole : e non manco con giusta ragione, e causa gli costitui il corso suo, con il quale douesse circuire gli Elementi in circa trenta giorni , quale se non hauesse ordinato così veloce, non ne saria potuto seguire il suo intento, per la ragione che più da basso si dirà, stando il mondo in tal modo, non perche à Iddio si possa imporre necessità alcuna, perche à lui non mancauano, nè gli mancano per farlo in altra maniera, se bene non poteua ordinarlo meglio ; mà le cause , che lo spinsero à fare la Luna, di lume, e di corso variabile, furono le sotto scritte, cioè. S’egli hauesse fatto la Luna, che sempre stesse piena di lume, e splendesse sempre ad vn modo i suoi raggi sopra di noi, come il Sole, nel tempo ch'egli è stato perpendicolare sopra di noi , e che incomincia , tornando per il medesimo corso ad inchinarsi , facendosi più meridionale, à scostarsi da noi, come sarebbe à dire , quando al clima nostro entra in Cancro, in Leone, & in Vergine, e parte della Libra , e che già l’aere è impresso di caldo, ella in modo tale con i suoi raggi & freddi, & humidi restringeria il già impresso caldo nell’aere sopra di noi , non lo lassando salire, cacciato dal freddo, & humido notturno della terra, e dell’acqua, che abbruciaria, & annichilaria in tutto le parti à quelli sottoposte ; però fece il sommo Fattore, che la Luna à poco à poco ritirasse i suoi raggi , e lume, dando in tal modo spatio, & adito, che il caldo, & il secco, cacciati dall'humido dell’acqua, e della terra saglino in aere, e che quelli respirino dal gran caldo, e si rinfreschino, e possino resistere à i raggi suoi il seguente giorno , il che non haueria potuto fare se in aere hauesse trouato , ò trouasse sempre la resistenza de i raggi freddi, & humidi di lei . E per il contrario, se d’inuerno (quando il Sole è staro più lontano, che poi ritorna ad esser più Australe, tornando sopra di noi , cioè quando entra in Capricorno, Acquario, e Pesce, e parte di Ariete, che già l’aere è impressa di freddo) ella fusse sempre piena di lume, aggiungeria tanto freddo à freddo, & humido à humido, causati dalla frigidità della terra , e dall’humidità del mare, per la lontananza del Sole, e per la debolezza de i raggi suoi, che tornando egli sopra con i suoi potentissimi raggi, che non solo non potria discacciare il freddo , nè riscaldar l’aere, per operare gli effetti, che hora fa in questo basso mondo; mà metteria così gran gelo sopra di noi , stringendoci con essi l’aere freddissimo sopra, che ridurria ogni cosa in vn gelo, e distruggeria tutti i viuenti ; nè anco potria, per il poco spatio, che stà sopra di noi, discacciare il freddo , che à noi fosse stato sopportabile, & all’herbe, & alle piante. Però il sommo Fattore volse, & ordinò, che non stesse se non vn poco spatio piena di lume, e che non spandesse sempre tutti i suoi raggi sopra di noi , acciò nell’inuerno non aggiungesse freddo à freddo, e nell'estate caldo à caldo , e che i raggi del Sole, in quel tempo deboli, hauessero quel potere di non lassare opprimere il tutto dal gielo , se ben fosse lontano con i suoi raggi. Per queste viue ragioni si dice, che il lume di lei è suo proprio , e non accattato .

Ast.

Bello, & insuperabile, anzi inequiparabile artifitio del grandissimo Iddio, e bellissima , e sottilissima consideratione è stata la tua, nè mai più vdita , nè letta da me, con la quale conosco la tua opinione esser verissima, e sono sforzato à prouare la Luna (come tu dici) essere da se luminosa. Mà dimmi, come hai tu fatto ad hauere così sottili considerationi?

Log.

Tu sai benissimo , che il grande Iddio è desideroso di vera gloria , e che non può comportare, che eternamente le miracolose attioni sue stiano occulte, e non siano con vera lode esaltate, e magnificate , per le quali esaltationi , e lodi di quelle, ne viene esaltato (se sia lecito dirsi) e magnificato, & per esse conosciuto perfettissimo da noi altri mortali ; imperò mette alle volte in mente d’vn semplice simili sottili speculationi , hauendole tenute molto tempo ascose à gli huomini dotti: & però non ti marauigliare, perche anch'io son huomo mal composto di quattro elementi , come infiniti illustri, e chiari ingegni. Mà attendi di nuouo al fine di questo, che ti marauigli, poiche non è di manco consideratione questo , che hora son per soggiungerti, che quello, che ti hò detto circa la variatione del lume , e corso della Luna .

Ast.

Dì ti prego.

Log.

Oltre il sopradetto, ordinò questo irreprensibile Artefice, che la Luna fusse più di tutte l’altre Stelle di veloce corso, facendola dodici volte più veloce del Sole , acciò potesse con i suoi raggi freddi , & humidi, temperare in ogni clima, & ogni stagione, sì nell'Inuerno, come nell'Estate, tanto d' Autunno , quanto d’Inuerno il freddo , & il caldo , il secco , e l’humido, che nell’aere per la lontananza, ò vicinità del Sole, vengono impressi nell'aere , il che non haueria potuto fare se ella hauesse tardato più , ò manco à fare il corso suo , di quello che fa , hauendo à prouedere ad ogni clima della terra , e se il corso suo fosse anco stato alquanto più longo, l'haueria fatto , ma non perfettamente, come fa in ogni parte, e tempo , e quanto più lungo fusse stato, tanto più imperfettamente l'haueria fatto; e se fosse stato quanto quello del Sole, non l’haueria fatto in modo alcuno, come di sopra si è detto , in nessun clima, quelle sue operationi , perche il caldo, & il freddo, l’humido, & il secco, quali à tempo con il suo lume, quando poco, e quando molto, insieme con il suo veloce corso tempra in ogni regione queste quattro qualità, cioè, quando il Sole è vicino , e perpendicolare in vn clima , e quando lo guarda per linea transuersale , & è lontano , e quando in vn'altro , piglieriano quelle quattro qualità sr gran dominio sopra la terra, e nell’aere, che lei con i raggi suoi non potria , insieme con l'aiuto del caldo del Sole, temperare in modo alcuno nel modo sopradetto, con i quali dà, e toglie à noi l'humido, & il freddo, il caldo , & il secco , con il suo augumento, e mancamento, come di sopra si è detto, più, ò manco, secondo che poco, ò assai si troua luminosa, e più perpendicolare, e trasuersale, e lontana , con il qual lume, e moto variabile , nel tempo d’vn’anno solare, tiene, che da alcuna di queste qualità non sia distrutto l’vniuerso. E con questo fine mi trouo disciolto dell’obligo, che teco hauea della promessa poco prima fattati, nella quale se hai inteso cosa alcuna di buono, e che ti sia piaciuta danne gratie à Iddio, che habbi in ciò amministrato, e mossa la mia lingua, e mio giuditio , & intelletto: e se cose insipide, e senza ragione, e fondamento, danne colpa à me , & alla ignorantia , e temerità mia, hauendo voluto far coniettura, e penetrare cose così sottili, per fare apparire l’immensa grandezza, sapientia, & artificio del grande Iddio, circa il gouerno, e mantenimento delle cose qua giù create , per le quali si viene in cognitione di lui .

Ast.

Io grandemente ti ringratio, e cognosco per quello che hai detto, ch'io non sono amato da te di finto amore, poiche non resti mai di contemplarmi, compiacendoti della vaghezza , del variabile aspetto mio, e sono così contento, & appagato, che più non ti potrei dire . Mà dimmi, habbiamo noi posto fine al ragionamento nostro ?

Log.

Quanto alla promessa sì; ma non già quanto al difendere l'honore della mia amata Luna , poiche , oltre alle sacre allegationi, quali (come hò detto ) porremo in vltimo, forse ci saranno molte altre in difesa sua, quali si proueranno essere salde per il difetto suo di lei, e per quello del Sole, per le oppositioni, e congiuntioni, che ordinariamente ogni trenta giorni seguono fra questi due luminarij , quali non saranno di poca consideratione, in prouare la Luna esser da se luminosa .

Ast.

Io sono restato tanto sodisfatto di queste vltime tue speculationi da te narratemi , per prouare, che fosse di necessità, che la Luna non stesse sempre di luce ad vn modo, e che fosse di sì veloce corso, che io stò con grande attentione, e desiderio d’intendere quello, che hai da dire circa gli Eclissi del Sole, e di essa; imperò quanto prima , con le ragioni tue adempisci il desiderio mio, se puoi ; mà io dubito, che in questo tu ti sij per confondere , poiche non si può in modo alcuno negare, che gli Eclissi del Sole non siano causati dall'interpositione della Luna fra il Sole , e la nostra virtù visiua ; e che per il contrario quelle della Luna non si causino dalla interpositione della Terra fra lei, & il Sole, perche queste cose patono tanto al senso nostro , come anco alla vista, che non possono hauere contraditione alcuna, se non soffistica, e strauagante.

Log.

Chi sà, potrebbe essere, che tu dicessi il vero, & anco ti potresti ingannare; con tutto ciò, non ti dispiaccia d’intendere il parere, e detto mio, perche il sordo non imparò mai linguaggio. Mà tu nella tua propositione hai fatto prima mentione delli Eclissi del Sole, e poi di quelli della Luna; & io , se ti contenti, voglio trattarti prima di quelli di lei, non per altro , se non per mia sodisfattione, e per principiare da lei, come à noi più vicina .

Ast.

Tratta di quello, che più ti torna comodo, che è il douere ; mà non sò fra me medesimo pensare come tu possi negare, che gl’Eclissi della Luna non sia no causati dall'interpositione della Terra fra lei, & il Sole: io per me stò ammirato, & con attentione, e desiderio grande stò aspettando questa tua contraditione.

Log.

Poteui dire pure queste tue contraditioni , poiche saranno più d’vna. Io ti hò mostro con ragioni, prima , che la Luna non riceue in modo alcuno il lume dal Sole, per ilche ne viene in conseguentia, che gl’Eclissi della Luna non hanno che fare con esso, con tutto questo, per prouare con più ragioni, che in modo alcuno il Sole non illumina la Luna , te lo voglio far constare ancor per gli Eclissi di lei. E prima, se gl’Eclissi della Luna si causassero dall’interpositione della terra fra lei , & il Sole, certa cosa è, che tali oscurità nel corpo lunare non incominciariano dalla parte superiore, ò laterale, come spesso fa, e come da gli osseruanti si può molte volte chiaramente vedere; mà si bene cominciariano, dall inferiore, nè tale oscurità nel cagionarsi saria piana in essa, ma in modo di mezo cerchio, quando ella è vicina à finirsi d'oscurare, à simiglianza di quando ella è lontana quattro, sei gradi dal Sole, essendo, in tal modo il suo lume cornuto , voltando quelli alla terra, poiohe da nessuno si nega, che l'interposto sia rotondo, e sferico; e se non fosse perfettamente rotondo, in quella parte, ch'egli hauesse di mancamento, ò d’accrescimento , si vedriano impressi nel chiaro di lei , secondo l'alteratione dell'interposto fra loro; e per questo si dice, e si fa manifesto la Luna essere da se luminosa, e andarlo mendicando da altri, come gli antichi, e moderni, scrittori Astrologi affermano .

Ast.

Quanto all’incominciare di tal difetto, da me non è stato osseruato, che se è come dici, mi pare, che anco in questo, habbi ragione; mà quanto à quello poi dell'alteratione, dell’ombra in lei, secondo il mancamento, ò accrescimento dell’interposto , ti dico, che per le distantie non si potriano conoscere, nè causare in lei le alterationi, che dici, nè da potere essere viste da noi , poiche non sono cose sensibili, in modo di dire, per la lontananza fra di loro, e massime alla debolezza della vista nostra .

Log.

Ti con cedo, che in questo habbi ragione ; mà non è per questo che la ragione dell’incominciamento, e principio di tal difetto non sia efficacissima ; ma stà ad ascoltare quest’altra, che conoscerai chiaro, e manifesto, che il diffetto della Luna non può causarsi dall’interpositione della Terra fra questi due corpi lucidi, il che si vede chiaro, che molte volte il detto diffetto si causa nel principio della notte, nel qual tempo di vn hora, e meza, ò poco più, manco, il Sole è passato il nostro Emispero, e la Luna si troua quasi nel superiore mezo Cielo, a tal che si dice, che è cosa da non credere, e che non possi stare, per l’impossibiltà sua, che essendo il corpo solare, come è commune opinione, tante volte maggior della terra, non essendo egli, come si è detto, arriuato di gran pezza all’inferior mezo Cielo, & ella esser quasi nel mezo superiore, che il corpo della terra possi in modo alcuno impedire la visione fra loro in parte alcuna, come anco per la differentia grande del Sole à quella della Luna , e della terra.

Ast.

Non ti marauigliare di questo, poi che se considerarai alla vicinità della Luna alla terra , & alla sua piccolezza, vedrai, che non è impossibile , quello di che ti marauilgli, se bene il Sole è tante volte maggiore di ambi due.

Log.

Io direi, che dicessi bene, quando che, come io ti ho detto, ambi dui non fossero laterali, cioè, ò Australi, ò Settentrionali, insieme, che vno non fosse Australe, e l’altro Settentrionale, e che l’vno, e l’altro fossero opposti nell’inferiore, e superior mezo Cielo, che in tal modo farei buono il tuo detto, ma in altro non lo concedo ragioneuolmente, nè niuno di sano giuditio te lo concederà, poi che la terra non può far l'effetto dell para Sole per auanti prodotto in fauor mio contro di questo, perche questi due luminari non sono diametralmente opposti nella postura sopradetta.

Ast.

Non sono bene con l'animo quieto, circa il tuo detto, se bene è salda ragione la tua, alla quale non ho replica.

Log.

Forse quelle, che si diranno ancor da me insieme con questa, ti appagaranno più, ò forse ti metteranno in maggior confusione, non di meno attendi, poi che l'ascoltare non nuoce all'huomo forte, o ben fondato.

Ast.

Dì.

Log.

Oltre al sopradetto, in confermatione dell’opinion mia, si vede, quando la Luna per l'Eclisse si oscura tutta, non si oscurato di modo , che da noi non si veda chiaramente tutto il corpo di essa , e da noi non si, scorga qualche poco di luce in lei , e particolarmente nella sua circonferenza .

Ast.

A questo rispondo : credo che benissimo sappi, che la luce è di due sorti, cioè primaria, e secondaria , ò per meglio dire succedente.

Log.

Sì sì, ti ho inteso quasi, quello che tu vuoi dire con questa primaria, e secondaria luce, questo (il che fra detto con sopportatione) è vn trouato da questi Astrologi, quali non sapendo come potessero fare apparire, che i loro barbarismi hauessero appresso i semplici professori di Astrologia qualche fondamento, & apparentia di verità , e non fossero senza quelli, come in effetto sono , trouarono questa luce primaria, e secondaria , volendo mantenere con essa, che il corpo della Luna, ancorche sia nell'eclisse, si_possa da noi vedere per la secondaria luce de i raggi del Sole , dando questo esempio, che, si come entrando in vn'loco oscuro, i raggi di lui fanno due effetti, cioè illuminando la parte prima, che essi percotono, e con il riuerbero poi di quelli, la parte opposta à quella, che essi percuotono, di luce secondaria, e succedente; non vuoi tu dir così?

Ast.

Questo appunto è quello, che io haueuo in pensiero di dire.

Log.

Hor questa, da queste a mie susseguenti ragioni, quanto sia falsa si comprende. O il corpo lunare è oscuro, ò non; e s'egli è, non può vedersi da gli occhi nostri di giorno, se non oscuro, perche l’oscuro nell’oscuro, la vista nostra non lo può dominare, se non lo percuotono i raggi del Sole, per l’oppositione della terra; se non è oscuro , come chiaro si vede, quando è nell’Eclisse, non la ferendo i raggi di lui, chiaro segno è , che il lucido di lei non viene da ferirla il Sole: e poi, come può stare la reflessione secondaria nel corpo Lunare de i raggi son recipienti da lei tempo dell’Eclisse, attesoche il reflesso si fa nell’ opposto à quello, che è ferito da quelli di luce primaria, poiche in lei, come, dall’essempio, che danno i professori, della luce che entra io stanza per vna finestra, vogliono, che quella sia per riuerbero, ò reflesso de i raggi istessi del Sole, affermando prima, che i raggi di lui non hanno termine non solo nel cielo della Luna, mà che passano anco fino à quel di Venere ; si che concedendosi il reflesso di quelli nella Luna; si doueria solo vedere dalli corpi superiori à lei , e non dalli inferiori, poiche non è possibile, che il reflesso refletta nella parte in tutto contraria , & opposta alli raggi, qual non percuotono , per esserli , come dicono essi, interposta la terra; per il che, se i raggi entrano in vna stanza, il reflesso è di dentro , e non in quella di fuori; e per ciò è impossibile quanto al reflesso, che sia vera tal propositione, ò ragione di luce secondaria , ò succedente in lei.

Ast.

E pur si vede, che entrando i raggi del Sole in vna stanza, doue ne sia vn’altra appresso, che sia oscura, hauendo solo vna finestra aperta in mezo fra essa , e quella, che percuotono entro i raggi del Sole, che anco quella doue non entrano, essere al quanto da quelli illuminata.

Log.

Lo concedo; ma dico bene, che non è già illuminata di luce secondaria la parte volta verso il Sole, cioè la parte di mezzo , che confina fra le due stanze, che dici (come liò detto) di secondaria, a talche passando i raggi del Sole, & hauendo i termini nell’habitacolo di Venere, non può causare tal luce in lei, poiche i secondarij gli riceue lei, per così dire, nelle spalle, ò nella collottola, oue non possono esser visti da noi.

Ast.

A me pare, che habbi ragione; ma dimmi; hai tu altro che dire sopra ciò?

Log.

Di più ti sogguingo, che alle volte la Luna quando è nell’Eclissi, non pare oscurata, ma che habbi solo auanti vn velo non molto denso, & alle volte par d'vn colore, & alle volte d’vn'altro; il che auerria tal diuersità, se gli eclissi venissero dal non corla i raggi del Sole, e dall’interpositione della Terra fra loro; ma sempre in tal tempo staria di vn color medesimo, e sempre oscura ad vn modo; e se venisse da tale interpositione , resteria in modo oscura, che da noi non si potria scorgere oue ella fosse, come da noi non si scorge quella parte non lucida, quando da noi si vede parte della lucido di lei, quale si dice non corla i raggi del Sole; se già non mi si facesse constare, ch’ella da se pigli simili colori; il che, come hò detto, non si può prouare, ch’ella sia di quel colore, che si mostra in quel tempo attesso che alcuna vera ragione non l’accompagna, poiche affermano che in quella parte oue è tenebrosa, in quel tempo il Sole con i raggi suoi che la coglie, à tal che in consequentia ne verria, che ella fosse di quel colore, anzi di quei colori, per dir meglio, il che non può stare, poi che è diuerso vna volta dall’altra .

Ast.

La diuersità di tal colore può forse venire da i vapori della terra , che si interpongono fra la nostra vista, e la Luna, e per ciò ce la facci parere diuerso.

Log.

Io crederei, che la tua ragione fusse vera, se in altro tempo ancora alle volte si vedesse differente, ma il vederla tale solo in quel tempo de gli Eclissi, mi fa non consentire a quella, insieme con il vedere, in tempo di tali diffetti l’aere scarco d’ogni vapore, e lucidissimo , e chiaro .

Ast.

Quello, ch’io hò detto, l’hò messo in dubbio, poiche non sò il tempo della tua osseruantia, circa ciò, se sia stato in tempo chiaro, ò caliginoso; mà hai tu più viue ragioni da produrre, in difesa della riputatione della tua cara amica?

Log.

Ve ne sono molt’altre, quali , insieme con antedette, faranno chiaro circa ciò, la immensa prouidenza di Dio , e la preminenza di lei sopra le cose mortali, e transitorie, poiche senza i uarij cambiamenti di lei , come più auanti si è detto, ogni cosa creata non saria creata, & le create, se si fermasse la sua variatione, si ridurriano in niente.

Ast.

Seguita ti prego.

Log.

Soggiungo così , che dall’osseruantia si può conoscere se l’opinion di quelli, che tengono, che la Luna riceua il lucido dal Sole, sia falsa , ò nò. Gli Eclissi della Luna le più volte si fanno ne gli Equinottij, ò à quelli vicino, come più volte si è detto, secondo la ragion mathematica; hora in tal tempo, quando sono i plenilunij , l'vno, e l'altro luminare vanno per vn medesimo corso , cioè, nè più meridionali, nè più settentrionali; à talche io vorrei, che da te mi fusse detto come è, e come può stare, che andando i due Pianeti egualmente da leuante à ponente per il moto diurno, e per il loro da ponente à _leuante, li detti Eclissi si comincino da tramontana andando verso mezogiorno; si che io non sò come si possino causare dall'interpositione della Terra .

Ast.

Stando cosi, non credo, che possin produr ragione verisimile, se già non prouassero , che la Terra si mouesse.

Log.

Per questo da me insieme con le sopradette ragioni, si tiene la Luna esser da se luminosa, e che quando patisce tal diffetto passi (come mi pare altre volte hauer detto) per vna parte del Zodiaco, ò d’altro, ò se gl’interponga qualche altra cosa, ò qualche altra sfera, che sia più bassa di lei, quale non sia di velocità, e di moto in tutto simile al suo, e che habbi qualche parte più densa, & oscura, ma non tanto, che possi proibire à gl’occhi nostri in tutto, che, ancorche coperta da quella, non sia scorta da noi, per la quale per il variabile, e veloce suo corso passi dentro allo spatio, che il Sole fa il suo, vna, ò due volte, attingendo quella parte tenebrosa, quando più, e quando manco, quale trauersi anco il Sole alle volte, ma non cosi spesso come essa, nè tanto, per esser elgi forse tanto maggior di detta parte oscura, e per fare più di dodici volte il corso suo più tardo di essa.

Ast.

Per intender solo queste tue infinite sottigliezze, le quali hanno hauto del verisimile assai, sono andato con contraditioni intertenendoti, ma hora, che io veggio che sei già al fine di queste tue ragioni, & hauer poco da dire, ti voglio constringere con le seguenti à confessare l’error tuo, alle quali non si può in modo alcuno contradire, nè oppore cosa alcuna, poi che questa non consiste in opinioni filosofiche, ma nella nostra virtù visiua, quale ti fa vedere, e toccar con mano come tu sia in manifesto errore.

Log.

Dì, ti prego, che conforme à quello che io t’ho detto di sopra, sentendo cosa di ragione, andarò mutando il mio pensiero in meglio, che tale è stato sempre l’animo mio, imperò non tardare di adempire questo mio desiderio, acciò essendo in errore, posi l’arme della temerità mia, rendendomi vinto.

Ast.

Da quella viuace ragione confermata dall’osseruanza, si fa chiaro, che la Luna causa l’esclisse del Sole, e che insieme lei sia corpo oscuro, e che habbi il suo lucido dal Sole, dico, che nel diffetto del lume di lui, da noi per certe acuitioni di vista, come sarebbe à dire, il forare vna carta con vno spilletto, ò simile, quale la difende da i potenti raggi solari, occultamente si vede, quando il corpo lunare sott’entra, e s’interpone fra noi, & il Sole, per retta linea, come anco quando parte; si che à questo non vi è sottigliezza, che vi arriui.

Log.

Rispondo, che se da i riguardanti nell’incominciare, e nel finir tali eclissi si potesse osseruare gli effetti, e moti loro in tal tempo, come si possono quelli della Luna semplicemente, conosceriano che le medesime ragioni, prodotte poco auanti, serviriano anco à prouare in questo falsa, circa ciò, l’opinione loro, senza dimandarli, che sappino, che quello che si oppone fra il Sole, e noi, sia il corpo della Luna.

Ast.

La vista nostra il vede chiaramente, oltre il testimonio dell’osseruanza de’ calculi, quali pongono in quel tempo douere esser la Luna in congiuntione con il Sole, quali conuengono in tale accidente di mancanza di lume.

Log.

Voglio , à modo di dire , concederti che sia quello che dici, con tutto ciò, non si proua falsa l’opinione da me allegata, poi che può essere, che la Luna sia corpo denso, e che vna parte di lei, cioè la superiore sia oscura, e che quella, che à noi si mostra sia lucida, e che per ciò ne l’opporseli causi in lui tal diffetto, se bene sono cose dette in aria, & a caso, poi che l’affermare, che quella sia la Luna, ò altra materia, è pazzia.

Ast.

Che dirai tu, circa il sopra detto, del testimonio de i calcoli, e de i corsi loro?

Log.

Quanto al calculo de i Matematici si dice, che egli in ciò non fa testimonianza alcuna, che il Sole si oscuri più per l’oppositione della Luna, che di altra materia densa, poi che à quelli non si deue attendere, atteso che quelli che dicono essi è vna osseruanza, come più volte ho detto, d’infiniti anni à dietro, dalla quale non possono essere inganati, poi che i corpi superiori non possono mutare ordine per alcun riuolgimento di essi, e per questo sono saldi, e fermi, & è stata facile l’osseruanza de i moti loro, che lo causi quella congiuntione di quelli dui luminari, e che quello che s’interpone, e ci toglie la vista de i raggi del Sole sia il corpo lunare è temerità il dirlo, per vigore di calcoli, e più di virtu visiua, poi che da noi, non lo comportando la debolezza della vista nostra, non si può per alcun modo vedere. E per queste ragione è debile ragione la tua, e non ha fondamenti stabili: e poi se da noi nell’altre congiuntioni con il Sole non si vede, come si vede allora, per osseruantie che dici . Di più, se quello che si oppone auanti al Sole nelle sue eclissi fosse la Luna, certa cosa è, che se si interponesse fra noi, e lui, che in quel tempo noi la potremmo chiaramente vedere oscura, come dicono questi che sia, poi che ci difenderia da i raggi di lui, e pure con tutto ciò che egli si oscuri, non lo potiamo riguardare, nè scorgiamo lei. Oltre di questo, se la Luna causasse il diffetto del Sole, saria di necessità, come più volte ho detto, che ogni mese lo patisse, poi che sempre in tal spatio ti tempo si congiunge corporalmente, e perfettamente con il Sole, come ogni vno, per la diametral loro perfetta oppositione, può far consequenza di quella. E se le oppositioni, e congiuntioni di questi due luminarij non fossero sempre ad vn modo, come si vede, non preterendo mai vn punto, e in esse da vna volta all’altra vi fosse differenza, e variasse, se il lucido di lei venisse dal Sole, variaria in conseguentia ancora necessariamente in dodici corsi di lei, & in dodici plenilunij da vn plenilunio all’altro, in vn’anno solare, il lucido, ò i lucidi, per dir meglio, di lei; poi che non essendo diametralmente, e corporalmente per retta linea in congiuntione, per le ragioni de i professori, essendo lontana dal Sole si vederia, & in alcuno de suoi corsi in vn’anno solare non mancaria mai di lume, alle volte staria per spatio di più giorni, che hora non stà, à vedersi, come dicono essi, quando ella s’è sotto i raggi del Sole, e non si vedria, come s’è detto, tener sempre il medesimo ordine, e viaggio in tutti i suoi corsi, come fa, e che da noi si vede .

Ast.

Che dunque mi darai tu ad intendere, che sia quel che fa tale effetto auanti al corpo solare ?

Log.

Quella parte, che pare à te che sia la Luna, che in tal tempo si opponga al Sole, può essere ancora quella, che che causa il diffetto della Luna, maggiore di lei, e più piccola di lui, e per ciò essa ne viene alle volte oscurata tutta, & egli non mai, e molto più di rado, quale à i riguardanti pare la Luna ; e che questo sia vero, potranno questi osseruare, che non quello, che dicono esser la Luna esce di sorto al Sole, ò dauanti, ma si bene il Sole lasciarsi à dietro quello, che dicono esser la Luna, per il che, se fosse lei, saria il contrario, per esser quella di più veloce corso, lasciandosi à dietro il Sole; e se tali diffetti fossero causati da i moti loro proprij, come saria ordinario che fossero; ancora di dico, che le oppositioni, congiuntioni, e tutti gl’altri aspetti, e moti della stelle sono cose, che ab eterno non sono state, nè sono, nè saranno differenti vn punto, se non accidentalmente, di quello che sono, il che non si può negare, che se si negasse si terria, che i moti loro fossero à caso, il che non può stare: hora essendo ordinati, come sono, è di necessità, che se le oppositioni del Sole, e della Luna sono per diametro nel plenilunio, e che diuidono gl’elementi in due parti eguali, come chiaro si vede, si deue anco conchiudere, che nelle congiuntioni siano anco perfettamente congiunti, & essendo necessariamente così, ne succederia anco che in ogni mese si causassero gl’eclissi del Sole, e della Luna, come più volte ho detto di lui, per la interpositione di lei fra lui, e noi; e quelle della Luna, per la interpositione della Terra fra lui, e lei, il che non si vede accadere, e pure nel plenilunio la terra stà in mezo fra loro .

Ast.

In questo tu t’inganni, perche questi diffetti non accadono, se non quando l’vno, e l’altro di questi due pianeti sono per l’eclittica, ò nel capo, ò nella coda del Dragone.

Log.

Se queste congiutioni , & oppositioni, come ho detto, si fanno diametralmente, e corporalmente ogni mese da questi due pianeti, che importa se la Luna, & il Sole siano per la ecclittica, ò nò ? poi che si vede da noi chiaramente, che ogni plenilunio la Luna è sempre ad vn modo, non variando mai in modo alcuno, così è di necessità, che rettamente, e diametralmente la Luna si congiunga con il Sole ; e non occorre dire, questo più vna volta, che l’altra, poi che non è verisimile facendosi sempre in vn modo medesimo la loro oppositione, formandosi il corpo lunare sempre di circolo perfettissimo, il che non accaderia se sempre non si guardassero in tal tempo per retta linea, nè il suo orbe saria di circolo lucido perfetto, pigliando ella il lume da lui per linea trasuersale.

Ast.

Queste congiuntioni di questi doi pianeti, come anco de gl’altri, non si fanno mai perpendicolari, e diametrali, se non quando il Sole è per l’eclittica.

Log.

Se bene non può essere, come dici, in modo alcuno, con tutto ciò voglio far buono il tuo detto, soggiungendoti, che ancora che fosse nel modo, che dici nondimeno nella loro congiuntione, con tutto ciò sempre si fariano necessariamente gl’eclissi di lui, se non à noi, senza manco in qualche altra parte lontana da noi, ò vicina, come per esempio si vede da noi chiaramente, che si leua il Sole chiaro, e l'aere scarico di nuuoli, ma non si tosto si alza sopra il nostro Emispero , che ascendendo vn vapore, causa vna nuuloa lontana da noi, quale s’interpone, non fra noi, & il Sole; ma fra egli, & altra parte lontana, e si vede da noi, che quella nuuola causa, in modo di dire, l'eclisse del Sole non à noi , ma à quelle parte , che stà per retta linea opposta alla nuuola, & al Sole, & il simile fa molte volte à noi, quando vna nuuola s'interpone di retta linea fra noi , & egli, per ciò non è buona, nè salda ragione la tua , stando la Luna più bassa del Sole, e cosi per conseguentia necessariamente ne succederia in ogni congiuntione di essi, ancorche laterali, se gli eclissi del Sole fossero causati dall’interpositione della Luna , e quello, che da me si è detto di quelle del Sole, per l'oppositioni di lei fra noi ; così anco si può dire di quelle della Luna, per l’interpositione della Terra fra questi due luminarij, poiche ogni mese diametralmente si oppongono, si congiungono , diuidendo il mondo in due parti eguali , tenendo la Terra nella loro oppositione perfettamente in mezo, come molte volte si è replicato.

Ast.

Le tue ragioni mi fanno stare in dubbio, che sia come hò tenuto fin hora , e dall’altro canto l’opinione, & auttorità di tanti , & sì grandi huomini, e scrittori passati non mi lassao assentire allo tue palpabili ragioni. Ma dimmi l’opinion tua sopra quello, che hora sono per domandarti ; Sei tu del medesimo parere, che sono infiniti altri, cioè, che il Sole illumini la Luna , quando ella è in congiuntione, dalla parte superiore?

Log.

Io nego in tutto, e per tutto, che il Sole illumini la Luna, come vuoi tù, che io risponda à questa, quale è vn’altra non minor pazzia à credere, poiche questi tali vogliono , per conseguenza, che i corpi superiori habbino bisogno e del lume, e de gli influssi , come noi altri, il che quanto repugni alla ragion naturale, consideralo tù, e se non hanno bisogno, mostrano che Iddio quel che hà fatto l’habbia fatto in vano, e che questo Mondo sia à caso, come tiene Democrito. Questa à punto è simile à quella, che i medesimi professori dicono , che i raggi del Sole arriuino fino à Venere , e più oltre.

Ast.

Forse non è vero?

Log.

Dico, che se quelli arriuassero fin lì, che di necessità saria, che anco gli influssi vi arriuassero di lui; per il che vorrei sapere da te, che operino quegli influssi in vtile, ò danno loro; poiche è forza, che s’eglino arriuano, che influiscano; & oltre di questo è di necessità ancora, che quelli vicendeuolmente li arriuino anco, & influischino l’vn’all’altra, poiche hanno termine in quelle ; à talche questo basso Mondo non pigliaria influsso alcuno dalle stelle se quelli non terminano in esso , ma passano anco più auanti ne i Cieli , e luoghi oue terminano; e per questo si dice, che i raggi del Sole non passano il centro del Mondo, come dell’altre stelle.

Ast.

Perche non può essere?

Log.

Perche il termine di ciascuna cosa è vn punto stabile, i Pianeti, & i Cieli sopradetti hanno moto continuo, e diuerso di longitudine, e di latitudine, e sono instabili, per ciò non possono esser termine di cosa alcuna ; à tal che ò gl’influssi, e luce delle stelle passano più auanti , ò non gli arriuano, se si terminano nel centro, si che la Luna non può hauere il lume suo dal Sole; ma chi sà, questi tali credono forsi, che sopra noi sia vn’altro Mondo , come questo oue stiamo , e che per ciò Dio habbi fatto, che il Sole illumini la Luna dalla parte superiore, à ciò dia lume à quelli superiori, e gli infondi l’humido, & il freddo, come à noi; il che non è anco da credere , che sia come al nostro simile , e che questo medesimo Sole , e questa Luna lo possino illuminare ; il che si può prouare con ragioni tolte da i medesimi luminarij, come è, che mentre si volgono circolarmente intorno di noi , non possono con il medesimo corso circolare illuminare se non vna minima parte dell’altro , come per questo esempio di questi doi punti , vno nel centro del circolo , che è per il Mondo da noi habitato, e l’altro fuori da noi imaginato, e per ciò non potendo hauere i corpi superiori bisogno del lume della Luna , nè de suoi influssi , come anco non potendo fare Iddio cosa alcuna indarno, in conseguenza ne viene, che quelli che l’hanno detto, non sapere quello che si dicano, dicendo vna pazzia si grande, volendo mantenere con questa loro pazza opinione, che Iddio, come s'è detto, habbi fatto queste cose à case, e che egli non sia di quella sapienza, prouidenza, & intelligenza infinita, ch'egli è . Ma fermati Astro, che hora ti voglio abbattere con le tue armi ; non dici tu , che il Sole con i suoi raggi illumina la Luna?

Ast.

Così tengo, & è commune opinione.

Log.

Et io , in modo di dire , te lo concedo; ma dimmi, quando la Luna si troua nell’intiero plenilunio , & è opposta al Sole, credi tu, che stando in tal termine, i raggi di lui la ferischino vna volta più dell’altra per linea retta, ò trasuersale, ouero sempre in tale stato interamentere retta?

Ast.

Io credo , e da me si tiene , chi quando ella è nell'intiero plenilunio, che il Sole con i suoi raggi la ferisca per retta linea, di punto in bianco , anzi rettissima.

Log.

Qui à punto ti aspettauo , se essi la feriscono in tal modo, è certo, e non si può negare , che da questa rettissima linea fra l’vno, e l'altro interposta, ne viene intersegato in due parti eguali questo Mondo per il mezo; e se mi hauessi detto , che i raggi di lui la feriscono quando più , e quando manco per linea trasuersale , e che rare volte si oppongono diametralmente, io ti hauerei risposto , che questo non può stare, perche quando ella fusse ferita da quelli lateralmente, ella mostrerebbe il suo orbe di circolo imperfetto, e non perfettissimo sferico, come fa sempre in tal tempo; imperò essendo perfetto, è manifiesto, che sono opposti diametralmente, come hai detto, & essendo opposti in tal modo, ne viene in conseguenza, e necessariamente, che non variando le oppositioni , nè anco varijno le congiuntioni , e che anco ogni mese corporalmente, e diametralmente per retta linea si congiunghino, e non lateralmente più vna volta, che vn’altra; à talche congiungendosi cosi coporalmente per linea retta, ne seguiria di necessità, se il Sole illuminasse la Luna, che ogni mese egli patisse il difetto dell’Eclisse, per interpositione di lei fra noi, & egli: il che non succedendo, è cosa manifesta, che gl’Eclissi del Sole non sono causati dal corpo Lunare.

Ast.

Assai mi sodisfà questa tua ragione, se bene l'hai detta altre volte, pare à me, ma in altro modo, e non così piena di obiettioni.

Log.

Intendi quest’altra, Astro amatissimo, e dimmi (poiche hormai siamo giunti al fine di questo nostro ragionamento, e mi resta solo ad autenticare , e figillare questo mio contratto con le sacrosante auttorità, che vn pezzo prima ti hò detto ) oue dici tù, che questi Filosofi, Astrologi, & Matematici hanno posto, che terminino i raggi, e gli effetti di queste loro Stelle, e Pianeti, cioè gli influssi loro?

Ast.

Io non ho mai trouato alcuno, che ne habbi scritto , se non de i raggi del Sole, de i quali vi sono alcuni , che dicono , come si è detto più volte , terminarsi nel Cielo di Venere.

Log.

E gli influssi di lui , e dell'altre stelle?

Ast.

In questo nostro basso mondo, & in noi .

Log.

E poi che passano tanto inanzi, non hanno detto il fine , e che operino in quei cieli, & in quelle Stelle in che essi arriuano?

Ast.

Illuminano quelle , come fanno sa Luna.

Log.

E l’altre che dicono non arriuare come Sagittario, Scorpione, e Capricorno come, e da chi hanno lo splendore?

Ast.

Io crederò , che sia loro proprio , poiche dicono , che i raggi suoi non arriuano più oltre .

Log.

Ben furono da Dio fatte figliastre Venere , Mercurio, e la mia amata Luna, facendole andar mendicando, ma io non lo credo , che egli in ciò sia stato partiale; mà si bene, ch’egli habbi empito ogn’vna del suo splendore , chi più ,e chi manco, secondo la loro capacità, e secondo il bisogno, che vidde esser di quelle , per la bellezza, e per il gouerno di noi mortali : e per dir così, se i raggi , & influssi del Sole, della Luna , e dell’altre Stelle non si fermassero nel centro del mondo, non haueriano alcun termine proprio, poiche egli è di necessità che habbino termine in vn punto fermo , e non variabile , hora circuendo questi Cieli, con queste Stelle d’intorno , e sotto, e sopra di noi, è forza , che tutte l'opere loro, se a cosa alcuna operano, si terminino in questo centro, & in noi, poiche non si include altri entro il lor cerchio, che da noi si sappia, e se passassero trauersando il centro da vn opposto all’altro de i Cieli, si potria dire con verità, che non hauessero loco oue terminassero, nè termine alcuno, poiche il termine è cosa stabile, e ferma, e non mouente da loco à loco, e per questo non può essere, che i raggi del Sole arriuiano la Luna quando è in oppositione con esso, nè ad altro Cielo, e per ciò non la può illuminare.

Ast.

A questa tua ragione io non saprei contradire, nè arguire, se non con ragioni deboli, che saria vn buttar via il fiato, & il tempo, e per ciò le lascio .

Log.

E’ ben fatto, se non cose, che habbino del saldo, e buon fondamento; ma vn’altra cosa vorrei saper da te, se la sai, ò l’habbi trouata scritta da alcuno autore, ò professore di questa scientia, cioè, se il Sole è lucido anco dalla parte superiore, ò pur solo da quella, che volta verso noi.

Ast.

Io non lo sò, nè mi ricordo d’hauerlo trouato scritto, nè detto da persona alcuna; mà che atterria questo al nostro ragionamento? lasciamolo andare, e vieni alle allegationi sacre, che auanti hai nominate.

Log.

Non saria fuor di proposito, come pensi, per confonder questi professor, che fanno tanto superiore, & abondante di luce, con vilipendio dell’altre Stelle, questo loro tanto amato Apollo, poiche vogliono, ch’egli illumini tutti i corpi celesti, pigliando, oltre quella della Luna, la difesa anco dell’altre Stelle, prouando, che ogn’vna è luminosa da se stessa, ò fosse , ò non fosse lucido dalla parte superiore, il che facendo costare, mostrarei anco con quelle, che non illuminandole egli, aggiungerei vn’altra, anzi molte altre à queste passate, che nè anco la mia Proserpina ha da lui luce alcuna mai in tempo alcuno; ma se ti pare à proposito di passarla con silentio , poi che si stà in dubbia se egli sia lucido dalla parte superiore, sia fatto quanto ti piace.

Ast.

Hora veniamo all'altre tue ragioni, quali tu dici essere autorità sacre , se bene dalli professori poco ne sarà tenuto conto.

Log.

Già questo, che dici, da me è stato vn pezzo auanti detto, con tutto ciò à queste, più che all’altre naturali mi attengo, contentandomi che appresso i professori non siano, quanto al difendere la nobiltà della triforme Dea, di autorità alcuna se bene, e con ragione non se gli può in modo alcuno contradire; poi che hanno la base sopra il vecchio e nouo Testamento, quali congiunte con le auanti allegate naturali, faranno non solo à gli Hebrei, & a Christiani, ma à tutte le religioni, e nationi, & à tutti i Filosofi, & Astrologi del mondo fede, la Luna esser da se luminosa, facendo appresso chiaro, che i primi Filosofi, confusi nel mirare la varietà della Luna, non sapendo, nè considerando gli effetti, ch’ella faceva con il suo augumento, e mancamento qua giù fra noi, nè sapendone date ragione alcuna, perche, & à che effetto fosse così instabile di luce, e di corso: cadendo l’intelletto loro in confusione, dissero, che il Sole la illuminaua, ingannando se stessi, e gli altri con la loro opinione, e con i scritti, non comprendendo più oltre, si come anco nel vedere gli Eclissi di lei, non sapendo da che si potessero causare, diffeto, che veniuano dall’interpositione della Terra fra il Sole, e lei, e perche molte volte la vedeuano oscurarsi tutta, per ciò soggiunsero, lei esser tanto minore della Terra, e tanto del Sole, quali misure non sò doue se le trouassero, nè doue poi se le habbiano riposte, si come anco dell’altre stelle.

Ast.

Veniamo ti prego alle allegationi sacre .

Log.

Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, & hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.

Log. Dice Dio nel vecehio Testamento, per bocca di Mosè, Quod Deus fecit duo luminaria, il che non haueria potuto dire, se la Luna fusse corpo oscuro, e che pigliasse il lume dal Sole, poiche non si può dir lucido quello che viene illuminato da altri, ma illuminato, & hauerla detto solo, Fecit luminare vnum, e per ciò.

Oltre di questo l’Ecclesiastico dice, Antequam tenebrescant, per il che se la Luna pigliasse il lume dal Sole, come anco l’altre Stelle, saria stato superfluo il nominare la Luna, e l’altre Stelle; ma haueria detto, Antequam tenebrescat Sol, in numero singulare, per ciò dichiara non solo la Luna esser da se luminosa; mà anco tutte l’altre Stelle. Di più, nella Cantica, al capit. 6 dice il Profeta, parlando della Madre di Dio Pulchra vt Luna, e se ella fosse corpo oscuro, come poteua dire così, poiche nella oscurità non si può da i bellezza alcuna, senza molte altre autorità di Profeti, che si potriano addurre, quali per breuità le lascio, che fanno fede manifesta della luce di lei.

Ancora S. Luca in conformità di questo al cap. 21. dice per bocca di Christo nostro Signore, che auanti all’vniuersal giuditio; Erunt signa in Sole Luna, & Stellis, per il che se la Luna fosse corpo oscuro, saria stato superfluo il nominare la Luna, poiche nell’oscuro non si può hauere altro segno che di luce, acciò ch’egli appaia à gli occhi de i circostanti, oltre che la luce è segno d’allegrezza, doue in quel luoco si piglia à terrore, e tristitia, & hauendo la luce, come dicono essi, dal Sole, essendo segni d’oscurità in esse, in consequenza ne viene oscurata essa ancora, come recipiente, come per essempio, in vna stanza vi sono molte cose, nella quale vi è vn lume, smorzato che sia quello, non solo si perde la vista di esso, ma di tutte l’altre cose non lucide, che vi sono, e per ciò per le sacre allegagationi , e molte altre simili , che si potriano addurre, quali sono saldissime, nè in modo da dubitarne , atteso che le prime si mostrano per bocca del Padre Eterno , nel principio del Mondo, & l’altre per bocca di Christo suo vnigenito Figliuolo, Signore, e Redentore nostro, sola verità, in confirmatione di quello, che haueua fatto il Padre Eterno nella creatione del Mondo; per il che non è da stare in dubbio in modo alcuno, che la Luna non sia da per se luminosa , e che il suo lume non sia naturale , datoli da Dio .

Ast.

Mi sei in ciò piaciuto; ma dell’altre cose, che sento dire di te, contro l’opinione di molti dotti, per non dire commune , che nel principio di questo nostro ragionamento ti hò detto, che ne dici?

Log.

Dico , che è la verità quella, ch’io voglio mantenere in piedi ; mà ti soggiungo bene, che non è ancora il tempo di mostrarleti , come questo, in iscritto, però pregoti à contentarti per hora di questo: promettendoti , se Iddio ne aiuta, e ne dà vita , e tempo , che dell'altre cose, nel principio dette da te, ti darò non men salde ragioni, che fin hora ti hò date in questo ragionamento del lucido, e lume della Luna.

Laus Deo. Imprimatur . Iulius Lauorus Vicarius Generalis.